Il manifesto di Padova: Caratossidis dalla parte degli uomini liberi
Claudio Marconi è l'esponente più noto del Circolo culturale Clemente Graziani, una delle strutture che partecipano al percorso confederativo per il Movimento di liberazione nazionale. Già candidato sindaco con Forza nuova a Predappio, è stato tra i partecipanti al meeting di Padova in cui Caratossidis ha presentato il nuovo progetto politico. Ecco le sue riflessioni che scartano dalla diatriba tra favorevoli e contrari
di Claudio Marconi
Dalla riunione di Padova, indetta da Paolo Caratossidis, per spiegare le ragioni di una scelta è emerso un elemento nuovo, confortante e veramente rivoluzionario: per la prima volta si esce da un movimento, o partito, non per fondarne un altro ma per aprirsi alle Idee. Finalmente è finita l’era della scissione dell’atomo, si è capito che la forma partito è obsoleta e non più adatta ai nostri tempi.
Per anni siamo stati, a parole, i nemici del pensiero unico ma, in realtà,i suoi maggiori fautori erano proprio i partiti e gruppi vari dell’area di estrema destra. C’è stato un piacere, quasi masochistico, di chiudersi in sé stessi, di rifiutare, a priori, qualsiasi idea che non provenisse da quel mondo che “ non era nostro”, parole d’ordine vecchie e stantie, pigrizia mentale ad elaborare tesi e soluzioni che si adattassero ai tempi in cui viviamo – tanto è stato “ tutto scritto” – slogans, anche essi vecchi e datati, tipo “ Dio, Patria e Famiglia “,
“ boia chi molla” ed altre amenità del genere.
Fiammelle o accendisigari, più o meno futuri, orgogli nazionali intrisi di clericalismo, destre, tutte sociali,ci mancherebbe altro, e amalgamatesi nel PDL con un richiamo al Ventennio, che non guasta mai, gruppi e gruppetti, anch’essi sociali,anch’essi con richiami al Ventennio, ed il triste spettacolo di vedere che tutti, nessuno escluso, usava i giovani come schiavi per raccogliere firme,attaccare manifesti, fare la ola ai comizi,o fare quella che, con un eufemismo, chiamavano attività politica: distribuire tonnellate di volantini intrisi di slogan fini a sé stessi senza nessuna precedente o seguente iniziativa politica. E’ stata svolta una sapiente opera di diseducazione: l’abitudine allo scontato,l’incapacità del nuovo,l’accontentarsi del poco.
Forse i “ puristi” dell’estrema destra e limitrofi si scandalizzeranno, ma non ce ne diamo pensiero. Questi “ puristi” che hanno impedito un serio riesame critico delle “ idee di destra”,facendole finire,negli ultimi anni nelle mani peggiori in cui potesse capitare, farebbero bene a recitare il mea culpa
Sono stati persi troppi anni e troppe energie a cercare le fate nei boschi: ma le fate nei boschi non ci sono.
I partiti dell’area di estrema destra, tutti,nessuno escluso, ormai sono solamente dei cadaveri in attesa dell’eutanasia,che non è troppo lontana. Hanno creato delle sette, e come tutte le sette, destinate all’estinzione: se da un albero ( che è la setta ) inizio a tagliare dei rami, uno dietro l’altro, alla fine non rimane neanche uno stuzzicadenti.
Ad onor del vero nel passato ci sono stati vari tentativi non andati in porto per una serie di ragioni che analizzeremo in altra sede – una per tutte Campo Hobbit I – ma la principale è sicuramente stata la paura, da parte dei gestori dell’allora unico partito di estrema destra, di perdere le posizioni acquisite, non rendendosi conto che quelle posizioni erano destinate ad esaurirsi con il passare del tempo.
E’ stata dominante la paura, la paura di avventurarsi su sentieri e strade per noi sconosciuti, la paura di andare “ verso il buio” e non si era capito che, invece, si andava verso la “ luce”, la luce di una epoca che sarebbe stata radiosa e foriera di successi.
Oggi possiamo tranquillamente sostenere che siamo fuori, non solo e non tanto, dall’ambiente di estrema destra, ma che ci siamo liberati, una volta per tutte e per sempre, di qualsiasi atteggiamento o riferimento al passato; non rinneghiamo niente della nostra storia personale e politica, ma ci sentiamo eredi solo ed esclusivamente dei valori rivoluzionari, da qualsiasi parte provengano, che hanno dominato, ed a volte cambiato, la storia del mondo. Possiamo tranquillamente e serenamente sostenere che non ci sentiamo fascisti in quanto il fascismo non è abbastanza rivoluzionario per noi, come non ci sentiamo comunisti in quanto il comunismo non è abbastanza rivoluzionario per noi.
