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Lollo lunedì in Procura: parlerà ancora di incendio a porte chiuse?

Achille Lollo, ex leader di Potere Operaio, condannato a 18 anni di reclusione, pena prescritta, per la morte dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, uccisi nel rogo di Primavalle del 16 aprile del 1973, è in Italia, e sarà interrogato lunedì mattina dai magistrati di piazzale Clodio. Finora tutti i tentativi di rogatoria internazionale da parte della Procura di Roma erano falliti. Lollo viveva in Brasile.Secondo quanto si è appreso Lollo, che sarà interrogato dal pm Luca Tescaroli, verrà accompagnato a piazzale Clodio dal suo difensore di sempre, l'avvocato Tommaso Mancini. Per i fatti di Primavalle Lollo è stato condannato, insieme ai suoi compagni Manlio Grillo e Marino Clavo, a 18 anni. La pena è stata dichiarata estinta per intervenuta prescrizione dalla Corte d'Appello di Roma. La fuga all'estero ha permesso comunque ai tre di non scontare mai di fatto l'intera condanna. Lollo in una intervista al Corriere della sera nel febbraio del 2005, oltre ad ammettere le sue responsabilità rispetto all'attentato di Primavalle, coinvolse nella vicenda anche Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta, che sino ad allora non erano mai stati indagati. La ricostruzione offerta da Lollo, rispetto al ruolo giocato dagli altri aderenti a Potere Operaio, è stata comunque messa in dubbio anche dagli altri condannati per l'attentato. (da repubblica.it)

Cinque anni fa, a pena prescritta Lollo riaprì il caso del rogo di Primavalle tirando in mezzo tre presunti complici ma confermando l'indecente tesi difensiva dell'incendio a porte chiuse. Per l'occasione Oreste Scalzone, nell'assumersi la responsabilità di aver aiutato la fuga dei colpevoli, senza porsi il problema della loro responsabilità giudiziaria, condannò fermamente sia la campagna difensiva mistificatoria sia la modalità attraverso cui il vertice di Potere operaio appurò la verità sul rogo (un interrogatorio a uno dei tre sotto minaccia di pistola da parte di Morucci e Jaro Novak). Secondo Marco Immarisio (Corriere della Sera, 4 febbraio 2005) "Oreste Scalzone è furioso, e minaccia una lettera aperta a tutti i suoi ex compagni di militanza. Vuole spiegazioni, anche se sono passati 32 anni. «Non mi occupai del libro - ricorda - e non ne fui entusiasta. Ho sempre avuto orrore per le dietrologie di cui era infarcito. Era una cattiva azione sul piano culturale. Ma anche l' unico modo per evitare che al male si sommasse il male, quindi per strappare Lollo, che all' epoca era l' unico detenuto, all' ergastolo». L' altro leader storico di Potere operaio aiutò i tre militanti nella fuga («Non mi sono mai posto il problema della loro colpevolezza»). Quello su cui chiede chiarimenti è altro. Morucci, e quella pistola puntata alla testa di un compagno. «A me nessuno lo raccontò mai. Altrimenti avrei posto una questione che reputo valida ancora oggi. Se avessi saputo che altri compagni avevano tollerato quel gesto, me ne sarei andato da Potere operaio. Spero che Morucci dica il falso. Altrimenti significherebbe che è stato commesso un orrore per acquisire la verità e poi difendere comunque la menzogna. Sarebbe terribile»".

Questa invece la ricostruzione del rogo da parte di Lollo
L'ex di "Potere operaio" ribadisce la tesi difensiva "L'innesco mi esplose in mano. L'incendio avvenne dopo" Primavalle, Lollo insiste
"Il rogo fu colpa dei Mattei"
Il fratello delle vittime: "Ci prende in giro, è un assassino"
ROMA - Il rogo di Primavalle è stato determinato dai Mattei? "Sì, evidentemente...". Dal Brasile Achille Lollo, in un'intervista concessa a Bruno Vespa per Porta a Porta, ricostruisce così quanto accaduto quella sera del '73 in casa dell'ex segretario della sezione missina che causò la morte di due suoi figli. La vicenda è tornata di stretta attualità da quando la settimana scorsa fa l'ex militante di Potere operaio fece i nomi di tre presunti complici mai entrati nelle indagini sul rogo.
"C'è una verità controversa - aggiunge Lollo - ma è questo che è successo. Per questo io ho detto tutto, coinvolgendo anche altre tre persone. Perché è questo che è realmente successo".
Insomma, ricostruendo quanto avvenne quella sera, Lollo ribadisce la sua vecchia tesi difensiva: "Qualcosa deve essere successo. L'unica cosa che so è che l'innesco mi scoppia tra le mani alle 2,48. Dopo la prescrizione, potevo restare nel mio silenzio e tutto finiva lì... Ma realmente l'innesco mi scoppia nelle mani. Cado, inciampando sul cartello che Marino (Clavo, ndr) stava collocando facendo un chiasso enorme... quando mi rialzo si sente la voce: eccoli arrivano". Secondo Lollo, i Mattei non sarebbero stati colti di sorpresa.
"Quando noi usciamo dal palazzo - prosegue il racconto - c'era il chiarore dei 20 grammi di disserbante. Quando usciamo dal palazzo e guardiamo sopra c'era la finestra accesa e il chiarore del diserbante si era già spento".
Lollo ripete che "se è successo qualcosa di tragico, il fatto di avere noi tentato in quel momento un attentato serviva perfettamente a giustificare tutto". In ogni caso, ripete, "alle 2,48 l'innesco scoppia nelle mie mani".
Indignata la reazione di Giampaolo Mattei, fratello delle due vittime del rogo, che si dice veramente sconcertato dalle parole di Achille Lollo. "Non so se si sta prendendo gioco di noi e del nostro dramma o se si tratta di messaggi trasversali che sa lui a chi devono arrivare", dice. E aggiunge: "Se Lollo è sicuro che siamo stati noi perché ha fatto questi tre nomi? Lui sta tirando di nuovo fuori la sciocchezza di una faida interna al Msi, ma si deve solo ricordare che è una bestia e un assassino".
(La Repubblica, 15 febbraio 2005)


2 commenti:

  1. salve,
    ma è vero che veltroni mise tra le sue liste elettorali Lollo?

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  2. No, nel 2004 alle elezioni per i comitati degli emigrati all'estero la sinistra candidò Luciano Pessina e Pagani, due ex autonomi. Non ci azzecca Veltroni, comunque. Lollo sottoscrisse la candidatura.

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