Massimo Fini e la strage di Brescia, tra bufale e una testimonianza inutile
di Massimo Fini
Lo scandalo della sentenza della Corte d’Assise di Brescia non è che abbia assolto Zorzi e compagni. La magistratura non deve trovare un colpevole a tutti i costi, per accontentare l’opinione pubblica. Lo scandalo è che a questa sentenza si arrivi dopo 36 anni quando, sia che condanni sia che assolva, è diventata del tutto inutile.
Il problema di quegli anni è che c’erano troppi dilettanti allo sbaraglio. Anche nel Sid. Cosa faceva il famoso "agente segreto" Giannettini? Prendeva le notizie dai giornali e le passava ai superiori come se fossero sue informative. A questo punto le notizie diventavano quasi ufficiali, i giornali ci ricamavano sopra e Giannettini le riciclava in un circolo vizioso grottesco. Ho conosciuto anche il capitano La Bruna, non mi sembrò fatto di una pasta molto diversa. È anche per questa cialtroneria collettiva che non si è mai riusciti a individuare gli autori degli attentati che insanguinarono l’Italia negli anni ’70. Per consolarlo del "buco nell’acqua" gli dissi che avevo conservato un documento sul presunto "golpe Borghese". Sembrò molto interessato e, tornato a Milano dopo pochi giorni, venne a trovarmi a casa. Il documento che gli diedi aveva una storia. I
l direttore dell’Europeo, Tommaso Giglio, mi aveva mandato a recuperarlo a Parigi. Mi incontrai in un lussuoso hotel con due loschi figuri. Il documento, da cui si ricavava che Andreotti era alle spalle del "golpe Borghese", mi parve "ictu oculi" una bufala. Rientrato a Milano dissi a Giglio che bisognava fare almeno una perizia sulla carta, anche perché i due ci chiedevano 5 milioni. La perizia confermò i miei sospetti: era un falso. Un paio di mesi dopo mi telefonò un redattore di Panorama, Giulio Anselmi, per incontrarmi. Mi chiese che cosa ne pensassi sul documento del "golpe Borghese". Evidentemente i falsari, avendo fallito con noi, ci stavano provando con Panorama. Dissi a Giulio che, secondo me, era una bufala. Ma non gli rivelai che avevamo fatto una perizia, in fondo erano soldi dell’Europeo. Panorama pubblicò ugualmente, si prese una querela da Andreotti e dovette sborsare parecchi quattrini.
Due anni fa mi telefonò l’ispettore Cascioppo di Roma. Era a Milano e desiderava incontrarmi. "Volentieri, venga a prendere un caffè a casa mia". "Eh no", rispose: "Noi siamo la Digos, è lei che deve venire in questura". Ci andai con la preoccupazione che ha chiunque non abbia mai avuto a che fare con la giustizia. La preoccupazione si mutò in stupore quando Cascioppo mi disse che stavano indagando sulla strage di piazza della Loggia. "Ma sono fatti di 34 anni fa!", dissi io. Cominciò l’interrogatorio. Come sempre fanno gli investigatori erano domande generiche che giravano in tondo, ma che come dei cerchi concentrici si stringevano sempre più intorno a un nucleo centrale che non capivo cosa potesse essere. Finalmente Cascioppo arrivò al sodo. Avevo avuto contatti, come giornalista, con un certo gruppuscolo di destra legato a Ordine Nuovo? Dissi che lo conoscevo solo di nome. Allora Cascioppo mi mostrò un’informativa, anonima, che in quegli anni era arrivata al Sid, in cui si diceva che "tre giornalisti dell’Avanti!, Marco Sassano, Roberto Pesenti, Massimo Fini" avevano avuto contatti con questo gruppuscolo per realizzare un’inchiesta sull’"eversione nera" da vendere all’Espresso. Scorsi il documento. Era un’accozzaglia di incongruenze facilmente verificabili con un semplice controllo di date. Per quel che mi riguardava io, all’epoca, non lavoravo più, da tempo, all’Avanti!, ma all’Europeo. Cascioppo si convinse che non ne sapevo nulla. Mi stupii che un ispettore capace fosse utilizzato per indagare sul nulla.
