Dalla Confederatio al Fronte di liberazione nazionale: per uscire dal tunnel del fascismo
Avevamo richiamato l'attenzione sul dibattito aperto (aspro nella sostanza ma civilissimo nel rispetto delle persone) all'interno della Confederatio tra la componente decisa a spingere sulla fuoriuscita dall'orbita neofascista e i socialisti nazionali, dinamici sui contenuti politici ma fermi sulla saldezza dei riferimenti dottrinari al fascismo di sinistra e alla socializzazione. Dibattito interrotto dalla fine del professor Signorelli, che della prima componente era sicuramente un importante riferimento intellettuale. Le linee però erano già sostanzialmente tracciate e quindi, elaborato il lutto, i percorsi si sono diversificati. Ecco il testo di chiarficazione della Confederatio sulla determinazione a rompere gli steccati
Non più destra, non più sinistra, non più etichette.
In merito agli ultimi accadimenti ed avvertimenti, ci sentiamo in dovere di chiarire la nostra posizione definitivamente, per non incorrere, come altre volte è accaduto, nell’errore di peccare di chiarezza dando per scontato che determinati principi fossero condivisi.
La Confederatio, ovvero “Fronte di Liberazione Nazionale”, nasce nella speranza di creare una sinergia operativa ed ideale tra comunità di popolo che si sentano libere, identitarie, consapevoli, che attraverso lo strumento di una strategia capovolta accelerino o minino la vita del sistema Stato cercando di essere “invisibili” o meglio non catalogabili.
Nell’aderenza al concetto di “non catalogazione” è da intendersi il rifiuto “assoluto” a vestirsi con le divise cucite apposta per noi dal sistema stato, dai “camerieri delle banche”, che si usa definire ideologie.
L’ideologia, in luogo dell’idea è una costruzione artificiosa da laboratorio che imprigiona la coscienza dell’individuo musealizzandola, noi, da rivoluzionari, non possiamo accettare questo stato di sudditanza, noi ci sentiamo trasportati avanti dall’Idea e solo da Essa.
Le realtà associative che hanno aderito alla Confederatio per il Fronte di Liberazione Nazionale non si sentono di aver tradito alcuno schema tracciato nel marzo di un anno fa, durante l’incontro di Roma, quando si è chiaramente parlato di strategia capovolta, quando si è dissentito a gran voce da accordi elettorali, quando ci si è ritenuti simili e rivoluzionari; né pensano di aver travalicato lo steccato dell’identità, quando ad Isola Farnese hanno applaudito, con lo spirito, al commovente intervento di Dal Piaz, che invitava i presenti a tenere le ragioni del cuore distanti dal “Progetto”.
Bisogna uscire dal “tunnel del fascismo”, definitivamente e volontariamente, senza alcuna costrizione, non perché non ci sentiamo in linea con quel periodo storico, né per tentare abiure carrieriste, ma perché è necessario per la costruzione di un progetto politico che abbia un futuro dignitoso. Siamo consapevoli di non nascere dal nulla, ma allo stesso modo di non nascere dal ventennio, o meglio di non nascere dal ventennio più di quanto non possiamo dirci figli dell’antica Grecia e di Roma o del pensiero ghibellino. Le sbornie retoriche di chi vuol nascondere una mancanza di progettualità gridando slogan conosciuti, ostentando una purezza macchiata dalla mancanza di sondabilità, rimangono un mezzo per creare un ghetto non per uscire e parlare al popolo facendosi ascoltare.
La nostra Confederatio (Fronte di Liberazione Nazionale) è quella che supera gli steccati ideologici per liberare una coscienza politica, riferendosi alle identità di popolo ed operando sinergicamente con esse sui territori del “terribile” Giustizia – Cultura – Economia: la Confederatio rimane un mezzo non un fine.
La Confederatio per il Fronte di Liberazione Nazionale continuerà a vivere perché vive sono le anime che la compongono, seguendo le direttive da Signorelli prefissate che prendono corpo, come più volte si è specificato nei nostri incontri, dalla morte delle ideologie e non come qualcuno oggi sostiene vedendo le ideologie come un punto oltre il quale si costruisce il nulla.
Non rispondiamo infine alle meschine accuse di chi ci ha dichiarati manipolatori del pensiero di colui che non può rispondere, che consideriamo nostro maestro e Reggente, con il quale senza atteggiamento di servilismo ci siamo incamminati da molti anni su questo fronte.
