Murelli: meglio Fini che Berlusconi
E' un bel po' che non mi occupo della "madre di tutte le battaglie" politiche italiane, che sta arrivando allo show down di martedì 14. Così mi sembra interessante riprendere da vivamafarka quello che Maurizio Murelli propone come il virtuale editoriale di fine anno di Orion (che non è più stampata da un paio di anni per le difficoltà finanziarie che la Società editrice Barbarossa ha dovuto affrontare). Il dibattito che si è sviluppato è interessante
Meglio Fini di Berlusconi di Maurizio Murelli
Si è detto che Wikileaks è una “bufala” ammaestrata dalla Cia, dai poteri forti di matrice statunitense desiderosi di fare la festa a Obama, che mettere in piazza banalità risapute. Può essere. Ma in questi giorni mi son letto per benino quanto è stato esternato. Che non è tutto, è vero. Forse filtrato. E forse gli inglesi che gestiscono l’Australiano più ricercato del mondo stanno godendo come ricci alle spalle del cugino americano messo in ridicolo che da tempo ha cercato di affrancarsi dall’asse ANGLO-americano facendo tutto da se è consultandosi sempre meno con le volpi della perfida Albione.
Ma qualunque sia la valutazione che si voglia dare sulle reali ragioni della messa in chiaro del pettegolezzo diplomatico americano, è certo che quel materiale è comunque autentico. E fornisce moltissimi spunti di riflessione, più per quel che non dice che per quel che dice. Attenzione: quello che non viene detto non è taciuto per via di un filtro a monte, ma semplicemente non viene detto perché non c’è niente da dire.
Tra quel che sicuramente c’è di interessante figura il materiale riguardante USA-Israele-Iran e Arabia Saudita. Risulta palese, da questo materiale, che la teoria di un’intesa tra Iran-USA e Israele per “coglionare” il mondo con una falsa competizione è una tesi errata. Non c’è nulla nei dispacci mediamente riservati, riservati e super-riservati che faccia da supporto a questa teoria. Quel che per ora è venuto fuori va nella direzione opposta e dimostra un lavorìo anti-iraniano piuttosto spinto, portato avanti dagli USA in Europa e presso i paesi arabi.
Allo stesso modo NON C’E’ alcuna nota che riguarda Fini quale “figlio prediletto” dell’amministrazione USA in chiave antiberlusconiana. Non c’è. È un signor nessuno. Chi sostiene essere Fini un pupazzo agito dai Poteri Forti di Loggia o di Sinagoga ora dirà che in realtà quei poteri stanno oltre l’Amministrazione e quindi oltre la politica e per questo non ve n’è traccia nei dispacci diplomatici. Ma è una tesi che fa acqua. La diplomazia attraverso i relativi “007” ne sarebbe informata e un miserabile dispaccio da qualche parte esisterebbe. Non esiste.
Tutto questo supporta l’idea che quello che noi chiamiamo Mondialismo in realtà agisce come una muffa stesa sulla pelle dei popoli e delle nazioni piuttosto che come una siringa che inietta negli organismi il proprio velenoso siero. Più una progressione chimica che meccanica.
Questa storia di Wikileaks nel quadro internazionale è una bella botta alla “teoria complottistica” e certamente non solo per il brevissimo cenno che qui ho fatto. Chi ha voglia e tempo studi il materiale e si faccia la sua idea alternativa, se ci riesce.
Quindi, le carte di Wikileaks ci suggeriscono che dietro l’Iran non c’è il duo USA-Israele e che in Italia Fini non è oggetto di considerazione speciale in nessun senso. Se fosse la pedina di un gioco USA ce ne sarebbe traccia; se fosse la pedina dei cugini inglesi ce ne sarebbe traccia. Non c’è.
Se ne deduce che Fini va ridotto al soggetto politico che è in realtà, un soggetto di medio calibro tutto compreso nella saga nazionale. Niente di più, niente di meno.
