Quel giorno mai abbastanza maledetto- 3: brucia Roma
da Repubblica it 11 novembre 2007
Scontri nella zona intorno all'Olimpico fino a Ponte Milvio
Centinaia di tifosi attaccano le sedi di polizia e carabinieri
Roma, scoppia la guerriglia ultrà
assalti alle caserme, Coni devastato
ROMA - Un assalto in piena regola, un blitz di centinaia tifosi contro una caserma della polizia in via Guido Reni a Roma, la caserma delle volanti nella zona del Flaminio. Un altro assalto al commissariato di polizia di Porta del Popolo, messo sotto assedio da decine di teppisti con spranghe, tondini di ferro e sanpietrini. Un altro contro i poliziotti barricati nello stadio Olimpico e nella sede del Coni. E poi, come in una marcia forzata dall'Olimpico verso Ponte Milvio e Tor di Quinto, un intero quartiere ostaggio della violenza. E' il caos. E' il prepartita e il dopo partita della partita che non ci sarà.
Roma-Cagliari è stata rinviata a data da definirsi come altre due partite di oggi. Non ci sono le condizioni per giocare dopo la morte di Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso laziale ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della Polstrada in un autogrill vicino ad Arezzo.
La decisione di sospendere la gara, dopo una domenica all'insegna della tensione in tutti gli stadi d'Italia, è arrivata nel tardo pomeriggio. Ma i tifosi sono andati comunque allo stadio e poco dopo le 18 sono incominciati gli scontri. Ma gli autori non sono solo romanisti. Ci sono anche i laziali: un fronte unito contro un nemico comune, le forze dell'ordine.
La caserma
In via Guido Reni c'è la caserma delle volanti. La polizia, in tenuta antisommossa, cerca di contenre l'assalto. Due giovani vengono arrestati. Secondo le prime informazioni sarebbero due giovani ultras, una ragazzo ed una ragazza. Avevano i volti coperti da bandane ed erano armati di bastoni.
Lì vicino, a terra, resti di mattoni, cassette di legno, mazze. Davanti alla caserma, alcuni cassonetti divelti. Tre sono stati rovesciati in terra sul lungotevere Flaminio. E' stato incendiato anche un bus. Alcuni poliziotti parlano di "danni ingentissimi". Sul posto inoltre si è appreso che l'assalto è avvenuto poco dopo le 18, ma è stato bloccato e disperso. Abitanti della strada hanno riferito che gli ultras hanno rovesciato fioriere, rivoltato cassonetti e ciclomotori, prima di essere caricati dalla polizia. "Ci hanno attaccato, erano almeno 400 persone. Non sono riusciti ad entrare per un pelo", racconta uno dei poliziotti.
"Mi hanno tirato una pietra di grossa dimensione sulla costola", ha detto Antonio Soluri, un funzionario di polizia ferito, "hanno sfondato un vetro antiproiettile. Hanno lanciato di tutto".
Il commissariato
In via Fuga a Porta del Popolo dove c'è un commisariato presidio di polizia, la scena non è diversa. Distrutto e dato alle fiamme il portone, distrutte piante e infranti vetri, incendiato un bus della polizia. I due agenti che si trovavano all'interno si sono messi in salvo.
Lo stadio
Ma è vicino all'Olimpico che la guerriglia si organizza e tine in scacco polizia e carabinieri. Centinaia di tifosi assaltano la sede del Coni lì vicino. Le guardie di sorveglianza, non armate, barricate all'interno dell'edificio, mentre gli ultras devastano le aree interne della sede. E' una manovra per attirare le forze dell'ordine che stazionano nell'area dello stadio e ingaggiare uno scontro organizzato. Quando i poliziotti lo capiscono, tornano indietro ma alcuni restano feriti. Gli uffici del Coni vengono devastati. I tifosi lanciano una bomba carta all'interno dell'atrio danneggiando i marmi. Completamente distrutto l'orologio con il count down verso le Olimpiadi di Pechino 2008, tutte le vetrate rivolte al lato di Lungotevere e i computer della reception.
Poi i tifosi bloccano il ponte duca d'Aosta con transenne e isolano l'area dello stadio. Un fotografo collaboratore dell'Ansa viene picchiato e derubato, un cameraman aggredito.
La violenza si sposta a Ponte Milvio: un centinaio di persone lancia una sassaiola contro una caserma dei carabinieri e una delle loro auto viene incendiata.
Intorno alle 22, arrivano una decina di camionette di polizia e carabinieri e mettono in fuga il gruppo di ultras.
Resta il ricordo del loro passaggio: cassonetti divelti, vetri e mazze abbandonate per terra, pezzi di marciapiedi divelti. "Hanno spaccato tutto - racconta spaventato il gestore di un ristorante sulla piazza - erano una cinquantina di ragazzi, tutti vestiti in nero, sono venuti con le mazze e hanno assalito anche alcuni negozi". Restano tre fermati (i due del commissariato più uno a Ponte Milvio) e decine di carabinieri e poliziotti feriti.