Gli ultimi avvenimenti e la posizione presa da gruppi che si ritenevano in accordo con i paletti fissati dalla confederazione ci spinge a ritenere sospesa la collaborazione con chi si è discostato da un codice etico ed estetico che pensavamo fosse comune, che in nome di questa comunione non deve essere imposto ma sentito, che è fondamentale per sondare le affinità e per non abbandonarsi al proselitismo fine a se stesso.
Liberati dalle zavorre si procederà più velocemente.
Circolo Clemente Graziani
Associazione Culturale Generoso Simeone
Laboratorio Politico Forza Uomo
Centro Studi l’Arco e la Clava
Non più destra, non più sinistra, non più etichette.
In merito agli ultimi accadimenti ed avvertimenti, ci sentiamo in dovere di chiarire la nostra posizione definitivamente, per non incorrere, come altre volte è accaduto, nell’errore di peccare di chiarezza dando per scontato che determinati principi fossero condivisi.
La Confederatio, ovvero “Fronte di Liberazione Nazionale”, nasce nella speranza di creare una sinergia operativa ed ideale tra comunità di popolo che si sentano libere, identitarie, consapevoli, che attraverso lo strumento di una strategia capovolta accelerino o minino la vita del sistema Stato cercando di essere “invisibili” o meglio non catalogabili.
Nell’aderenza al concetto di “non catalogazione” è da intendersi il rifiuto “assoluto” a vestirsi con le divise cucite apposta per noi dal sistema stato, dai “camerieri delle banche”, che si usa definire ideologie.
L’ideologia, in luogo dell’idea è una costruzione artificiosa da laboratorio che imprigiona la coscienza dell’individuo musealizzandola, noi, da rivoluzionari, non possiamo accettare questo stato di sudditanza, noi ci sentiamo trasportati avanti dall’Idea e solo da Essa.
Le realtà associative che hanno aderito alla Confederatio per il Fronte di Liberazione Nazionale non si sentono di aver tradito alcuno schema tracciato nel marzo di un anno fa, durante l’incontro di Roma, quando si è chiaramente parlato di strategia capovolta, quando si è dissentito a gran voce da accordi elettorali, quando ci si è ritenuti simili e rivoluzionari; né pensano di aver travalicato lo steccato dell’identità, quando ad Isola Farnese hanno applaudito, con lo spirito, al commovente intervento di Dal Piaz, che invitava i presenti a tenere le ragioni del cuore distanti dal “Progetto”.
Bisogna uscire dal “tunnel del fascismo”, definitivamente e volontariamente, senza alcuna costrizione, non perché non ci sentiamo in linea con quel periodo storico, né per tentare abiure carrieriste, ma perché è necessario per la costruzione di un progetto politico che abbia un futuro dignitoso. Siamo consapevoli di non nascere dal nulla, ma allo stesso modo di non nascere dal ventennio, o meglio di non nascere dal ventennio più di quanto non possiamo dirci figli dell’antica Grecia e di Roma o del pensiero ghibellino. Le sbornie retoriche di chi vuol nascondere una mancanza di progettualità gridando slogan conosciuti, ostentando una purezza macchiata dalla mancanza di sondabilità, rimangono un mezzo per creare un ghetto non per uscire e parlare al popolo facendosi ascoltare.
La nostra Confederatio (Fronte di Liberazione Nazionale) è quella che supera gli steccati ideologici per liberare una coscienza politica, riferendosi alle identità di popolo ed operando sinergicamente con esse sui territori del “terribile” Giustizia – Cultura – Economia: la Confederatio rimane un mezzo non un fine.
La Confederatio per il Fronte di Liberazione Nazionale continuerà a vivere perché vive sono le anime che la compongono, seguendo le direttive da Signorelli prefissate che prendono corpo, come più volte si è specificato nei nostri incontri, dalla morte delle ideologie e non come qualcuno oggi sostiene vedendo le ideologie come un punto oltre il quale si costruisce il nulla.
Non rispondiamo infine alle meschine accuse di chi ci ha dichiarati manipolatori del pensiero di colui che non può rispondere, che consideriamo nostro maestro e Reggente, con il quale senza atteggiamento di servilismo ci siamo incamminati da molti anni su questo fronte.
