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Molti li chiamavano nazi-mao ma erano soltanto compagni di lotta

di Giuseppe Parente
La collana Nazi-mao, in edicola, la storia dell’Organizzazione lotta di popolo raccontata dai protagonisti diretti, senza distorsioni stori-che alcune,con documenti politici del tempo.
La celebre massima latina : "Pacta sunt servanda” attribuita ad Ulpiano, insegna come non ci si può liberare unilateralmente dagli obblighi assunti per contratto ed il direttore di Rinascita, Ugo Gaudenzi, anche grazie ad una polemica d’occasione avuta con “Il Giornale”,che ha resuscitato nei confronti del quotidiano Rinascita il simpatico appellativo di quotidiano nazi-maoista, finalmente, apre alla conoscenza degli interessanti il suo mitico archivio con tutti i materiali dell’organizzazione politica Lotta di Popolo e del tercerismo italiano, con una collana di dieci dvd che saranno in vendita, abbinati al quotidiano, ogni mese, a partire da novembre.
La collana “Chi chiamavano nazi-mao” è una testimonianza di un periodo storico, nazionale ed internazionale, non è la solita auto esaltazione di una organizzazione politica, raccontato da chi, in prima linea, ha vissuto intensamente quegli anni.

Il 1 maggio del 1969, nella casa dello Studente, di Via Cesare de Lollis, a Roma, si costituì con un convegno nazionale l’Organizzazione Lotta di Popolo, che aveva tra i massimi esponenti e promotori dell’iniziativa Enzo Maria Dantini e Ugo Gaudenzi, provenienti dall’organizzazione universitaria Primula Goliardica, Serafino Di Luia, di Avanguardia Nazionale.
L’Organizzazione Lotta di Popolo,come la maggior parte delle organizzazioni politiche del periodo, nasceva come movimento extra-parlamentare, raccogliendo l’eredita della sezione italiana di Jeune Europe, movimento europeista fondato da Jean Francois Thiriart, in Belgio e di gruppi studenteschi quali Primula goliardica che faceva a sua volta, riferimento all’Unione Democratica per la Nuova Repubblica di Randolfo Pacciardi, il Movimento studentesco operaio di Avanguardia e gli eretici missini del Fuan Caravella.
L’Organizzazione Lotta di Popolo rivendicava, con forza, la continuità rispetto alla partecipazione agli scontri di Valle Giulia,di alcuni giovani militanti di estrema destra insieme al movimento studentesco e ai militanti di sinistra contro la polizia.
Il tentativo, davvero unico e originale, per quel determinato periodo storico, operato dall’Olp fu quello di cavalcare le giuste proteste degli studenti, abbandonando l’impostazione nostalgica del Movimen-to Sociale di Almirante e criticando l’impostazione riformista del Partito comunista italiano.
Nei volantini del movimento, si attaccava la divisione del mondo di allora,in due blocchi, sancita a Yalta, e il trattato di non proliferazio-ne nucleare voluto dagli Stati uniti e dall’Unione sovietica, visti come tentativi di impedire l’emancipazione degli Stati Europei.
Sulla diatriba, ancora attuale, fascismo anti fascismo, il movimento sosteneva che fascismo e antifascismo erano contrapposizioni create dal sistema per incanalare le forze rivoluzionarie, rilanciando l’idea forza dell’unità del popolo italiano,al di fuori dei partiti e delle istituzioni per liberarsi dall’oppressione politica, economica, culturale dell’imperialismo russo-americano e dei suoi alleati, Vaticano e sionismo internazionale.
L’Organizzazione Lotta di Popolo fu avversata da altri movimenti politici di destra come di sinistra,in quanto l’Olp era colpevole di essersi distaccato dalla logica degli opposti estremisti che portò alla radicalizzazione dello scontro, alla lotta armata allo stragismo. L’Olp si sciolse nel 1973 proprio per non restare prigioniera di questa logica.
Ernesto Ferrante, redattore del quotidiano Rinascita e studioso del fenomeno Lotta di Popolo dichiara :”Il messaggio dell'Olp ha avuto il pregio di essere libero dai legacci delle classificazioni forzose e dal-la zavorra degli ideologismi intellettualoidi.Lotta di Popolo è stata prassi rivoluzionaria e fremito militante, pulsione popolare ed istinto di rivolta.Lotta di popolo è stata anche coraggiosa sintesi e laboratorio permanente...Si è autosciolta e non è stata condannata dalla piazza o,peggio ancora, da qualche tribunale. Non è evaporata, non si è sclerotizzata...ma ha lasciato la scena quand'era ancora giovane, forte e viva. Ed è proprio da quella vitalità che si dovrebbe ripar-tire,non per spirito commemorativo, ma per continuità rivoluzionaria... con un'estetica nuova e con dei semplici ed immediati indirizzi operativi,che tengano conto della crisi della militanza politica e della carenza di tensione ideale di questi ultimi anni..."

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