Una persona che il neofascismo condanna come traditore e non si capisce perché, visto che tutti sanno che non è mai stato parafascista neppure per sbaglio. Il neofascismo ha valide ragioni per condannarlo in quanto altro da sé, per il fatto che ha usato il sangue dei vinti come sgabello per fare carriera; per il fatto di avere in passato speso maldestramente il nome di Mussolini e dei fascisti. Per aver liquidato il MSI in nome dell’abominio AN e poi aver sacrificato AN, facendole prima perdere identità e poi stemperandola dentro il PDL. Certo, per salvarsi dal giudizio impietoso dell’elettorato che ne avrebbe determinato la fine. Se non si fosse alleato con Berlusconi nel PDL, presente nella competizione elettorale la Destra di Storace, ci sarebbe stata dispersione di voti e ascesa de La Destra. Come è andata lo sappiamo. Insomma ce n’è abbastanza senza andare a cercare altro per una condanna senza riserva da parte del neofascismo.
Premesso che personalmente mi colloco fuori dalla dialettica di Sistema e quindi dalle alchimie che si producono al suo interno per lo sviluppo di questo Sistema e che alla fin fine dal mio punto di vista Berlusconi e Fini per me pari sono, credo che una riflessione circa l’esito del duello tra i due vada fatta. Almeno in rapporto all’incidenza che i due possono avere su quel che resta del patrimonio nazionale.
Personalmente parto dalla definizione della cornice internazionale.
1) Gli USA come potenza planetaria sono sulla via del tramonto. L’asse si sta spostando a Est e produrrà una “dialettica geopolitica” tra Cina e Russia;
2) L’assetto europeo è in via di risistemazione. La Germania esce dal post-riunificazione conseguendo un equilibrio che le mancava da oltre vent’anni; la Francia è in affanno e in declino come potenza di stato. Non le giova l’attuale presidenza: la Gran Bretagna guarda sempre meno a ovest e più verso l’Europa. Percepisce il declino statunitense e se c’è una dietrologia plausibile da fare sull’affare Wikileaks va ricercata qui, in questo riposizionamento inglese del proprio interesse geopolitico. Quindi ancora una volta si vedrà in Europa un confronto/scontro tra Inghilterra e Germania per la supremazia in Europa, sempre più in dialettica geopolitica con l’est.
In questo quadro l’Italia di Berlusconi ha obiettivamente tentato la sua carta per accreditarsi come potente interlocutrice tra Europa, USA e Russia. Una politica estera su cui si è spesa la quasi totalità delle energie disponibili a discapito della politica sociale interna. Ma ci poteva stare. Ma fino ad un certo punto. Infatti Berlusconi si è schiantato proprio sull’equilibrio che andava mantenuto tra impegno interno alla nazione e scena internazionale.
Lascio da parte tutte le varie questioni circa gli interessi personali, l’ipertrofica personalità irritante di Berlusconi, la totale mancanza di un “quadro” teorico che metta insieme politica governativa e politica economica internazionale retta da una consapevole visione geopolitica. Appare del tutto evidente la conduzione a vista, costruita sulla base di passioni e istinti di giornata, gusti e simpatie personali. E vengo al dunque dopo due altre puntualizzazioni: che sono le seguenti.
a) In VivaMafarka la quasi totalità degli utenti attacca lancia in resta Fini, e salva, spesso e volentieri, Berlusconi: al quale fa grazia di una “politica sovranista” che porterebbe beneficio alla Nazione.