Gli ultimi avvenimenti e la posizione presa da gruppi che si ritenevano in accordo con i paletti fissati dalla confederazione ci spinge a ritenere sospesa la collaborazione con chi si è discostato da un codice etico ed estetico che pensavamo fosse comune, che in nome di questa comunione non deve essere imposto ma sentito, che è fondamentale per sondare le affinità e per non abbandonarsi al proselitismo fine a se stesso.
Liberati dalle zavorre si procederà più velocemente.
Circolo Clemente Graziani
Associazione Culturale Generoso Simeone
Laboratorio Politico Forza Uomo
Centro Studi l’Arco e la Clava
Io questa "paura" di essere catalogati "fascisti" e/o "neofascisti" proprio non la capisco.
RispondiEliminaDi certo non c'è nessuna necessità di dichiararsi tali se vogliamo portare le nostre idee a conoscenza di tutti ma se (soprattutto non a chiacchiere) a tutti diremo di essere anticapitalisti, antiliberisti, per una nuova Europa dei popoli, per la rinascita della Tradizione, sono quasi certo che saremo definiti fascisti e/o neofascisti dagli "altri"!
Costruire al proprio interno un documento in cui tutti ci si riconosca e su quello costruire il movimento di liberazione nazionale. Non strizzare l'occhio a destra o a sinistra ma seguire la propria via, ecco cosa si dovrebbe fare.
vorrei apere a questo punto se NUOVA DESTRA sociale SI UNIRA' ALLA CONFEREAZIONE..
RispondiEliminaBEPPE
beh
RispondiEliminapremetto che seguo da un po' di tempo con interesse i socialisti nazionali e il loro circuito di siti laboratori che trovo molto interessante e meritevole di attenzione, talvolta con delle opinioni che sono più a sinistra di diliberto (!) e premetto che non conosco la disputa menzionata,
ma leggendo il comunicato e la premessa di Tassinari, mi chiedo a voce alta come si possa dare di "neofascisti" ai socialisti nazionali (che non mi risulta lo siano almeno non nell'accezione reazionaria, missina, o anche eversiva del termine), mentre alcune associazioni firmatarie del comunicato portano il nome non certo di vecchi esponenti di Potere Operaio, e, una di esse, presenta il nome di un libro di Evola.
mi sembra un ottimo ossimoro, visto da lontano.
non vorrei che a forza di "rinnegare" si arrivasse a vendola o giù di li, e si cadesse nel ridicolo.
la mia è solo l'opinione di una persona che crede che solo il socialismo nazionale sia la via sana per costruire qualcosa di buono.
buona serata
geppo
Geppo, non so con chi ce l'hai ma io non mi sognerei mai di dare dei neofascisti ai socialisti nazionali, tant'è che ho precisato che sono dottrinariamente ancorati al fascismo di sinistra e alla socializzazione. E su questo punto non temo smentite.
RispondiEliminaHo avuto modo di leggere il progetto del Laboratorio forza uomo, quando mi hanno contattato, non hanno fatto misteri sulla loro provenienza e non credo si possa dire che stiano rinnegando alcun passato, chiara,invece,e questo vale anche per noi che proveniamo da un' esperienza opposta, la voglia di essere uniti contro ogni tipo di avvelenamento.La sintesi, è appunto, come al primo commento,nessun legame con destra e sinistra, ma in avanti con l'idea di una comunità responsabile.
RispondiEliminaDaniela
Al comunicato scritto dal Circolo Graziani & soci, facemmo seguire un nostro pensiero circa i contenuti che, a nostro avviso, compromettevano seriamente, non solo l'immagine di chi combatte quotidianamente per sostenere valori e principi che si ritengo tutt'ora applicabili, ma anche la memoria di coloro che diedero la vita, sacrificata spesso in età giovanile, per un'ideale nel quale avevano creduto con un trasporto ed un convincimento che, molto probabilmente, non sono propri di coloro che hanno pubblicato una simile alienazione etica, politica e storica.
RispondiEliminaOvviamente il comunicato pubblicato proprio sul forum del circolo Graziani, è stato rimosso. La censura ha colpito come un macete senza alcuna spiegazione e senza alcuna remora.
