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Caratossidis ci spiega cosa fa oggi un rivoluzionario

A polemiche ancora aperte intorno alla sua scelta di solidarizzare con gli arrestati per gli scontri di Roma, il coordinatore nazionale di Forza nuova (ancora per quanto? ndb) Paolo Caratossidis rilancia e sistematizza il suo pensiero sull'attuale fase politica
 Queste non sono rivolte che finiscono la sera di Paolo Caratossidis
Come tutti noi abbiamo giornalmente modo di vedere, di vivere in prima persona, il 2010 è stato un anno molto difficile. La scena politica ci si presenta in costante evoluzione. Il Governo Berlusconi detiene oggi una maggioranza molto relativa, il principale partito d'opposizone, il Pd, non gode di una credibilità popolare paragonabile a quella degli illustri predecessori. L'assenza di un progetto politico veramente di sinistra, gli spietati e non velati conflitti interni, la concorrenza dell'Idv e di Sinistra Ecologia e Libertà (che gode di un leader effettivo)  hanno ridotto il Partito democratico ad una caricatura di ciò che sarebbe potuto diventare.Il Pdl e la Lega nord pertanto, non sono forti di forza propria, bensì brillano nell'assenza di una credibile opposizione in Parlamento e fuori.

Al contempo, lo scenario europeo è in costante evoluzione:se diamo uno sguardo anche veloce alla politica continentale, non possiamo non notare come i principali partiti di governo stiano perdendo gran parte dei consensi e navighino per lo più in brutte acque.La crisi economica che ci venne presentata come “passeggera”, “congiunturale”, si è rivelata essere l'esatto contrario: quasi ogni giorno i grandi centri d'analisi economica europei rivedono al ribasso le stime di crescita economica e pochi giorni fa i dati diffusi dall' Osce hanno parlato di un tasso di disoccupazione dell'8,6% in Italia, destinato a crescere per toccare il 10% in un anno o due.Insomma, una soluzione a questa crisi strutturale iniziata due anni fa non  è stata trovata, ed a pagarne le conseguenze sono i popoli tutti, tra cui il nostro.
Il popolo è sì un'unità, ma non una massa informe:al suo interno, numerosi sono i distinguo. Ed infatti non tutti la scontano allo stesso modo, questa crisi economica. Le macrocategorie che individuiamo come più penalizzate dalla crisi e dalle politiche anti-crisi sono le seguenti: i giovani (quindi gli studenti) ed i lavoratori precari (vecchi e nuovi. All'interno dei lavoratori precari, si situa oggi la classe operaia).E sono all'incirca le stesse categorie che in Europa ed anche-seppur con storico ritardo-in Italia si stanno mobilitando assiduamente e con un vigore due anni fa nemmeno lontanamente immaginabile.Basti pensare alle proteste studentesche anti Gelmini di due anni fa:allora, anche prima dei fatti di Piazza Navona, gli studenti attivamente nelle barricate erano una minoranza assoluta. Ed i giovani di Lotta Studentesca, in questa minoranza si notavano.Oggi, da settembre si sono avute centinaia di partecipatissime mobilitazioni dell'intero mondo scolastico.In Italia, ma anche in Europa. Pensiamo a Londra, dove a seguito dell'annunciato autoritario aumento delle rate universitarie nella capitale, che sono state portate a 9 mila sterline, sancendo il diritto allo studio solo per l'upper class, gli studenti-a migliaia-hanno messo a ferro e fuoco la città, assaltando addirittura la simbolica macchina dei pasciuti Carlo e Camilla, simboli del potere nemico.Gli studenti si stanno facendo notare:essi sono sempre stati i protagonisti assoluti di ogni rivolta, per questioni anagrafiche e per questioni culturali. Qualcuno ha esagerato, parlando di un nuovo 68:è, appunto, un'esagerazione assoluta, eppure