Abbiamo definitivamente preso le distanze dalle ideologie che sono vere e proprie droghe, più pericolose di quelle chimiche, inventate ad arte per dividere tutte le componenti che erano contro il sistema, il divide et impera è stato applicato in maniera magistrale.
Finalmente si è dato spazio alle Idee. Se una battaglia è condivisa si deve fare con tutti quelli che ci stanno – è così che si forma una coscienza popolare - , se l’obiettivo è il bene del popolo che ce ne frega se i nostri compagni di lotta hanno in tasca la tessera del Pd, di Rifondazione, o di qualsiasi altro partito o movimento di qualsiasi altra estrazione politica.
La battaglia delle Idee, che è anche battaglia dell’estetica: una estetica nuova, un nuovo modo di comunicare,forme e contenuti moderni,svincolati da retaggi storici, che non ci interessano più.
Studio, formazione personale, elaborazione di tesi, apertura al mondo questa è la strada da percorrere. Far veicolare le idee per confrontarle con altre, per raggiungere una sintesi che ci conduca verso obiettivi di lotta chiari,comprensibili ed inerenti alla nostra epoca: aprirsi alla società civile, a quella che paga a più caro prezzo la crisi del capitalismo, essere in ogni contesto in cui si lotta e ci si batte per quello che è necessario ad una vita dignitosa, dobbiamo essere presenti nelle lotte per la libertà di pensiero, per una giustizia giusta,per uno stato che sia veramente sociale,a fianco degli studenti, dei lavoratori licenziati od in cassa integrazione,dei precari, dei disoccupati,di tutti i diseredati, e ce ne sono tanti, che chiedono soltanto di poter vivere con dignità.
Abbiamo dato vita ad una unione di forze di varie realtà esistenti sul territorio chiedendo solamente una comune forma di comunicazione che non fosse legata, in maniera assoluta, a nessun riferimento, di esperienze passate, lasciando la libertà operativa a ciascun aderente nella propria zona di influenza:chiedendo solamente il confronto sulle Idee, non soltanto nostre, ma di chiunque volesse portare acqua al mulino degli eretici e dei ribelli.
Abbiamo avvertito l’esigenza di dire qualcosa di nuovo, di cercare qualcosa di nuovo: l’abbiamo trovato nella politica delle Idee, cerchiamola in tutti i campi,perché fare politica non è solo fare comizi e distribuire volantini, politica è vivere anche la vita in un determinato modo, e noi abbiamo trovato la “ via nuova”, la via delle Idee e intendiamo portarla avanti in tutti i campi.
Nella nostra Confederatio per il Fronte di Liberazione Nazionale non abbiamo bisogno di tessere,di comandi secchi da capo manipolo, niente capi e capetti da osannare e servire. Abbiamo una ottima cassa di risonanza: la capacità di incidere nella realtà e di vivere in sintonia col proprio tempo, una omogeneità di stile e di comportamenti: ecco il valore assoluto dell’estetica.
Solo per gli uomini liberi.
E sopra di noi le stelle.
beh detto da uno che con i boia chi molla ecc ecc si è candidato sindaco a Predappio è tutto dire.
RispondiEliminaMarconi era contro forza nuova già sei sette anni fa, poi magicamente ha deciso di aderire con le sue legioni di seguaci, LUI, ora se ne riesce e risputa su fn...
per la serie un uomo un perchè...
"Possiamo tranquillamente e serenamente sostenere che non ci sentiamo fascisti in quanto il fascismo non è abbastanza rivoluzionario per noi, come non ci sentiamo comunisti in quanto il comunismo non è abbastanza rivoluzionario per noi."
RispondiEliminahahahaha la Confederatio è una incredibile fonte di comicità!
"Solo per gli uomini liberi dalla ragione e asserviti al vino" dovresti scrivere!
Firmato
Il superivoluzionario
Il più rivoluzionario dei comunisti,dei fascisti e dei Confederationisti!
Cribbia! Sembra copiato pari pari da un comunicato ad opera degli Autonomi Nazionalisti: no fascisti, no leader e capetti, anticapitalismo militante, uomini liberi, estetica nuova e così via.
RispondiEliminaChe però, a quanto mi risulta, non sono parte della cosa ed anzi, pur essendo i primi ad aver seguito sta strada, non vengono neppure citati!
Certo che se alla fine di tutte ste parole il greco finisce poi per creare la solita comunità militante, la cosa finisce subito per puzzare di stantio!
Belle parole, bei proclami, slogans, per non sembrare il solito gruppuscolo "anarcoide", "ribellistico", le vostre linee teoriche, anche minimali, quali sono?
RispondiEliminaFare Laboratorio per confrontare le Idee dalla sintesi delle quali elaborare un programma comune per tutti quelli che ci stanno.
RispondiEliminaClaudio Marconi