Atteggiamenti che riteniamo degni di coloro che non sapendo come curare preferiscono amputare. E così è stato per le critiche che abbiamo rivolto al contenuto del documento. Un editto che svilisce gli ideali fascisti per i quali si è combattuto e si sta combattendo tutt'ora, e che etichetta ad uso e consumo del sistema tutti quei movimenti che non allineandosi alle "Sacre scritture" menzionate sotto forma di regole inappellabili, diventano maggiormente vulnerabili perchè vengono inseriti automaticamente in un contenitore creato ad hoc di cui il sistema può disporne a proprio piacimento.
Chiamarsi fuori dal fascismo, pur provenendo da esso, è l'ennesimo tradimento a cui tale ideologia è ancora una volta soggetta. L'isolamento, poi, che viene compiuto contro i gruppi politici che non intendono sottostare alla meschinità del rinnegamento, ha dell'ignobile perché fa intedere che, o si sta con loro, o si sta contro di loro. Il tutto a beneficio di un sistema che ha adottato la poltica vincente del "dividi et impera".
Nuovo Ordine Nazionale
Credo che ogni movimento politico debba essere giudicato dalla loro linea politica, dai riferimenti teorici e culturali, dalle battaglie che conducono,dalla visione del mondo e della società, questo le colloca,solo per intenderci, nelle aree di riferimento,naturalmente anche da posizioni critiche, e tutti questi movimenti, anche se propongono la fuoriuscita dal neo-fascismo, per i loro riferimenti, anche se criticamente, a quell'area appartengono.
RispondiEliminaFlavio
www.comunismoecomunita.org
Buongiorno.
RispondiEliminaTassinari non ce l'avevo certo con lei anzi con nessuno in particolare :-)
facevo soltanto notare il paradosso di chi vuol professare l'uscita da una certa area, dal tunnel del fascismo, pur avendo nomi, etichette e riferimenti ben precisi.
Ho letto con interesse il commento di Flavio con cui mi ritrovo e per questo continuerò a seguire i Socialisti Nazionali, che mi sembrano quantomeno meno ambigui nella loro posizione e comunque non appartenenti all'area neofascista nell'accezione negativa che (credo) tutti gli diamo.
Mi fa ridere la frase del comunicato dove leggo "cercando di essere invisibili"
rende bene l'idea della confusione di questo comunicato.
buona giornata
geppo
Solo una considerazione, che tutto sommato si sposa anche con quanto riscontrato dal NON.
RispondiEliminaLa pochezza degli autoproclamati eredi di Paolo Signorelli, uomo di ben altra levatura in tutti i sensi, si estrinseca nel riciclare le parole dello stesso Paolo (condivise dal nostro Centro Studi Socialismo Nazionale che fu invitato proprio da Paolo ad una collaborazione), per la palese mancanza di idee proprie.
La stessa pochezza, fa censura dei commenti contrari a cui evidentemente non si sa controbattere in maniera efficace. Si preferisce pertanto emettere comunicati sul proprio blog, disabilitando i commenti.
Noi sul nostro blog, non censuriamo nessuno.
Questa è una differenza di stile di cui andiamo orgogliosi, prima ancora di qualunque idea... peraltro assente.
Alessio
Non ho mai pensato che questa separazione potesse avvenire in maniera indolore e senza polemiche.
RispondiEliminaVorrei precisare che, non c’è , da parte di chi si trova concorde, nessun attacco personale a ciascun singolo elemento di SN. Non ci sono pregiudizi, non c’è disapprovazione, non c’è collera, non c’è competizione, ma ,solo, la consapevolezza che le strade sono diverse e diversi i modi.
Per quale motivo rallentarsi a vicenda?
Mai state poste critiche circa l’operato di SN al quale auguriamo un buon lavoro ed ottimi risultati.
Il lavoro dei gruppi firmatari del comunicato è ampiamente spiegato nei manifesti e nel comunicato, non credo serva aggiungere altro.
Più tranquillità e rispetto gioverebbero a tutti.
Circa Nuovo Ordine Nazionale, così come tutte le altre sigle che, in futuro, avranno qualcosa da dire, non mi risulta che abbiano mai preso parte ad alcuna riunione di Confederatio e che mai ci siano stati contatti, anche solo illustrativi. Mi risulta ,invece, un commento, rimosso per non essere costretti a dare spettacolo, inopportuno, presuntuoso e pretestuoso per mancanza di conoscenza, ineducato nei modi e sicuramente strumentale.