alcune scintille ci sono.Gli studenti ma non solo:i paesi che più stanno subendo le inqualificabili politiche liberiste dei governi capitalisti d'Europa, come Irlanda e Grecia, sono abbonati alle scandalizzate prime pagine dei principali quotidini del continente.Attirano l'attenzione, perchè in Grecia in piazza non ci vanno solo gli anarchici, come in Irlanda c'è un popolo interno a ribellarsi contro l'Fmi.In Francia, ad opporsi ed a battersi fino all'ultimo contro la riforma delle pensioni di Sarkozy, è stata la maggioranza del popolo francese, con ogni forma.Ora non voglio equiparare situazioni tra loro diversissime:ma un comun denominatore sussiste:l'Europa sta soffocando ed il popolo si sta iniziando a ribellare.Il 14 dicembre a Roma, non ci sono stati quattro teppisti dei centri sociali ad assediare il centro storico per ore.No, non c'erano violenti autonomi a rovinare la festa a sprovveduti pacifisti, purtroppo per il paternalistico Saviano.A fare gli scontri con le forze dell'ordine che tuteleano lo status quo, si sono visti ragazzini incensurati di 18 anni, ricercatori universitari, ragazze, metalmeccanici in cassintegrazione con tuta da lavoro, ed anche molti figli di papà candidati figli di nessuno che per ore hanno tenuta alta la testa, a volte tenendosi per mano.Piacerebbe, alla Finocchiaro e co, che il liquidare come “professionisti pagati” corrispondesse alla verità:sarebbe segno che questo popolo è meno incazzato di quanto temono lor signori.Lungi da noi, ora, romanticamente perdermi in elogi di battaglie che muoiono con la sera.Così non è:queste rivolte non stanno morendo la sera. Tracciando un parallelo, a Terzigno, il popolo ha deciso di tornar sovrano e toglier la maschera ai potentati di turno. Lo ha deciso da molti mesi, e continua ostinato. E non sono i camorristi come sostiene Maroni a provocar disordini, sono le casalinghe veraci molto poco avvezze alla piazza eppur combattive le prime a bloccar le auto della Polizia.Contestare Bonanni, ed anche la Camusso, neoeletta vertice della Cgil, donna che nulla di buono porterà alle lotte sindacali, sta diventando un'abitudine di molti. Delle lotte operaie, sarebbe troppo lungo parlare.
Da Marghera alla Sardegna, non si contano più le salite sui tetti, i presidi, le nuove forme per attirare un briciolo di quell'attenzione mediatica rivolta alle amanti del Presidente del Consiglio.È chiaro, che oggi per qualsiasi soggetto politico cosciente dell'oggettivo contesto nazionale, si prospetta una sfida interessante. C'è una scelta di campo da fare, è inequivoca, evidente.Bisogna stare con chi lotta, perchè chi lotta oggi può avere l'obbiettivo di fondo che ha un potenziale rivoluzionario. Abbattere il sistema capitalistico.Il sistema capitalistico non si abbatte però con manifestazioni di piazza tout court, neppur se partecipate e violente. Se queste lotte non sono adeguatamente viste-vissute- in una complessiva ottica di generale rivoluzione, il tutto rischia di risolversi in un riflusso conservatore e repressivo.Senza testa, il cavallo imbizzarrito provoca danni ma poi viene abbattuto al primo colpo di fucile.La ricetta per la gestione della situazione purtroppo non l'abbiamo, ma è importante ora capire con chi dobbiamo stare, uscire dalla gabbia per nulla dorata in cui ci auto emarginiamo ed imparare l'umiltà necessaria per rendersi utili. Non è il popolo che dev'esser utile a noi affinchè il nostro (quale?dovremmo parlarne) mondo idilliaco si realizzi. Non aspettiamoci che improvvisamente risvegliate da qualche Santo accorrano a noi masse pronte a prendere la tessera che offriamo.Siamo noi ad avere il dovere d'esser utili al popolo ed alla Rivoluzione.