Non voglio discutere nel merito della cosa. Facciamo finta che sia vero. Diamo per logico che un uomo di Sistema come Fini, che niente ha a che fare con la tradizione neofascista, dovesse assecondare le idealità del fascismo del Terzo Millennio e che Berlusconi sia stato veramente un idealista che si è speso per il bene della Nazione. Concedo tutto e di più.
b) Nel prendere posizione sulla questione Berlusconi vs Fini con annessi e connessi non si mettono in gioco le visioni del mondo, le scale di valori, i principi. Si mettono in gioco solo previsioni, opinioni, tattiche, strategie in riferimento ad un mondo altro rispetto al quale si appartiene. Quindi non condivido certe prese di posizioni apocalittiche sulla questione, le forzature di costruire alle spalle di questa saga nazionale tra due tipi italiani un retroscena che in tutta evidenza non esiste. Ma il non condividere le convinzioni di altri nel merito dell’agire di uno o dell’altro soggetto, non mi fa spostare di una virgola rispetto all’asse centrale dell’idea di Stato che coltivo, la scala di valori e la complessiva visione del mondo. Per certi versi è come se osservassi un acquario. Per altri, ragiono non su ciò che è stato dato ed è accaduto ma sulle prospettive future.
Ed è qui che, se dovessi fare il gioco della torre, oggi, o meglio a partire dall’inizio dello scontro tra i due cominciato nella tarda primavera, decido di buttare giù dalla torre Berlusconi.
Perché? Perché comunque si giudichi l’operato di Berlusconi, per sue implicite scelte si è avviato all’espulsione del gioco politico. È a fine corsa. Che può avvenire tra 10 giorni o tra due anni: comunque sia, lui, come persona, va fuori gioco. Ed è qui il vero problema.
Stando a quel che lui stesso dichiara, sarà lui a (tentare di) decidere a chi lascerà il potere, ai giovani che lui ha allevato e introdotto nell’agone politico. In altre parole ci vuole lasciare in eredità il berlusconismo senza Berlusconi, che in qualche modo compensa la mostruosità del berlusconismo. Avete un’idea di cosa significa? Tra l’altro significa la castrazione di ogni possibilità di sviluppo del progetto antagonista al Sistema; significa, se quest’operazione avrà successo, la messa fuori gioco delle nostre prospettive.
Se invece vincerà l’opzione Fini (con annessi e connessi) la situazione che si verrà a determinare apre davanti a noi le praterie immense per le nostre proposte. Perché il quadro politico nazionale nel contesto del quadro internazionale oggi destabilizzato e all’affannosa ricerca dell’alternativa di progetto complessivo ci consentirebbe di essere soggetti propositivi e non soggetti aggregati ad una mostruosità melmosa quale sarebbe il berlusconismo. Anche volendo ammettere una retrocessione a tutti i difetti della prima repubblica(sic) noi in quella situazione avremmo spazio di manovra, che viceversa ci verrebbe negato.
Non si tratta dunque di scelta delle persone, ma di una scelta di terreno, di ambientazione dentro cui muoversi e avere opportunità come soggetti politici indipendenti portatori di radicale e fondamentale alternativa di Sistema.
Dal mio punto di vista, dunque, non si tratta di stare con Fini (o chi per esso) ma di valutare l’esito dello scontro tra i due nella prospettiva della fuoriuscita di Berlusconi. Che è matematica. Si tratta di rifiutare la prospettiva del lascito di Berlusconi, il berlusconismo preferendo il pantano della frammentazione partitica dentro cui incunearsi. Avere di fronte tante relative piccole debolezze piuttosto che una immane orda di Unni famelici aggregati dall’ideologia berlusconiana e dall’insaziabile appetito.
Si tratta, sempre dal mio punto di vista, di valutare quale sia per il prossimo futuro il terreno e lo scenario più idoneo da auspicare per noi. E per noi intendo il movimento nel suo complesso fatto di molteplici realtà e strutturazioni organizzative. Un Movimento che io auspico consegua un pluralismo omogeneo facendo salva la saggia indicazione del “marciare divisi, colpire uniti”.
