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La crisi di Forza nuova vista dell'estrema sinistra

da Indymedia Lombardia

C'era una volta Forza Nuova

Le ondate di riflusso prima o poi si placano e offrono di nuovo spazio al fluire dei movimenti che desiderano cambiare l'esistente. Quello che abbiamo vissuto in questi anni, ovvero la rivincita culturale e sociale della destra più estrema, reazionaria, bigotta, di questo paese, forse è ad un passo dalla fine. Non è una certezza ma diversi segnali concorrono ad evidenziare questo momento di passaggio.
Nessuno di noi, tra chi ha vissuto gli anni ottanta della Milano da bere avrebbe mai pensato che certi tristi personaggi sarebbero finiti per occupare i posti più alti della politica governativa e istituzionale di questo paese, eppure è stato proprio così. E non è stata una sorpresa ma un movimento lento, continuo ed inesorabile.
Abbiamo assistito impotenti alla parabola ascendente dei saluti romani, del fascismo in doppiopetto che cerca di darsi un'aria rispettabile e democratica in un clima di costante legittimazione fascista e di progressivo attacco alla costituzione.
Una crescita maturata dentro una società abbruttita, impaurita, fascistizzata e culturalmente spinta nella mani della destra xenofoba e razzista da un micidiale mix di poteri forti e reazionari, di imprenditoria e clero, unitamente ad un dominio incontrastato nel mondo dei media.
Dentro questo clima ha attecchito l'humus dei gruppuscoli di estrema destra, formazioni che improvvisamente hanno intravisto la possibilità di cavalcare un'onda, un momento storico nel quale uscire allo scoperto, fondare partiti, aprire sedi, sfilare in cortei.
Ma la crisi economica, nella sua drammaticità, è in grado anche di compiere miracoli e di far assaporare alla destra sociale e proletarizzata il sapore amaro della disillusione e del disincanto, portando a galla i segni di una crisi profonda che attraversa i movimenti della destra più estrema.
Così dovrà aver pensato il coordinatore nazionale di Forza Nuova Paolo Caratossidis, che proprio in questi giorni ha rassegnato le dimissioni dopo che un (falso ma non smentito) documento circa le sue prese di posizione in solidarietà coi manifestanti del 14 dicembre era circolato in rete.
E sono dimissioni pesanti che mettono allo scoperto la lacerazione del gruppo di FN, allineato per circa un terzo sulle posizioni proprio di Caratossidis. Sui forum della destra i militanti non si prendono in giro. E' la fine.
Un partito che si presenta alle elezioni, accreditato di uno 0.3% e che si spacca è destinato a disciogliersi nel mare magnum delle sigle improbabili e folcloristiche assieme al partito degli automobilisti o a quello dei giocatori di scacchi. L'avventura termina qui, tanti saluti.
E nel leggere l'analisi, o meglio il tentativo di analisi che viene fatta dai militanti di fronte a questa implosione, emerge tutta la difficoltà di FN nell'interrogarsi sul proprio futuro.
Le affermazioni di Caratossidis e la sua apertura nei confronti della regolarizzazione degli immigrati che perdono il lavoro in seguito alla crisi economica vengono bollate da una parte del partito come "degne" del migliore comunismo, salvo poi ammettere che è una posizione largamente condivisa in FN, soprattutto laddove forza nuova è più forte e radicata.
La palesata ammirazione per personaggi alla Hugo Chavez, che i militanti definiscono sprezzantemente "subumani" e "meticci" viene accolta come un atteggiamento degno dei no-global, roba da centri sociali e mette a nudo la pochezza della critica identitaria alla globalizzazione.
Così il problema del bigottismo e del radicalismo cristiano di cui è intriso parte del movimento, viene percepito come un ostacolo, un fattore limitante, mentre una parte del partito non riesce ad andare oltre ad uno scontato e puerile antisemitismo di maniera nel quale viene tirato in ballo persino il deicidio e Amadinejad!
Il tutto condito come dicevamo dalla formula "identitaria" pronunciata come una parola magica e invocata sia da chi spera in una FN lontana dai partiti del palazzo sia da chi richiede l'adesione di FN alla destra di Storace finanche ad una alleanza con il centro destra, ma solo per "condizionarne" le scelte!
Il ritratto di una destra radicale che non regge le contraddizioni di una vera crisi sociale, crisi che obbliga un movimento politico a fare i conti con qualcosa di più che semplici slogan o parole d'ordine e che si appresta ormai a scrivere la parola "fine".
Ho  sottolineato l'incidentale perché l'autore gioca maliziosamente sull'equivoco. Il documento è falso, come già spiegato in precedenza, perché è un mio assemblaggio di commenti scritti dal Greco sulla sua bacheca di facebook ma le sue posizioni sono quelle: tant'è che in due successivi interventi "autentici" (cosa fa un rivoluzionario oggi,  le dimissioni da FN) non ha rettificato un solo rigo. 

