Il ritorno alle origini di Caratossidis: dalla curva alla Rete, alle Reti
Il primo intervento del "Greco" dopo la presentazione del "Manifesto di Padova"
di Paolo Caratossidis
Ieri sera ci siamo trovati: uomini,donne,amici e fratelli, vecchi e nuovi.Abbiamo parlato.Non c'è stato il tempo per la dialettica,per la discussione, ma forse in fondo non c'era da discutere se non sul 'da farsi',che fare,come,quando e se agire. Penso – in cuor mio – di aver replicato esclusivamente un copione già scritto da molti altri altri (centinaia,migliaia prima di me).La scelta di abbandonare un contenitore 'dogmatico' e -almeno formalmente- ortodosso per tentare nuove strade, nuovi percorsi che non per forza sono intricati ed inesplorati. In verità sono sentieri che sono stati sino ad oggi inesplorati solo dalla nostra comunità di riferimento, al più battuti superficialmente e con fugaci sortite.
Fondamentalmente se si vuole riassumere la questione: dal punto di vista della politica rappresentativa eravamo all'angolo,dal punto di vista della politica extraparlamentare ancor peggio, la metapolitica, il terzo settore e le comunicazioni nemmeno approssimate.Non per colpa di qualcuno, ma per l'essenza stessa dello spazio che stavamo vivendo.Il partito o il movimento che vuole essere partito per definizione non crea libertà, dinamica, ma restringe e semplifica per riuscire a sopravvivere.Si nutre delle libertà degli individui fino a uniformarne le aspettative, le ansie,le passioni. In poche parole ne svuota la possibilità di crescita individuale che è garantita solo ed esclusivamente da differenti scelte,visioni e progettualità.Molti, tantissimi oggi e ieri chiedono legna per scaldarsi: ma io non sono un magazziniere, posso solamente dare dei consigli su dove e come approvigionarsi. Non si cambia una bandiera in cui ci siamo riconosciuti con un altro surrogato, dobbiamo saper scegliere una strada che può sembrare più tortuosa, ma che in verità è facilmente percorribile senza bisogno di un aquilifero o di una guida indiana.Alcuni m'hanno detto e -condivido- che un certo patrimonio umano -fatto di singoli,sezioni,comunità (centinaia?migliaia?) – non va disperso. Sono concorde e farò di tutto perchè non sia così: ma non è replicando i limiti del passato che si può arrivare a 'dama'. Ieri sera sono emerse molteplici intuizioni concretizzabili:la lotta al sistema di sfruttamento che tiranneggia in ogni settore della nostra società, la tutela delle fasce deboli, del lavoro, del non-lavoro, la volontà di rappresentare istanze non rappresentate. Centinaia di telefonate, email,sms: tantissime idee, molte già praticate, molte da declinare. Chi comunica con il giornalismo,chi con la pratica quotidiana,chi attraverso internet, chi con la rappresentanza sindacale. Tutti con un passato simile ma con un presente differenziato: questa a casa mia si chiama ricchezza non povertà. Ecco il primo comune denominatore: l'utilizzo dei media, la creazione di media. Non media di nicchia,non media ad alta riconoscibilità e difficile accessibilità.Mass media: stamane ho avuto un lungo colloquio con un caro amico che ha una marcia in più.Un visionario: ha creato un sito internet con 30mila accessi al giorno dove si pratica il baratto..Incredibile direte voi, ma così è. Studiando le leggi del mercato si possono trovare forse gli anticorpi allo stesso. Un laboratorio politico: si sono d'accordo, ma anche sociale, eclettico,multidisciplinare,multifunzionale, uno spazio aperto.
E il Terzo Settore? In Italia milioni di persone sono attivamente impegnate nel volontariato: uomini e donne che si spogliano del proprio 'egoismo' e mettono il personale a servizio della società.
Sembrerà fumoso, astratto e poco pratico approcciare questi mondi.Ma sono proprio questi mondi a rappresentare le masse.E' con questi mondi che noi dobbiamo contaminaci e contaminare.
L'alternativa è il deserto, è la lenta e progressiva consunzione,l'invecchimento precoce e la falsa autocelebrazione. Stamattina al telefono con un amico di Roma apprendevo con interesse una sensibilità diffusa sulla tematica dei rifiuti.Il caso napoletano è stato paradigmatico: uno dei problemi più gravi dell'occidente riguardano la gestione degli imballi, si produce maggiormente contenitori rispetto a 'prodotti' da contenere. Incredibile, follia pura, distruzione.