Meglio Fini di Berlusconi di Maurizio Murelli
Si è detto che Wikileaks è una “bufala” ammaestrata dalla Cia, dai poteri forti di matrice statunitense desiderosi di fare la festa a Obama, che mettere in piazza banalità risapute. Può essere. Ma in questi giorni mi son letto per benino quanto è stato esternato. Che non è tutto, è vero. Forse filtrato. E forse gli inglesi che gestiscono l’Australiano più ricercato del mondo stanno godendo come ricci alle spalle del cugino americano messo in ridicolo che da tempo ha cercato di affrancarsi dall’asse ANGLO-americano facendo tutto da se è consultandosi sempre meno con le volpi della perfida Albione.
Ma qualunque sia la valutazione che si voglia dare sulle reali ragioni della messa in chiaro del pettegolezzo diplomatico americano, è certo che quel materiale è comunque autentico. E fornisce moltissimi spunti di riflessione, più per quel che non dice che per quel che dice. Attenzione: quello che non viene detto non è taciuto per via di un filtro a monte, ma semplicemente non viene detto perché non c’è niente da dire.
Tra quel che sicuramente c’è di interessante figura il materiale riguardante USA-Israele-Iran e Arabia Saudita. Risulta palese, da questo materiale, che la teoria di un’intesa tra Iran-USA e Israele per “coglionare” il mondo con una falsa competizione è una tesi errata. Non c’è nulla nei dispacci mediamente riservati, riservati e super-riservati che faccia da supporto a questa teoria. Quel che per ora è venuto fuori va nella direzione opposta e dimostra un lavorìo anti-iraniano piuttosto spinto, portato avanti dagli USA in Europa e presso i paesi arabi.
Allo stesso modo NON C’E’ alcuna nota che riguarda Fini quale “figlio prediletto” dell’amministrazione USA in chiave antiberlusconiana. Non c’è. È un signor nessuno. Chi sostiene essere Fini un pupazzo agito dai Poteri Forti di Loggia o di Sinagoga ora dirà che in realtà quei poteri stanno oltre l’Amministrazione e quindi oltre la politica e per questo non ve n’è traccia nei dispacci diplomatici. Ma è una tesi che fa acqua. La diplomazia attraverso i relativi “007” ne sarebbe informata e un miserabile dispaccio da qualche parte esisterebbe. Non esiste.
Tutto questo supporta l’idea che quello che noi chiamiamo Mondialismo in realtà agisce come una muffa stesa sulla pelle dei popoli e delle nazioni piuttosto che come una siringa che inietta negli organismi il proprio velenoso siero. Più una progressione chimica che meccanica.
Questa storia di Wikileaks nel quadro internazionale è una bella botta alla “teoria complottistica” e certamente non solo per il brevissimo cenno che qui ho fatto. Chi ha voglia e tempo studi il materiale e si faccia la sua idea alternativa, se ci riesce.
Quindi, le carte di Wikileaks ci suggeriscono che dietro l’Iran non c’è il duo USA-Israele e che in Italia Fini non è oggetto di considerazione speciale in nessun senso. Se fosse la pedina di un gioco USA ce ne sarebbe traccia; se fosse la pedina dei cugini inglesi ce ne sarebbe traccia. Non c’è.
Se ne deduce che Fini va ridotto al soggetto politico che è in realtà, un soggetto di medio calibro tutto compreso nella saga nazionale. Niente di più, niente di meno.
Una persona che il neofascismo condanna come traditore e non si capisce perché, visto che tutti sanno che non è mai stato parafascista neppure per sbaglio. Il neofascismo ha valide ragioni per condannarlo in quanto altro da sé, per il fatto che ha usato il sangue dei vinti come sgabello per fare carriera; per il fatto di avere in passato speso maldestramente il nome di Mussolini e dei fascisti. Per aver liquidato il MSI in nome dell’abominio AN e poi aver sacrificato AN, facendole prima perdere identità e poi stemperandola dentro il PDL. Certo, per salvarsi dal giudizio impietoso dell’elettorato che ne avrebbe determinato la fine. Se non si fosse alleato con Berlusconi nel PDL, presente nella competizione elettorale la Destra di Storace, ci sarebbe stata dispersione di voti e ascesa de La Destra. Come è andata lo sappiamo. Insomma ce n’è abbastanza senza andare a cercare altro per una condanna senza riserva da parte del neofascismo.
