E i giovani postfascisti si riappropriano di Acca Larentia e di quattro morti impunite

Negli anni scorsi l'anniversario di Acca Larentia è stato spesso occasione di polemiche e di tensione, con gli ex missini sotto accusa, per aver "tradito" il "sangue dei vinti", partecipando a una coalizione di governo che si è spesso distinta per particolare subalternità ai governi di Stati Uniti e Israele, i più odiati dalle frange "ortodosse" della destra radicale.
Quest'anno, invece, la fascisteria pidiellina si pone decisamente all'attacco. Domani è in programma una duplice presentazione del libro scritto da Luca Valentinotti e Valerio Cutronilli, "Acca Larentia. Quello che non è mai stato detto" (Edizioni Trecento, 2011): la mattina in Campidoglio, organizzata dal gruppo consiliare del Pdl e la partecipazione dei consiglieri Ugo Cassone e Alessandro Cochi, la sera, al Foro 753, il centro sociale della gioventù alemanniana. A sua volta il manifesto commemorativo di Azione Giovani invoca giustizia per gli anni di piombo, con un'implicita allusione al caso Battisti, ma accomunando nella richiesta quattro cuori neri: due (Ciavatta e Bigonzetti) caduti sotto il piombo della guerriglia rossa, due (Recchioni e Giaquinto) uccisi da polizia e carabinieri durante scontri di piazza. Incuranti del fatto che oggi il ministro della Difesa sia il "loro" Ignazio Larussa (per altro proprio oggi impegnato in un imbarazzante confronto con i vertici delle Forze armate dopo le bugie raccontate sul soldato caduto in Afghanistan la sera di San Silvestro). Quattro morti impunite.