Tematiche, idee,progetti, scambio, questo è il mondo della politica che m'interessa e mi doveva interessare e che per anni ho ovviato.
La Rete non può che essere aperta: aperta per permettere a tutti, ai grandi numeri di accedervi, fosse anche per un secondo, aperta per permettere un processo di selezione delle idee, un processo di elaborazione dei piani, un processo di inpunt-output-feedback. Nulla di scontato,nulla di prevedibile. Perchè quando quel che facciamo è prevedibile diventiamo pupazzi,manichini,sagome grigie.
Nessun dogma ma molte convinzioni,convinzioni che possano nella loro eterogeneità condividere uno spazio, assimilarsi più che assimilare, uniformarsi più che uniformare.
I limiti: i limiti sono le 24h che compongono la giornata e i 365 che compongono l'anno solare.
Al di fuori di questo 'impiccio' nessun ostacolo è insormontabile.
A presto nelle strade,nelle piazze,nelle università,nella RETE.
Era ora!!! Basta con celtiche, saluti romani,nostalgismi, dogmi,punti dottrine, basta con cortei in cui ci sono piu' sbirri che partecipanti, basta etichette,basta auto conclamazioni,auto convincimenti basta estrema destra
RispondiEliminaUn invito ai "vecchi" liberate i giovani dalle carceri in cui vi hanno, vi siete rinchiusi e dalle quali è troppo difficile uscire
Quello che manca a noi è il coraggio di sentirci liberi di non appartenere a nessun colore,movimento, partito, Liberi con le nostre idee e ideali senza dover spiegare a nessuno che non rinneghiamo niente.
Apprezzo il Coraggio di Caratossidis.
Premessa la mia lontananza, mi colpisce la lucidità sociologica di questa analisi, che è vera in mille altre circostanze, ed è anzi il problema cruciale di ogni tentativo di "opporsi al sistema":
RispondiElimina"Non per colpa di qualcuno, ma per l'essenza stessa dello spazio che stavamo vivendo.Il partito o il movimento che vuole essere partito per definizione non crea libertà, dinamica, ma restringe e semplifica per riuscire a sopravvivere.Si nutre delle libertà degli individui fino a uniformarne le aspettative, le ansie,le passioni. In poche parole ne svuota la possibilità di crescita individuale che è garantita solo ed esclusivamente da differenti scelte,visioni e progettualità."
Copiare gli slogan e i metodi di Beppe Grillo non mi sembra primeggiare in originalità.
RispondiEliminaCopiare il modello missino nel 2011 invece?
RispondiEliminaMartinez.
RispondiEliminaL'analisi che lei apprezza è un'analisi improntata all'individualismo anarcoide, escludendo aprioristicamente una crescita individuale da realizzare all'interno di una comunità. Niente di strano che piaccia a chi non è dei nostri...
Un forzanovista
FN legata a nostalgismi? Non credo....
RispondiEliminaFN missina? Non credo....
FN si autoproclama di estrema destra? Non credo...
FN non è e non è mai stata nostalgica, filomissina e filoatlantica....
Caratossidis è fuggito perchè crede di poter cavalcare l'onda anticapitalista prendendo a modello modi di fare di stampo anarchico e insurrezionalista... Alla faccia della " presentabilità"!!! Si critica una celtica per poi indossare il passamontagna????
Riflettete....
Tanto fumo e poco arrosto.
RispondiEliminaIn questi giorni "gli scissionisti" hanno postato una miriade di parole, proclami...mah...io ci ho capito poco.
Miki
Non è improbabile che alla mia non tenera età io non abbia capito nulla!
RispondiElimina"la lotta al sistema di sfruttamento che tiranneggia in ogni settore della nostra società, la tutela delle fasce deboli, del lavoro, del non-lavoro, la volontà di rappresentare istanze non rappresentate" tutto questo che scrive il "greco" non fa parte del bagaglio politico di FN?
Il "lisciare il pelo" (cosa sulla quale, per inciso, non sono d'accordo) agli studenti che dimostravano violentemente in piazza non era stata fatta anche e prima del "greco" da Nicola Cospito del MNP (movimento sicuramente aconfessionale che sta lavorando gomito a gomito con FN)?