Premesso che personalmente mi colloco fuori dalla dialettica di Sistema e quindi dalle alchimie che si producono al suo interno per lo sviluppo di questo Sistema e che alla fin fine dal mio punto di vista Berlusconi e Fini per me pari sono, credo che una riflessione circa l’esito del duello tra i due vada fatta. Almeno in rapporto all’incidenza che i due possono avere su quel che resta del patrimonio nazionale.
Personalmente parto dalla definizione della cornice internazionale.
1) Gli USA come potenza planetaria sono sulla via del tramonto. L’asse si sta spostando a Est e produrrà una “dialettica geopolitica” tra Cina e Russia;
2) L’assetto europeo è in via di risistemazione. La Germania esce dal post-riunificazione conseguendo un equilibrio che le mancava da oltre vent’anni; la Francia è in affanno e in declino come potenza di stato. Non le giova l’attuale presidenza: la Gran Bretagna guarda sempre meno a ovest e più verso l’Europa. Percepisce il declino statunitense e se c’è una dietrologia plausibile da fare sull’affare Wikileaks va ricercata qui, in questo riposizionamento inglese del proprio interesse geopolitico. Quindi ancora una volta si vedrà in Europa un confronto/scontro tra Inghilterra e Germania per la supremazia in Europa, sempre più in dialettica geopolitica con l’est.
In questo quadro l’Italia di Berlusconi ha obiettivamente tentato la sua carta per accreditarsi come potente interlocutrice tra Europa, USA e Russia. Una politica estera su cui si è spesa la quasi totalità delle energie disponibili a discapito della politica sociale interna. Ma ci poteva stare. Ma fino ad un certo punto. Infatti Berlusconi si è schiantato proprio sull’equilibrio che andava mantenuto tra impegno interno alla nazione e scena internazionale.
Lascio da parte tutte le varie questioni circa gli interessi personali, l’ipertrofica personalità irritante di Berlusconi, la totale mancanza di un “quadro” teorico che metta insieme politica governativa e politica economica internazionale retta da una consapevole visione geopolitica. Appare del tutto evidente la conduzione a vista, costruita sulla base di passioni e istinti di giornata, gusti e simpatie personali. E vengo al dunque dopo due altre puntualizzazioni: che sono le seguenti.
a) In VivaMafarka la quasi totalità degli utenti attacca lancia in resta Fini, e salva, spesso e volentieri, Berlusconi: al quale fa grazia di una “politica sovranista” che porterebbe beneficio alla Nazione.
Non voglio discutere nel merito della cosa. Facciamo finta che sia vero. Diamo per logico che un uomo di Sistema come Fini, che niente ha a che fare con la tradizione neofascista, dovesse assecondare le idealità del fascismo del Terzo Millennio e che Berlusconi sia stato veramente un idealista che si è speso per il bene della Nazione. Concedo tutto e di più.
b) Nel prendere posizione sulla questione Berlusconi vs Fini con annessi e connessi non si mettono in gioco le visioni del mondo, le scale di valori, i principi. Si mettono in gioco solo previsioni, opinioni, tattiche, strategie in riferimento ad un mondo altro rispetto al quale si appartiene. Quindi non condivido certe prese di posizioni apocalittiche sulla questione, le forzature di costruire alle spalle di questa saga nazionale tra due tipi italiani un retroscena che in tutta evidenza non esiste. Ma il non condividere le convinzioni di altri nel merito dell’agire di uno o dell’altro soggetto, non mi fa spostare di una virgola rispetto all’asse centrale dell’idea di Stato che coltivo, la scala di valori e la complessiva visione del mondo. Per certi versi è come se osservassi un acquario. Per altri, ragiono non su ciò che è stato dato ed è accaduto ma sulle prospettive future.