12 commenti:

  1. Vogliamo ricordare a chi é "inculturato" che il socialismo nazionale diviene "ordine di Comunità" quando governa" ma é "rivoluzione di popolo" quando esiste un "ordine oligarca" sopraffattore.
    Ben venga chi come Caratossidis, anche all'interno di Forza Nuova, squarcia il velo ipocrita del luogo comune "legge e ordine" che lasciamo volentieri come marchio infame alla destra reazionaria di ogni tipo con cui da tempo é ora di chiudere i conti.

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  2. Gentile Tassinari,
    per abitudine raramente intervengo su blog, forum e bacheche facebook altrui.
    Lo faccio in questa occasione per rispondere alla domanda che lei si pone all'inizio di questo articolo.
    L'amico Paolo Caratossidis non è più il coordinatore nazionale di FN da parecchi mesi.
    Prima ancora della decisione unanime dell'ufficio politico di forza nuova con la quale, qualche mese fa, si cancella la figura di coordinatore nazionale (ufficio nel quale Caratossidis potrebbe sedersi per diritto ma che, per sua scelta, frequenta molto raramente per non dire mai) Paolo non è più coordinatore nazionale di fatto da molto più tempo.
    Dico questo a ragion veduta.
    Il compito del coordinatore nazionale è, per sua essenza, quello di muoversi sul territorio, incontrare militanti, dirimere problemi, organizzare i nuclei militanti ecc.
    Per svolgere al meglio questo compito bisogna avere dei requisiti e, tra questi, l’investitura ufficiale è forse quella meno importante.
    Molto più importanti sono l’autorevolezza, il carisma e la stima da parte della base militante.
    Requisiti che solo in parte Paolo incarna.
    Quindi, ancora prima dei suoi “svarioni dottrinali”, la decisione è stata presa considerando il lato caratteriale di Paolo. Lato caratteriale che molti di noi considerano troppo “variabile” per non dire femmineo.
    Carattere che lo porta anche a dire e scrivere cose che con l’impronta dottrinale di FN poco hanno a che fare.
    Forza nuova non è un movimento dogmatico, la discussione ed il confronto interni sono sempre ben accetti ma dei punti fermi esistono, furono scritti nel 1997 e tutti noi, Paolo compreso, li abbiamo sottoscritti.
    Questi 8 punti non hanno una scadenza, restano sempre validi, saranno superati solo quando avranno visto la loro applicazione.
    Il tentativo di metterli in discussione non può che essere visto come un tentativo di snaturare l’essenza stessa di FN.
    Premesso tutto questo.
    Considerando le sempre più frequenti “divagazioni” del Nostro la domanda giusta non è per quanto ancora sarà coordinatore ma per quanto ancora sarà di Forza nuova.

    Certo che mi perdonerà questo “parlare a nuora perché suocera intenda” le auguro buon lavoro.

    Duilio Canu

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  3. mi era sfuggito lo "ancora per quanto" tra parentesi... ecco, appunto, se quest'uomo è sincero dovrebbe agire, anche all'interno del suo ambiente, in modo conseguente

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  4. effetivamente sono prese di posizioni più di stampo grillino che forzanovista

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  5. non si tratta di posizione grilline ma nemmeno di posizioni perbeniste e borghesi, caratossidis parla da vero rivoluzionario

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  6. comunque sul forum di forza nuova e' stata cancellata la discussione che trattava di CARATOSSIDIS e CANU


    giulio

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  7. Concordo con l'analisi compiuto da Paolo Caratossidis sulle sue considerazioni intorno al 2010, anno davvero difficile per tutti,sul governo di centro destra che la fa da padrone, non trovando nè nel centro sinistra, pd in primis, nè nella sinistra radicale, alcuna forma di opposizione, per non parlare della destra radicale, che salvo rare eccezioni, cerca sdoganamenti e riposizionamenti, tifando alcuni per il neo duce Silvio, altri per l'ex camerata convertito al sionismo Fini.Che i precari insieme ai cassa integrati insieme agli studenti siano le vittime preferite di questa crisi, che a detta dei soliti santoni dell'economia, doveva essere momentanea, ed invece dura da anni, non c'è ombra di dubbio.
    Concordo anche sulle considerazioni circa le proteste scoppiate in Italia, dove a lottare non sono i soliti teppisti dei centri sociali, ma un popolo che non nè può più, dagli operai di Pomigliano d'Arco contrari all'accordo imposto da Marchione per cui nella fabbrica campana viene meno il principio sacrosanto del contratto nazionale di categoria, alle mamme vulcaniche di Terzigno agli operatori dei call center, ai precari di poste italiane spa, fino ai giovani delle scuole medie, gli universitari,per cui, senza entrare in polemica, con diatribe interne al movimento di Forza Nuova, dico che noi nazional- rivoluzionari abbiamo il dovere di essere al fianco di questo popolo che finalmente reclama libertà e dignità..

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  8. Inserisco per i camerati e per gli amici del blog un link di una nota canzone di musica oi,rivolta dei plastic surgery, cantata dai The 80's.. Sperando che le polemiche sterili finiscano per sempre, auguro un sereno e felice Natale a tutti.
    http://www.youtube.com/watch?v=2Jkrh5GfDR4le a tutti..

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  9. quale popolo ? in Italia non esiste il POPOLO...ma masse di persone telecomandate

    giorgio

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  10. posizioni le sue molto lontane dalla nostra Fn ma molto simili alla resistenza nazionale autonoma, chissà... : http://resistenza-nazionale.blogspot.com/2010/12/il-vento-della-rivolta-soffia-impetuoso.html

    Valerio FN Torino

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  11. http://italy.indymedia.org/news/2005/08/862589_comment.php
    aprite questo link
    la lettera è stata scritta dal camerata BOCCACCI
    IN TEMPI NON SOSPETTI

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