Alemanno contro Svastichella: ci vuole l'aggravante dell'omofobia
La vicenda di "Svastichella" è abbastanza nota. Nell'estate del 2009 ferì due ragazzi al Gay Village, suscitando un'onda emotiva di solidarietà antisessista veramente ampia. Il fatto provocò, tra l'altro, tensioni del tutto originali tra Alemanno e alcuni suoi supporter. Alla marcia anti-discriminazione tempestivamente convocata da un'ampio cartello di forze, aderì con convinzione anche CasaPound, che in genere, su tutte le questioni delle libertà civili, ha posizioni abbastanza libertarie (non sono soli, anche la Mussolini ...). Ma Alemanno mandò a dire ai "fascisti del Duemila" che la loro presenza non era gradita. Una discriminazione contro chi si voleva mobilitare contro le discriminazione è una contraddizione abbastanza pesante.
Un anno dopo l'autore del ferimento tornò alla ribalta della cronaca come organizzatore di un massiccio traffico di droga tra Tor Bella Monaca e Laurentino 38.
E ' di ieri invece la sentenza d'appello: i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche e concesso un robusto sconto di pena (da 7 anni a 4) pur confermando la qualificazione del reato come tentato omicidio.
Il sindaco di Roma non si è lasciato distrarre dal rush finale per la soluzione della crisi in Campidoglio e ha prontamente protestato: condanna mite, ci vuole l'aggravante specifica della discriminazione omofoba e così si risolve il problema (probabilmente basterebbe escludere le generiche per chi nelle more del processo è accusato di gravi reati...). Poi si è fiondato a chiudere la crisi, rafforzando la compagine capitolina con due esponenti dei "poteri forti" della capitale: un dirigente di Bankitalia al Bilancio, il presidente dell'Acli alla Famiglia. E a casa il suo uomo immagine, Umberto Croppi, che probabilmente paga, più che la tempesta mediatica di Parentopoli (anche un genio come Klaus Davi avrebbe faticato a gestire la crisi) il suo ruolo tra gli ideologi della destra nuova futurista-libertaria. E giusto per non farsi mancare niente il primo impegno di Alemanno 2 è la visita al Papa. Chissà se Benedetto XVI apprezzerà la sua mancanza di misericordia verso i carcerati...
LA SENTENZA
Aggredì due giovani gay
pena ridotta per "Svastichella"
In appello la condanna è scesa da 7 a 4 anni, per la concessione delle attenuanti generiche. Ma resta invariata la contestazione di tentato omicidio. Le parti civile si dichiarano soddisfatte, ma Alemanno esprime perplessità
Pena ridotta nel processo d'appello per Alessandro Sardelli, noto come "Svastichella", l'uomo accusato di aver aggredito due ragazzi omosessuali la notte tra il 21 e il 22 agosto del 2009 al Gay Village all'Eur. Lo hanno deciso i giudici della I Corte d'Appello, presieduta da Eugenio Mauro, che hanno ridotto la condanna a quattro anni dai sette inflitti con rito abbreviato il 13 gennaio scors. Il pg Elisabetta Ceniccola aveva chiesto invece la conferma di tale condanna.
La riduzione è motivata dalla concessione delle attenuanti generiche, ma lascia invariata la contestazione di tentato omicidio, porto d'arma bianca e lesioni gravi, per aver ferito al torace un ragazzo gay, Dino, e averne colpito un altro alla testa, Giuseppe. Soddisfatti per questa decisione le parti civili costituite, il Comune di Roma con l'avvocato Enrico Maggiore, l'Arcigay Roma e i due ragazzi aggrediti con l'avvocato Daniele Stoppello.
Ma è proprio il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a esprimere perplessità per la riduzione di pena. "Pur rispettando l'autonoma decisione dei giudici della Corte d'Appello non possiamo non rimanere profondamente perplessi di fronte a questa sentenza perché riduce a 4 anni una condanna per tentato omicidio", ha dichiarato il primo cittadino. "Tutto questo non sarebbe successo se in Italia esistesse una norma che preveda un'aggravante per omofobia".
E anche da una delle vittime dell'aggressione arrivano parole dure: "Sono indignato di fronte a quei politici che dicono di voler combattere la violenza e poi non fanno nulla", dichiara Dino. "Cosa aspetta il Parlamento ad approvare una legge sul reato di omofobia. Dovrebbero vergognarsi".
La riduzione è motivata dalla concessione delle attenuanti generiche, ma lascia invariata la contestazione di tentato omicidio, porto d'arma bianca e lesioni gravi, per aver ferito al torace un ragazzo gay, Dino, e averne colpito un altro alla testa, Giuseppe. Soddisfatti per questa decisione le parti civili costituite, il Comune di Roma con l'avvocato Enrico Maggiore, l'Arcigay Roma e i due ragazzi aggrediti con l'avvocato Daniele Stoppello.
Ma è proprio il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a esprimere perplessità per la riduzione di pena. "Pur rispettando l'autonoma decisione dei giudici della Corte d'Appello non possiamo non rimanere profondamente perplessi di fronte a questa sentenza perché riduce a 4 anni una condanna per tentato omicidio", ha dichiarato il primo cittadino. "Tutto questo non sarebbe successo se in Italia esistesse una norma che preveda un'aggravante per omofobia".
E anche da una delle vittime dell'aggressione arrivano parole dure: "Sono indignato di fronte a quei politici che dicono di voler combattere la violenza e poi non fanno nulla", dichiara Dino. "Cosa aspetta il Parlamento ad approvare una legge sul reato di omofobia. Dovrebbero vergognarsi".
(13 gennaio 2011)
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