Ed è qui che, se dovessi fare il gioco della torre, oggi, o meglio a partire dall’inizio dello scontro tra i due cominciato nella tarda primavera, decido di buttare giù dalla torre Berlusconi.
Perché? Perché comunque si giudichi l’operato di Berlusconi, per sue implicite scelte si è avviato all’espulsione del gioco politico. È a fine corsa. Che può avvenire tra 10 giorni o tra due anni: comunque sia, lui, come persona, va fuori gioco. Ed è qui il vero problema.
Stando a quel che lui stesso dichiara, sarà lui a (tentare di) decidere a chi lascerà il potere, ai giovani che lui ha allevato e introdotto nell’agone politico. In altre parole ci vuole lasciare in eredità il berlusconismo senza Berlusconi, che in qualche modo compensa la mostruosità del berlusconismo. Avete un’idea di cosa significa? Tra l’altro significa la castrazione di ogni possibilità di sviluppo del progetto antagonista al Sistema; significa, se quest’operazione avrà successo, la messa fuori gioco delle nostre prospettive.
Se invece vincerà l’opzione Fini (con annessi e connessi) la situazione che si verrà a determinare apre davanti a noi le praterie immense per le nostre proposte. Perché il quadro politico nazionale nel contesto del quadro internazionale oggi destabilizzato e all’affannosa ricerca dell’alternativa di progetto complessivo ci consentirebbe di essere soggetti propositivi e non soggetti aggregati ad una mostruosità melmosa quale sarebbe il berlusconismo. Anche volendo ammettere una retrocessione a tutti i difetti della prima repubblica(sic) noi in quella situazione avremmo spazio di manovra, che viceversa ci verrebbe negato.
Non si tratta dunque di scelta delle persone, ma di una scelta di terreno, di ambientazione dentro cui muoversi e avere opportunità come soggetti politici indipendenti portatori di radicale e fondamentale alternativa di Sistema.
Dal mio punto di vista, dunque, non si tratta di stare con Fini (o chi per esso) ma di valutare l’esito dello scontro tra i due nella prospettiva della fuoriuscita di Berlusconi. Che è matematica. Si tratta di rifiutare la prospettiva del lascito di Berlusconi, il berlusconismo preferendo il pantano della frammentazione partitica dentro cui incunearsi. Avere di fronte tante relative piccole debolezze piuttosto che una immane orda di Unni famelici aggregati dall’ideologia berlusconiana e dall’insaziabile appetito.
Si tratta, sempre dal mio punto di vista, di valutare quale sia per il prossimo futuro il terreno e lo scenario più idoneo da auspicare per noi. E per noi intendo il movimento nel suo complesso fatto di molteplici realtà e strutturazioni organizzative. Un Movimento che io auspico consegua un pluralismo omogeneo facendo salva la saggia indicazione del “marciare divisi, colpire uniti”.
Caro Maurizio,
RispondiEliminain un ipotetico gioco della torre, dalla torre volentieri butterei, senza se e senza ma, sia il neoduce Berlusconi sia il kamerata, convertito al sionismo Fini.. Come ho scritto in questo simpatico ed interessante blog del maestro Tassinari, tra il neoduce Berlusconi e il camerata Fini il giusto sta nel mezzo...
http://fascinazione.blogspot.com/2010/11/tra-il-camerata-fini-e-il-neo-duce.html
Forse sarebbe meglio metterli tutti sulla torre, destri e sinistri, anche radicali e far saltare la torre!