Fonte: Arianna Editrice
Non condivido per nulla la tesi sminuente di Fini sui servizi segreti italiani.Anche il mitico Mossad,nella sua ultima e recente eliminazione di un esponente della lotta armata palestinese, ha collezionato una bella figura di merda a livello internazionale. Vogliamo ricordare il ruolo della CIA o del FBI con quello che è successo a Dallas nel famoso 1963 con l'uccisione di JF Kennedy;oppure l'attentato di Hincley, militante del partito nazista americano (espulso dal partito perché troppo estremista!) che ferì Reagan ad un polmone con una calibro 22.Tutti i servizi segreti del mondo annoverano tra le loro fila, dei professionisti sagaci e intelligenti,come dei falliti e dei mediocri perché raccomandati in quanto l'arruolamento nei servizi non avviene per concorso pubblico, ma per chiamata diretta, quindi figli, nipoti,congiunti vari,amanti,concubine abbondano; peraltro nel lavoro sporco devono servirsi di autentici gaglioffi,lestofanti,pendagli da forca.L'attuale leader della Russia Putin,é il figlio del cuoco personale di Stalin, arruolato nel famoso KGB, sicuramente su raccomandazione del genitore.Giannettini era sicuramente uno studioso di livello internazionale, il primo a rilanciare nel dopo guerra lo studio della geopolitica in Italia, squalificata come scienza nazista! Piuttosto io non scordo che Fini in quegli anni era anche lui un pistarolo nero e un fontanologo ad honorem, che a livello di faziosità e livore non era da meno di una Camilla Cederna. Solo recentemente si è riscattato evolvendo a personaggio sicuramente di contro tendenza degna di rispetto.T.V.
RispondiEliminache ci sia lo zampino del potere nella politica delle stragi è cosa facilmente ipotizzabile e difficilmente rispontrabile. Basti utilizzare il criterio del "chi giova". Si tratta di un indizio e non di una prova anche se gli indizi sono oggi tanti e confluenti. Purtroppo ci troviamo di fronte ad indagini che in certi casi lasciano sorridere. tra i mille testimoni per la strage di Brescia uno rappresenta certo oggetto di umorismo involontario. Il presentator televisivo Febo Conti ( conduceva la TV dei ragazzi) avrebbe dovuto essere colui che annunciava il golpe Borghese al popolo italiano. A prescindere dal fatto che un golpe fatto da un gruppetto di guardie forestali è più utile ad essere soggetto di un film comico ( vogliamo i colonnelli) che di un episodio storico, vi immaginate se oggi vi fosse un golpe annunciato in TV da Fiorello?
RispondiEliminaSu questo punto, ovvero sulla qualità della collaborazione di Giannettini con il Sid, mi pare che il giudizio di Fini coincida con quello di Freda. Se il primo definisce i rapporti giannettiniani come delle notizie che chiunque poteva estrapolare dalla lettura dei giornali, il secondo li descrive sprezzantemente come "ciacole", ovvero chiacchiere.
RispondiEliminaAlessandro
Giannettini ufficiale di complemento dell'esercito durante il servizio militare, grazie alla sua preparazione tecnica fu notato dal generale Aloja , capo di Stato Maggiore.Iniziò quindi a scrivere su riviste specializzate dell'esercito e della marina. Poi venne assunto direttamente al SID con lo pseudonimo di agente zeta.Nello stesso tempo scriveva per l'agenzia Oltremare di Giorgio Torchia.Giannettini attinse notizie riservate a Padova, sui movimenti extra parlamentari di sinistra, che puntualmente le girava al SID.Partecipò come relatore di minoranza, al famoso incontro all'hotel Parco dei Principi a Roma, ove si vuole che siano state gettate le basi per la strategia della tensione.Finì la sua carriera di giornalista, dopo aver scritto anche sul rotocalco di destra"Lo Specchio", per l'editore Ciarrapico. No, decisamente Giannettini merita maggiore considerazione e rispetto.
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