Scontri nella zona intorno all'Olimpico fino a Ponte Milvio
Centinaia di tifosi attaccano le sedi di polizia e carabinieri
Roma, scoppia la guerriglia ultrà
assalti alle caserme, Coni devastato
ROMA - Un assalto in piena regola, un blitz di centinaia tifosi contro una caserma della polizia in via Guido Reni a Roma, la caserma delle volanti nella zona del Flaminio. Un altro assalto al commissariato di polizia di Porta del Popolo, messo sotto assedio da decine di teppisti con spranghe, tondini di ferro e sanpietrini. Un altro contro i poliziotti barricati nello stadio Olimpico e nella sede del Coni. E poi, come in una marcia forzata dall'Olimpico verso Ponte Milvio e Tor di Quinto, un intero quartiere ostaggio della violenza. E' il caos. E' il prepartita e il dopo partita della partita che non ci sarà.
Roma-Cagliari è stata rinviata a data da definirsi come altre due partite di oggi. Non ci sono le condizioni per giocare dopo la morte di Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso laziale ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della Polstrada in un autogrill vicino ad Arezzo.
La decisione di sospendere la gara, dopo una domenica all'insegna della tensione in tutti gli stadi d'Italia, è arrivata nel tardo pomeriggio. Ma i tifosi sono andati comunque allo stadio e poco dopo le 18 sono incominciati gli scontri. Ma gli autori non sono solo romanisti. Ci sono anche i laziali: un fronte unito contro un nemico comune, le forze dell'ordine.
La caserma
In via Guido Reni c'è la caserma delle volanti. La polizia, in tenuta antisommossa, cerca di contenre l'assalto. Due giovani vengono arrestati. Secondo le prime informazioni sarebbero due giovani ultras, una ragazzo ed una ragazza. Avevano i volti coperti da bandane ed erano armati di bastoni.
Lì vicino, a terra, resti di mattoni, cassette di legno, mazze. Davanti alla caserma, alcuni cassonetti divelti. Tre sono stati rovesciati in terra sul lungotevere Flaminio. E' stato incendiato anche un bus. Alcuni poliziotti parlano di "danni ingentissimi". Sul posto inoltre si è appreso che l'assalto è avvenuto poco dopo le 18, ma è stato bloccato e disperso. Abitanti della strada hanno riferito che gli ultras hanno rovesciato fioriere, rivoltato cassonetti e ciclomotori, prima di essere caricati dalla polizia. "Ci hanno attaccato, erano almeno 400 persone. Non sono riusciti ad entrare per un pelo", racconta uno dei poliziotti.
"Mi hanno tirato una pietra di grossa dimensione sulla costola", ha detto Antonio Soluri, un funzionario di polizia ferito, "hanno sfondato un vetro antiproiettile. Hanno lanciato di tutto".
Il commissariato
In via Fuga a Porta del Popolo dove c'è un commisariato presidio di polizia, la scena non è diversa. Distrutto e dato alle fiamme il portone, distrutte piante e infranti vetri, incendiato un bus della polizia. I due agenti che si trovavano all'interno si sono messi in salvo.
Lo stadio
Ma è vicino all'Olimpico che la guerriglia si organizza e tine in scacco polizia e carabinieri. Centinaia di tifosi assaltano la sede del Coni lì vicino. Le guardie di sorveglianza, non armate, barricate all'interno dell'edificio, mentre gli ultras devastano le aree interne della sede. E' una manovra per attirare le forze dell'ordine che stazionano nell'area dello stadio e ingaggiare uno scontro organizzato. Quando i poliziotti lo capiscono, tornano indietro ma alcuni restano feriti. Gli uffici del Coni vengono devastati. I tifosi lanciano una bomba carta all'interno dell'atrio danneggiando i marmi. Completamente distrutto l'orologio con il count down verso le Olimpiadi di Pechino 2008, tutte le vetrate rivolte al lato di Lungotevere e i computer della reception.
Poi i tifosi bloccano il ponte duca d'Aosta con transenne e isolano l'area dello stadio. Un fotografo collaboratore dell'Ansa viene picchiato e derubato, un cameraman aggredito.
La violenza si sposta a Ponte Milvio: un centinaio di persone lancia una sassaiola contro una caserma dei carabinieri e una delle loro auto viene incendiata.
Intorno alle 22, arrivano una decina di camionette di polizia e carabinieri e mettono in fuga il gruppo di ultras.
Resta il ricordo del loro passaggio: cassonetti divelti, vetri e mazze abbandonate per terra, pezzi di marciapiedi divelti. "Hanno spaccato tutto - racconta spaventato il gestore di un ristorante sulla piazza - erano una cinquantina di ragazzi, tutti vestiti in nero, sono venuti con le mazze e hanno assalito anche alcuni negozi". Restano tre fermati (i due del commissariato più uno a Ponte Milvio) e decine di carabinieri e poliziotti feriti.
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