RispondiEliminaIl pezzo di Murelli mi sembra infondato nel suo assunto sulla presunta assenza di Fini: che il suo nome non venga fatto esplicitamente non basta per dire che non vi sia "niente" in proposito. Vi invito a leggere il cablo n°18 sull'azione dispiegata dall'ambasciata americana coinvolgendo "key figures inside and outside government":
RispondiEliminahttp://forum.politicainrete.net/eurasiatisti/48314-la-politica-estera-eni-pdl-10.html
La traduzione del brano in questione è stata presentata nel relativo articolo di Daniele Scalea disponibile sul sito di Eurasia:
http://www.eurasia-rivista.org/7227/shale-gas-vs-south-stream-la-campagna-del-corsera
...piuttosto che un'immane orda di Unni famelici aggregati dall'ideologia berlusconiana........
RispondiEliminaQuesto e' il punto.....bravo Maurizio ...e poi come si fa a chiamare traditore uno come Fini...quando mai e' stato una figura coerente almeno parzialmente con tesi diciamo di destra radicale o socialiste nazionali ?? e chi avrebbe tradito poi ?? il berlusca ?? Perche' c'e' qualcuno nel nostro ambiente o meglio nei resti sfilacciati di quello che era il nostro ambiente
che lo ho mai considerato un campione della destra radicale ?? Un Duce ???? Ma di che stiamo parlando...
Saluti
Stefano (Bistecca)
..Perche' c'e' qualcuno nel nostro ambiente o meglio nei resti sfilacciati di quello che era il nostro ambiente che lo ho mai considerato un campione della destra radicale ?? Un Duce ???? ...mi riferisco a Berlusconi ovviamente...il duce ...dei ..cazzi suoi !
RispondiEliminaMa, tutte queste teorie intellettualoidi le lascio volentieri a chi se ne vuole occupare... Sinceramente sono stufo dei "fascisti di sinistra" e dei tanti presunti duropuristi...
RispondiEliminaDiciano le cose come stanno: alla stragrande maggioranza degli Italiani piace il Fascismo Regime, quello legge ed ordine, delle riforme sociali e delle grandi infrastrutture, delle bonifiche e dei treni in orario, delle colonie estive e dei Patti Lateranensi. Nel Fascismo prima e nel neofascismo poi, la corrente di destra è sempre stata largamente maggioritaria.
La Politica obbliga a delle scelte, a prendere posizione e, come in questo caso, a scegliere il male minore. Quindi, a costo di passare per un becero reazionario anticomununista, confermo di preferire, con tutti i suoi difetti, Silvio Berlusconi all'infame traditore Gianfranco Fini, bastardo opportunista, bugiardo e ladro, al soldo dei poteri forti internazionali.
"Il Barone Nero di Urnavas"
Facendomi violenza, ma come non dare ragione al "barone nero di umavas"!!!
RispondiEliminaAi comunisti Guarreschi attribuì tre narici. Bastano un paio di post qui sopra per avere la prova provata che esistono "fascisti" che di narici ne hanno 48.
RispondiEliminaDio santo! chi l'avrebbe mai detto che i Neofascismo sarebbe assurto a guardia bianca non dico di Berlusconi (già roba da vomito), ma del berlusconismo.
Se continuate a parlare di "destra", da "destra" e come "destre" con "Gianfry" o con "il caballero" continuate ad incartarvi; il Fascismo non é uno "spezzatino" e prenderlo a bocconi serve solo per autolegittimare una propria posizione (che é stato poi l'errore del "neo") anziché guardare al complesso del pensiero socialista nazionale. Qui non é questione di "duripuri" (troppi visti transitare una volta di qua ed una di là), ma di capire se é possibile costruire una reale alternativa di modello di sviluppo. Poi se volete potremmo anche chiamarci - tutti insieme - pure ........."i Puffi", purché il fine strategico sia di ritornare a coniugare giustizia sociale, identità di Comunità Popolo, Dignità di Stirpe.
RispondiEliminaAltrimenti rimaniamo tutti pure monadi impazzite ed al massimo costituiamo una associazione di bocciofila.
Mala tempora currunt.
