"Non ci hanno avvertito". E il governo non si costituisce in giudizio per le stragi del '93
di Gianfranco Criscenti
La presidenza del Consiglio non si è costituita parte civile per lo Stato nel processo per la stragi del 93 a Roma, Milano e Firenze. Un'assenza clamorosa ed anche inquietante, che sta suscitando reazioni pure all'interno della stessa maggioranza. "Sarebbe un fatto grave e doloroso... mi auguro che si possa trovare una soluzione che ripari quanto sin qui si è verificato", ha detto alle agenzie il presidente della commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini (Pdl).
«Non ci siamo costituiti parte civile perchè non ne siamo venuti a conoscenza; ... non c'è stato notificato nulla per iscritto nè verbalmente - hanno spiegato dall'Avvocatura dello Stato - ma solo per pubblici annunci».
Quello che si è aperto oggi nell'aula bunker di Firenze è un processo scaturito dalle dichiarazioni del collaboratore Gaspare Spatuzza. Imputato è Francesco Tagliavia, già all'ergastolo per la strage di via D'Amelio, a Palermo. Tagliavia era già stato coinvolto nella prima indagine sulle stragi, ma poi la sua posizione era stata archiviata. Sono state le dichiarazioni di Spatuzza a permettere la sua nuova iscrizione nel registro degli indagati. Secondo la procura di Firenze - che ha chiesto e ottenuto dal gip il rito immediato -Tagliavia, boss della famiglia palermitana di Corso dei Mille, avrebbe messo a disposizione i suoi uomini per l'esecuzione delle stragi. L' accusa è strage e devastazione, in concorso, tra gli altri, con Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina, tutti già condannati per la campagna stragista di Cosa nostra del '93-'94.
La presidenza del Consiglio non si è costituita parte civile per lo Stato nel processo per la stragi del 93 a Roma, Milano e Firenze. Un'assenza clamorosa ed anche inquietante, che sta suscitando reazioni pure all'interno della stessa maggioranza. "Sarebbe un fatto grave e doloroso... mi auguro che si possa trovare una soluzione che ripari quanto sin qui si è verificato", ha detto alle agenzie il presidente della commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini (Pdl).
«Non ci siamo costituiti parte civile perchè non ne siamo venuti a conoscenza; ... non c'è stato notificato nulla per iscritto nè verbalmente - hanno spiegato dall'Avvocatura dello Stato - ma solo per pubblici annunci».
Quello che si è aperto oggi nell'aula bunker di Firenze è un processo scaturito dalle dichiarazioni del collaboratore Gaspare Spatuzza. Imputato è Francesco Tagliavia, già all'ergastolo per la strage di via D'Amelio, a Palermo. Tagliavia era già stato coinvolto nella prima indagine sulle stragi, ma poi la sua posizione era stata archiviata. Sono state le dichiarazioni di Spatuzza a permettere la sua nuova iscrizione nel registro degli indagati. Secondo la procura di Firenze - che ha chiesto e ottenuto dal gip il rito immediato -Tagliavia, boss della famiglia palermitana di Corso dei Mille, avrebbe messo a disposizione i suoi uomini per l'esecuzione delle stragi. L' accusa è strage e devastazione, in concorso, tra gli altri, con Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina, tutti già condannati per la campagna stragista di Cosa nostra del '93-'94.
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