7 commenti:

  1. mamma mia...certo la destra radicale e/o neofascista è messa male,ma questi pseudo compagni non se la cavano certo in modo migliore..
    l'analisi di indymedia è francamente di una pochezza che lascia sconcertati..da come loro hanno affrontato i prodromi e le conseguenze della crisi socioeconomica del modello di sviluppo (che i loro padri hanno abbondantemente contribuito a costruire)capitalistico c'è veramente poco da imparare..
    la verità è che il fermento in una parte della destra radicale non si può liquidare con un'analisi di parte ed incompleta

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  2. Un altro dirigente nazionale che se ne va
    senza contare regioni intere che si sono autospese nel silenzio e la lunga fila che a fine vacanze chiuderà i bilanci.Non sarebbe forse meglio e più onorevole da parte di Fiore fare due conti?

    Forlì, Claudio Marconi abbandona "Forza Nuova"
    FORLI' - Forza Nuova a Forlì perde uno dei suoi esponenti storici. Claudio Marconi ha infatti rassegnato le dimissioni dal movimento di estrema destra. "Aderii a Forza Nuova - spiega - nella speranza di creare una sinergia operativa ed ideale tra comunità di popolo che si sentano libere, identitarie, consapevoli, che attraverso lo strumento di una strategia politica ben definita accelerassero la fine della vita del sistema Stato cercando di essere "invisibili" o meglio non catalogabili".

    "Nell'aderenza al concetto di "non catalogazione" è da intendersi il rifiuto "assoluto" a vestirsi con le divise cucite apposta per noi dal sistema stato, dai "camerieri delle banche", che si usa definire ideologie - aggiunge Marconi -. L'ideologia, in luogo dell'idea è una costruzione artificiosa da laboratorio che imprigiona la coscienza dell'individuo musealizzandola, ed io non posso accettare questo stato di sudditanza, e mi sento trasportato avanti dall'Idea e solo da Essa".

    "Sostenei ardentemente la tesi che bisogna uscire dal "tunnel del fascismo" - ricorda Marconi - definitivamente e volontariamente, senza alcuna
    costrizione, non perché non ci sentiamo in linea con quel periodo storico, né per tentare abiure carrieriste, ma perché è necessario per la costruzione di un progetto politico che abbia un futuro dignitoso. Siamo consapevoli di non nascere dal nulla, ma allo stesso modo di non nascere dal ventennio, o meglio di non nascere dal ventennio più di quanto non possiamo dirci figli dell'antica Grecia e di Roma o del pensiero ghibellino. Le sbornie retoriche di chi vuol nascondere una mancanza di progettualità gridando slogan conosciuti, ostentando una purezza macchiata dalla mancanza di sondabilità, rimangono un mezzo per creare un ghetto non per uscire e parlare al popolo facendosi ascoltare"

    "Questo non significa un mio disimpegno politico - rassicura Marconi -, continuerò la mia attività politica con il Circolo Culturale Clemente Graziani, che è aderente al Laboratorio Politico Forza Uomo,suffragato anche dall'appoggio di molti giovani che, usciti anche loro da Forza Nuova, hanno voluto intraprendere con noi questo cammino. Non più anticomunisti, non più antifascisti,ma uomini liberi per la costruzione del Laboratorio Politico Forza Uomo, per una azione politica liberata dalle ideologie, che abbiamo gettato una volta per tutte e per sempre nella pattumiera della storia, uniti per combattere il liberal capitalismo".

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  3. Siamo davvero alle comiche finali per cui, come gran finale abbiamo niente poco di meno che :IL BUE CHE CHIAMA CORNUTO L'ASINO..

    meditate gente, meditate

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  4. Come al solito gli antifà non hanno capito un cazzo, fraintendono parole, scelte ed idee, e hanno una concezione del movimento completamente falzata. Parlano ancora di "estrema destra" che si vuol scollare dalla destra borghese e rezionaria e tenta di avvicinarsi al proletariato e alle battaglie sociali, ma non è così. Esaltiamo Chavez, Morales e Ahmadinejad fin dagli albori del loro potere. FN è socialista e proletaria da sempre, deriva da TP mica dall'MSI, ne fronte rosso ne reazione!
    Sveglia compagni i veri socialisti siamo noi!

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  5. Forza Nuova rappresenta oggi quelle istanze sociali che erano il cuore del programma politico della gloriosa Repubblica Sociale Italiana. L'attualità del programma risiede nella esaltazione di quelle che sono le più autentiche tradizioni nazionali, ivi compresa la religione cattolica, associata ad un vero socialismo nazional popolare ed alla lotta ad oltranza contro il liberismo ed il relativismo. Chi condivide questa "Idea", che è quella immortale e MODERNISSIMA del FASCISMO REPUBBLICANO sta con Forza Nuova, gli altri facciano quello che ritengono più giusto e.....buona fortuna !!!

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  6. Sono ignorante in materia di movimenti di desta ma visto da sinistra mi pare che Casapound ha fatto con Forza Nuova quello che i "disobbedienti" (Casarini e co.) hanno fatto con Comunisti e Anarchici.

    Il potere ha creato dei "movimenti satellite" per isolare le idee destabilizzanti: si chiama "progetto Trevi" e arriva diretto dagli anni '70.

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  7. era ora fn non e' mai esistita veramente ..le sue sedi sono sempre chiuse i suoi militanti lo sono piu per moda che per passsione politica..

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