Ma non si accorge il "greco" che se non sarà in grado FN (che continua ad avere un minimo di struttura) d'intercettare la paura e il malcontento della popolazione italiana, di certo non ci riuscirà nemmeno lui?
Nei cortei e negli assalti ai furgoni della polizia e dei carabinieri, lui ci potrà pure essere ma senza celtica e/o bandiera italiana e, soprattutto, sarà circondato da una marea di bandiere rosse!
Visto il nostro continuo parlare del sesso degli angeli e la totale cronica disorganizzazione e confusione dell'"ambiente", la protesta non sarà guidata da "noi" e la bandiera dell'anticapitalismo e del no alla mondializzazione non sarà in buone mani.
La "terza via" che avrebbe tutte le carte in regola per veleggiare in mare aperto e conquistare tutti coloro che sognano e vogliono qualcosa di radicalmente diverso dalle attuali proposte politiche sarà ancora una volta (e per sua colpa) costretta a chiudersi nel fortino per non essere travolta.
Spero tanto di sbagliare e che ci sia ancora tempo per riparare ai tanti errori commessi.
Interessante commento, ma mi piacerebbe, in futuro,conoscere, gli strumenti Teorici, che servono, sempre, per definirsi Anticapitalisti e per affrontare lo scontro contro lo stesso.
RispondiElimina"Individui Liberati,Comunità Solidali"
Costanzo Preve
La difficolta' non e' nel fare rete per andare contro..
RispondiEliminaIl sistema, le banche, i politici, la mancanza di lavoro..
Anche nell'antiberlusconismo si riscontra circa la meta' degli italiani pero' poi quando dopo essere stati contro c'e da decidere cosa fare si aprono mille crepe in quello che fino al giorno prima era un muro invalicabile...
La vera rivoluzione non e' unire, coinvolger e fare rete contro qualcosa, non c'e futuro bensì' ribellarsi in nome e per qualcosa, un progetto una terza via percorribile!
Il fare rete potrà' essere lo sfogo di uno, cento mille o anche dieci mila ma non potrà' essere il progetto di nessuno.
Va bene fermare la corriera in cui ci troviamo, la società', ma poi una volta fermata gli va data una nuova direzione e se si ci unisce solo in nome di contro questo o quello poi dove si andrà' a finire il giorno in cui ci sarà' da gare e non da distruggere?
Uscire dalle sabbie mobile della destra terminale, parlare dei problemi reali del paese, dove tanti giovani diplomati e laureati, specie nel sud del paese, non trovano sbocco nel mondo del lavoro, dove tanti altri giovani trovano solo lavori stagionali e precari, quindi senza possibilità di costruirsi un futuro e una famiglia,la quasi scomparsa di uno stato sociale che correva in aiuto degli ultimi della ns società, una politica sorda di fronte al grido di dolore di milioni di italiani, che difende il proprio essere casta e sostiene addirittura la bontà del nuovo contratto di lavoro, proposto da Marchionne ai lavoratori di Pomigliano d'Arco e Mirafiori,per una rete che si definisce rivoluzionaria, potrebbe essere spunti per una valida iniziativa politica.
RispondiEliminaPersonalmente sono stanco di sentire ancora parlare dei punti fermi di forza nuova, del ripristino dei patti del laterno o dello scioglimento della massoneria, come sono allo stesso tempo stufo, di questo stupido gioco, per cui alcuni partitini della destra terminale, sono favorevoli all'accordo con il neoduce Berlusconi e altri con il convertito al sionismo Gianfranco Fini... Ben venga questa rete delle reti... chi vivrà vedrà..
Anche nel volontariato ci sono schemi, ruoli, compiti e linee guida..
RispondiEliminaPrendiamo il terremoto in Abruzzo.. Se ogni italiano che avesse voluto fare qualcosa avesse agito da singolo si sarebbero disperse energie e risorse.
Per cambiare le cose ci vogliono organizzazione, pianificazione e programmi no l'impulso emotivo dei singoli...
