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De Angelis, Tiberi, Signorelli, l'anno orribile della fascisteria romana

fine marzo : Giorgio de Angelis (sul cartellone elettorale i manifesti affissi per ricordarlo il giorno del voto)
metà agosto: Pietro Tiberi
inizio dicembre: Paolo Signorelli.
E' stato veramente un anno terribile per la fascisteria romana. E a voler parafrasare Adinolfi si potrebbe osservare che i tre incarnavano gli archetipi tradizionali del bramino (Signorelli), del guerriero (De Angelis), del coltivatore (Tiberi: della memoria in prima istanza, ma anche di relazioni e di iniziative pratiche per la solidarietà con i camerati che si venivano a trovare in condizioni di bisogno). Va da sé che sono morti tutti e tre giovani: il primo nello spirito (e come il suonatore Jones con la vita ci avrebbe ancora giocato) gli altri due anche negli anni (cinquanta e dintorni).
A voler essere precisi, c'è stato anche un altro morto pesante, la cui fine tragica è ancora circondata dal mistero: Sergio Calore, sgozzato a colpi di picozza agli inizi di ottobre. Incerto nella sua vocazione, tra bramino e guerriero, ha finito per scegliere di collocarsi tra i fuori casta, gli intoccabili. Senza rimpianti.

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