Paradossalmente concordo con Canosci, il Fascismo è stato un grande movimento rivoluzionario, di lotta e di governo, di sintesi e di modernizzazione. Finito il Fascismo storico, il neofascismo si è diviso in correnti: di destra e di sinistra, la prima largamente maggioritaria.
RispondiEliminaFinito il comunismo reale, crollato il muro di Berlino e finita la prima repubblica ed il pentapartito, il neofascismo, senza capi e senza nemici, senza strategia e senza linea politica unitaria, si è definitivamente diviso.
La corrente di destra, ripeto, quella che è sempre stata maggioritaria, anche nella RSI, si è quindi riposizionata nel moderno bipolarismo, al fianco del PDL e di Berlusconi, scegliendo, pragamticamente, il "male minore".
Io e tanti altri, migliaia e migliaia di "Camerati con 48 narici", la maggioranza silenziosa del neofascismo italiano ed europeo, siamo assolutamente convinti che sia la cosa giusta da fare, per la nostra Patria e per la nostra Idea.
"Il Barone Nero di Urnavas"
(sette palle e quarantotto narici)
:-)
Sarai anche barone ma a storia te la cavi male; in RSI il ritorno alle Origini (non assimilabili ad alcuna destra e ad alcuna sinistra) fu sancito dalle chiare parole del socialista nazionale Mussolini nella lettera di saluto al congresso di Verona letto da Alessandro Pavolini.
RispondiEliminaIn merito alle migliaia e migliaia di quelli che - opportunatamente anche da te virgolettati - definisci "camerati" (del numero delle narici sinceramente me ne importa assai poco) é evidente che la sindrome da "geografia parlamentare" continua a mietere ambiguità ormai non più digeribili, almeno da parte nostra ;-)
Ricordiamoci che, su preciso ordine di Hitler, i nazional socialisti delle SS hanno fisicamente eliminato i socialisti nazionali delle SA. Anche il NS tedesco, da alcuni preso, arbitrariamente, come esempio, è stato, in realtà, in tutte le sue forme politiche ed economiche, un regime classificabile come "di destra". Anche nella RSI, a prescindere dal Manifesto di Verona, rimasto comunque sulla carta, il potere era saldamente in mano alla "destra nazionalista e militarista" rappresentata dal Comandante Junio Valerio Borghese, dal Maresciallo Rodolfo Graziani e da Pino Romualdi, vice Segretario del PFR e poi fondatore del MSI. La storia è molto complicata ed il dibattito ancora aperto...
RispondiElimina"Il Barone Nero di Urnavas"
Hai ragione barone, ma questa volta un'altra notte dei lunghi coltelli potrebbe svolgersi in maniera esattamente contraria se mai ce ne sarà occasione; comunque continui a leggere la storia con le lenti deformate della attuale "democrazia" che i regimi citati - comunque la si voglia vedere - abolirono ed aborrivano.
RispondiEliminaTu citi personaggi infine che non sono nelle nostre corde e che infatti furono - guarda un pò - per motivi molto chiari risparmiati (o salvati dagli anglo-americani) dalla furia dei sicari prezzolati del cln......e che sono poi all'origine della stagione "neo"fascista che ci ha portato a dove siamo.
Il dibattito é bello che chiuso.
Berlusconi è il male minore non c'è dubbio alcuno, il suo schierarsi per gli USA e Israele è stomachevole. Però mi sovviene alla mente Montanelli, il quale esortava a turarsi il naso e a votare DC,perché in alternativa non vi era altro che il PCI.Brindo alla sonora bastonata presa alla Camera dal cognato di Giancarlo Tulliani,era ora.Io sicuramente ho doti di preveggenza, avevo preannunciato che stavo seduto in riva al fiume in trepida attesa e mi sembra di scorgere in lontananza una salma trasportata dalle onde avvicinarsi,mentre con un ghigno satanico sorrido....chi sarà mai? T.V.
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