QUESTA è FN! Dott. Tassinari, faccia un bell'articolo su questo! Miki
RispondiEliminaRoma, 6 Gennaio 2011, ore 13.Una giornata indimenticabile per tutti i militanti e simpatizzanti di Forza Nuova. E' appena terminata la festa della befana organizzata dal movimento come ogni anno ormai da 5 lunghissime e interminabili annate. Il primo pensiero è stato a quel primo anno, a quella prima edizione della befana tricolore con 5 bambini partecipanti. Poi il viaggio è continuato tra tutte le difficoltà, gli sforzi, le fatiche, i sacrifici di tempo e di soldi alle altre edizioni, dove con pochissimi mezzi e tantissimi sforzi riuscivamo a far felici 15- 20 bambini al massimo, ma che comunque ci faceva esultare perchè con pochi mezzi ci prendemmo il nostro piccolo spazio per il sogno di allontanare per qualche ora i bambini dalla crudeltà di questa vita e donare loro un sorriso. C'era quel confronto con altre realtà del municipio che organizzavano feste della befana con tanti soldi a disposizione e sale gremite di bambini e regali, e che neanche ci creavano invidia perchè pensavamo che era impossibile raggiungere quei numeri senza i lori mezzi. Erano irragiungibili...
Arriviamo a quest'ultimo anno, forse ancora più difficile per tutte le vicende nazionali e non. C'era la giornata contro la pedoflia fatta a Giugno, con 400 persone partecipanti, forse come un macigno che fosse solo una cosa occasionale (come tanti maligni predicavano) e che non si sarebbe ripetuta un tale massa di gente in un evento di forza nuova; c'erano poi persone che ci remavano contro e speravano nella nostra fine. Là i pensieri si fermano tutto di un tratto; i ricordi sono finiti, c'è il presente ora.. Si aprono gli occhi e c'è quella sala piena, gremita, con oltre 100 bambini festanti, i loro genitori contenti e non imbarazzati di partecipare a un evento organizzato dai "cattivoni" di Forza Nuova. Torna quel sorriso anche nei tuoi occhi a pensare che fino a un anno fà non avevi nessuna speranza di poter riempire quella sala di bambini, e di competere con associazioni partiti che con enormi mezzi riuscivano a farlo. Senti tutte quelle voci, tutte quelle risate, vedi gente che da lontano continua ad arrivare verso la tua festa e senti gente che dice "Andiamo via perchè c'è troppa gente e non si entra più in sala". Senti amici che ti dicono che nell'altra festa dove addirittura la befana scendeva con l'elicottero, non c'era quasi nessuno a nostro confronto. La gente ha scelto la tua festa, ha scelto te, ed ora sei diventato tu l'invidia di altre associazioni, partiti del quartiere. Ma non ti invidiano i mezzi, che a differenza di 5 anni fà non sono cambiati, ma ti invidiano quell'immenso cuore che solo che chi crede veramente in un'idea e in un sogno può avere. E quello cari miei neanche con tutti i soldi del mondo lo potrete comprare... Non ha vinto una persona, un gruppo di persone... Ha vinto un'idea.. ha vinto FORZA NUOVA.
Cioè l'esercizio della carità cristiana
RispondiEliminaLA BEFANA...di FORZA NUOVA..embe' la rivoluzione questa e' ??
RispondiEliminabefanotto
La faceva anche il MSI ed abbiamo visto che fine ha fatto....a forza di fare befane
RispondiEliminaNon solo testimonianza di carità Cristiana, ma anche della capacità di penetrare tra la gente e di sostenerla nelle proprie battaglie.
RispondiEliminaCosa che Forza Nuova a Torre Angela, ma penso anche a realtà locali come quella di Cerveteri, riesce bene.
Al di fuori di recinti e velleità di estrema destra che le vengono rimproverate, ma che in realtà non le appartengono.
BEFANA NUOVA
RispondiEliminaORGOGLIO NAZIONALE
Già, carità cristiana...non è il gossip misto a tentativo destabilizzante della "confederatio" o della "rete delle reti" o dei "nuovi rivoluzionari" che tanti contatti le fa avere...Quello si che merita i titoloni...
RispondiEliminaCome direbbe il pricipe De Curtis: ma mi faccia il piacere...
Miki
Miki, il piacere me lo stai facendo tu mantenendo vivace il dibattito su questo post.
RispondiEliminaAh, la meravigliosa eterogenesi dei fini
la carita' cristiana certo si ma solo per chi e' ITALIANO
RispondiEliminama dai fatecelo voi di fn il piacere
anti razzista
A me sembra tutto uno scoppiazzamento degli autonomi nazionalisti di Resistenza nazionale senza però averne ne i presupposti.
RispondiElimina