Per tutto quanto sopra, spero vogliate concordare con me, che seppure il blog è aperto a tutti, non si entra in casa altrui senza chiedere permesso, se lo si fa, non ci si può lamentare di non essere i benvenuti.
Annalisa D'A.
Riteniamo interessante il commento pubblicato da "Annalisa" perché dà spunto ad ulteriori riflessioni che, insieme alle precedenti creano un corpo unico al quale, finalmente, si riesce a dare una forma anche alla sostanza.
RispondiEliminaIl non aver partecipato a riunioni di questo o quel gruppo non equivale ad una mancanza di conoscenza di quanto, poi, è stato pubblicato nel merito. L'editto apparso agli occhi di tutti, e non solo di chi era presente all'Isola Farnese, è tanto chiaro da non necessitare di ulteriori dettagli. Pertanto, il nostro intervento è basato su quel comunicato e non su come e dove si è svolta la riunione. Se poi, per poter esprimere un'opinione in merito occorre dover presentare i tagliandi dell'autostrada o dare prova di un avvenuta partecipazione attraverso l'elencazione delle cibarie presenti al convegno, allora ammettiamo la nostra ignoranza in materia, salvo il dover sottolineare che un comunicato diramato pubblicamente è la sintesi di quanto prodotto nell'incontro in questione ed è, pertanto, un documento ufficiale che ha come obiettivo l'informazione verso la collettività di quanto è stato sancito. A quel punto l'accettare applausi e critiche diventa un obbligo morale ed etico di coloro che sono stati i fautori di tale iniziativa.
Pertanto, è su quel comunicato che si sono svolte le dovute riflessioni, magari dure, dirette e prive di fraintendimenti, ma certamente scevre da offese ed insulti personali che, invece, si vorrebbe far credere presenti pur di giustificare la prepotenza di chi ha censurato i messaggi non “in linea” lasciando in bella mostra solo quelli colmi di esultanza.
Non siamo inesperti, né così retrogradi da non conoscere le buone maniere. Ciò che, invece, pare non sappiano i censori sono i diritti-doveri che un padrone di casa dovrebbe avere quando informa pubblicamente la collettività di un determinato evento. Quando si mettono i propri panni - puliti o sporchi che siano – in mostra all'opinione pubblica, quest'ultima ha tutto il diritto di esprimere le proprie critiche ed i propri giudizi. Diversamente si evitano i comunicati stampa e gli “editti” come quello in questione. Un comunicato che, peraltro, non fa differenze, né distinzioni, quando parla ad una comunità intera, mentre non si esimia dal condannare chi non si è mostrato in linea con il pensiero dei comunicatori.
Il nostro intervento è stato considerato inopportuno, presuntuoso e pretestuoso, oltre che mancante di conoscenza, ineducato e persino strumentale.
Ci piacerebbe capire quali sono i principi che portano a queste fuorvianti quanto folli considerazioni. Inopportuno, forse, perché non abbiamo applaudito ad un tentativo di divisione, (l'ennesimo) che indicava uno stare con o contro la confederazione? Presuntuoso, forse, perché la presunzione di assolvere e condannare è data solo a chi proclama editti che mettono in serio pericolo tutte le sigle che potrebbero non riconoscersi nelle regole estroverse di chi le ha scritte? Pretestuoso, forse, perché la faziosità è ammessa solo per chi condanna alle forche Caudine le sigle che non intendono dimenticare le proprie origini e la propria storia politica? Ineducato, forse, perché abbiamo l'abitudine di dire le cose per come stanno? Senza che vi siano interpretazioni sfalsate? Tutto può essere. Ciò che non comprendiamo, però, e quell'accusa di “strumentalizzazione” che fa più al caso di chi ha emanato l'editto che non di chi ne ha criticato i contenuti.
Il resto sono solo chiacchiere prive di consistenza alle quali non intendiamo replicare. La certezza delle idee che si promuovono, la si evince quando le pubbliche prese di posizione vengono difese dalle critiche con argomenti diretti e precisi. La censura è solo una forma meschina di incapacità nel porsi in difesa di ciò che, evidentemente, non ammette repliche, né contraddittori. Educazione ed ospitalità, invece, rimangono sempre a favore di chi subisce le censura, non di chi le applica.
Nuovo Ordine Nazionale