La solita comunità influente, il pensiero paranoico e le ragioni della civiltà ...
Questa mattina ho avuto la tentazione, forse per la prima volta, di "correggere" un pezzo di un "corrispondente" del blog. Corrispondente da territori fisici e politici: Giuseppe Parente lo è in entrambi i sensi. Perché ci racconta le vicende della destra napoletana di cui è stato a lungo militante. Con escursioni extramoenia: come stamattina, appunto. Quando ci ha offerto una riflessione sulla crisi capitolina, evocando per due volte la "solita comunità influente". Espressione che non mi piace: e non solo perché sottende a una presunta potenza occulta degli ebrei, che è un classico del pensiero complottista da due secoli e più ma proprio perché la ritengo concettualmente sbagliata.
Alemanno non è succubo di Pacifici (non solo) ma di tutti i poteri forti, come tutti i sindaci della Capitale, abituati a fare i conti, prima che con i "ragazzi del Ghetto", con il Vaticano, i palazzinari e Bankitalia. Alla fine ho fatto prevalere la regola del rispetto delle differenze.
Pensiero paranoico, certo, mi sono rassicurato. Poi prendo il treno, comincio a sfogliare il Corriere, mi incazzo per l'annunciato taglio del contratto a Del Piero, poi torno indietro e riparto. Non trovo la notizia che mi aspetterei (l'avviso di garanzia a Ruby per estorsione) ma ho rinunciato da tempo a pretendere di capire come ragionano certi magistrati e così arrivo alle pagine della cultura. Una meraviglia.
Prima pagina: una metarecensione di Alessandro Piperno che per parlare del pamphlet di Battista (Lettera a un amico antisionista) ci racconta perché ha smesso di fare discussione con i suoi "amici antisionisti" essendo disgustato dalla loro capziosità.
Seconda pagina: la ricostruzione della polemica in corso in Francia contro l'anzianissimo diplomatico (figlio di un ebreo e a sua volta scampato a Buchenwald) che ha pubblicato un libello contro la politica dello Stato d'Israele e ne ha venduto centinaia di migliaia di copie. E ora è boicottato dalla comunità ebraica che ha preteso l'annullamento di una sua conferenza universitaria. (ah, dimenticavo: di spalla c'è un elzeviro su Adorno).
Terza pagina: il successo tardivo di un'anziana scrittrice ebrea americana, una scoperta letteraria che sta per sbarcare in Italia. Una donna colta e generosa che restituisce in poche parole il senso dell'impegno civile e sociale della sua generazione: ho lavorato - racconta - tanti anni gratis nelle mense dei poveri perché credevo giusto restituire qualcosa al Pesese che ci ha accolto quando tutti ci rifiutavano. Ma oggi quei tempi sono finiti, osserva addolorata, perché trionfa l'egoismo proprietario.
Certo, è una comunità influente. Ma c'è anche molto di più. E di meglio
Alemanno non è succubo di Pacifici (non solo) ma di tutti i poteri forti, come tutti i sindaci della Capitale, abituati a fare i conti, prima che con i "ragazzi del Ghetto", con il Vaticano, i palazzinari e Bankitalia. Alla fine ho fatto prevalere la regola del rispetto delle differenze.
Pensiero paranoico, certo, mi sono rassicurato. Poi prendo il treno, comincio a sfogliare il Corriere, mi incazzo per l'annunciato taglio del contratto a Del Piero, poi torno indietro e riparto. Non trovo la notizia che mi aspetterei (l'avviso di garanzia a Ruby per estorsione) ma ho rinunciato da tempo a pretendere di capire come ragionano certi magistrati e così arrivo alle pagine della cultura. Una meraviglia.
Prima pagina: una metarecensione di Alessandro Piperno che per parlare del pamphlet di Battista (Lettera a un amico antisionista) ci racconta perché ha smesso di fare discussione con i suoi "amici antisionisti" essendo disgustato dalla loro capziosità.
Seconda pagina: la ricostruzione della polemica in corso in Francia contro l'anzianissimo diplomatico (figlio di un ebreo e a sua volta scampato a Buchenwald) che ha pubblicato un libello contro la politica dello Stato d'Israele e ne ha venduto centinaia di migliaia di copie. E ora è boicottato dalla comunità ebraica che ha preteso l'annullamento di una sua conferenza universitaria. (ah, dimenticavo: di spalla c'è un elzeviro su Adorno).
Terza pagina: il successo tardivo di un'anziana scrittrice ebrea americana, una scoperta letteraria che sta per sbarcare in Italia. Una donna colta e generosa che restituisce in poche parole il senso dell'impegno civile e sociale della sua generazione: ho lavorato - racconta - tanti anni gratis nelle mense dei poveri perché credevo giusto restituire qualcosa al Pesese che ci ha accolto quando tutti ci rifiutavano. Ma oggi quei tempi sono finiti, osserva addolorata, perché trionfa l'egoismo proprietario.
Certo, è una comunità influente. Ma c'è anche molto di più. E di meglio
Che tutti i sindaci di Roma, nel corso della storia repubblicana, siano stati succubi del Vaticano, di Bank Italia, dei palazzinari, della solità potente ed influente comunità è fuori dubbio... Ma la solita ed influente comunità è arrivato fino al punto di dire al sindaco Alemanno quali fossero gli alleati giusti per condurre la battaglia per la conquista del comune, chiedendogli di rifiutare ogni apparantamento ufficiale con gli uomini de la destra, che per amore della verità, lealmente lo hanno votato al secondo turno...
RispondiEliminaNessun altro potere forte era giunto così a tanto, da attribuire agli altri patenti di democraticità, di buon governo..
Non credo ai complotti, vedo per amore della verità, una minoranza compatta e agguerita, oltre che influente che determina la politica cittadina e nazionale, in barba ad ogni principio democratico..