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Un ex ultrà del Partizan: la nostra è una realtà criminale

Salvatore, di Freedomforfans, è ormai un preciso punto di riferimento per orientarmi nell'arcipelago ultrà. Nei giorni scorsi abbiamo ragionato sui possibili retroscena di Genova, consapevoli entrambi che bisogna respingere ad ogni costo i meccanismi discriminatori, criminalizzanti o colpevolisti verso gli ultras ma al tempo stesso non sottrarsi alla necessità di avere uno sguardo più ampio e più profondo su queste vicende che hanno addentellati geopolitici pesanti. E così, dal sito Bergamo nerazzura, mi segnala l'intervista a un ex ultrà del Partizan Belgrado, immigrato a Milano e "normalizzato" (fa l'impiegato). Il ritratto che ne esce è, per quanto riguarda la realtà serba, di una organizzazione di natura criminosa.
Andreji- ex ultrà Partizan Belgrado:"Sono organizzazioni criminali ben pagate"
14.10.2010 23:15 di Luca Ronchi   articolo letto 2302 volte
BERGAMO- Dopo i fatti accaduti ieri sera Genova, abbiamo contattato un ex ultrà del Partizan Belgrado che vive a Bergamo da anni e ora fa l’impiegato a Milano, con un ricordo sul proprio fisico dei suoi anni da “matto”, come lui stesso si definisce. Andreji infatti, ha una spina dorsale completamente rifatta da placche di ferro e ricorda quegli anni insieme a noi.
Andreji, hai visto cosa hanno combinato ieri sera a Genova?
“Si, ho visto, normale dai”
Oddio, come normale?
“Cose che nell’ex Jugoslavia succedevano ad ogni partita, la classica routine, si dice così?”
Insomma, se lo dici tu. Tu eri uno di loro tanti anni fa?
“Ero un ultrà del Partizan Belgrado, eravamo un’organizzazione vera e propria che girava l’Europa in cerca dello scontro fisico, della violenza e della supremazia sulle altre tifoserie”
Una guerra vera e propria insomma, come mai?
“Eh, come mai, storie lunghe, ma noi eravamo sorretti dalle istituzioni, dai partiti, dalle forze dell’ordine stesse, ci proteggevano, ci davano copertura. Eravamo una vera e propria associazione di stampo criminoso”
Ci sono analogie con i nostri ultras italiani?
“Ahahah.. (ride di gusto). Non c’entra nulla, io sono stato in Curva Nord a Bergamo molte volte, anche durante gli scontri, mi divertivo a guardarvi con un po’ di compassione. Confronto a certe realtà dell’est europa, siete dei bambini che giocano con le pistolette ad acqua”
Addirittura?
“Si, davvero, non esiste paragone. E’ come se un reparto speciale dell’esercito, impazzisse tutto d’un tratto e si organizzasse in modo criminale per andare in giro negli stadi d’Europa. Come li fermi? Impossibile. Noi usavamo armi, si uccideva e nessuno diceva nulla, era il nostro codice”
Tu hai subito proprio un grave episodio, ce lo spieghi?
“Ma niente dai…”
Su, dimmi..
“Niente, un giorno, mi sono trovato fuori dallo stadio da solo in una partita tranquilla, mi hanno circondato in tre persone e mi hanno spaccato la schiena a sprangate. Dopo mesi di riabilitazione mi sono rifatto”
Cioè?
“Niente, siamo andati a prenderli tutte e tre nelle proprie case, Pum, pum, e ora vivono sulla sedia rotelle”
Nessuna denuncia?
“No, fa parte del gioco, se denunci, non puoi fare il nostro lavoro, sei una femminuccia”
Alla faccia del lavoro…
“Venivamo pagati bene per queste cose”
Ivan, il capo ultrà arrestato ieri, era disoccupato, come si mantengono certi personaggi?
“Pagati come gruppi di pressione, per portare avanti i propri ideali utilizzando il calcio, il G8, le manifestazioni in generale in giro per l’Europa”
Oggi segui ancora il calcio?
“Si, ma molto tranquillamente, mi rilasso e lo prendo come un hobby e uno svago”
Vorresti fare un appello ai nostri ultras indisciplinati?
“Purtroppo quando lo fai non ti rendi conto, ma appena ti si accende la luce in testa, ti accorgi quanto sei stato pirla e incosciente. Vivete il calcio con passione, fatevi la scazzottata in qualche posto lontano dallo stadio, ma lasciate gli stadi in mano alla gente che vuole lo sport vero. La violenza non c’entra davvero nulla”
Grazie Andreji
“Aspetta, lasciami dire un’ultima cosa”
Prego?
“Mi fanno sorridere gli ultras di oggi, se pensano di apparire duri, sappiano che da fuori vengono un po’ sbeffeggiati e considerati dei bambinotti. Per non parlare dei ragazzini che vogliono fare i grandi, poi appena vengono richiamati dalla mamma, si mettono a piangere. Va bene così, ci mancherebbe altro....”

1 commento:

  1. Volevo aggiungere qualche notizia ottenuta spulciando forum e quotidiani serbi: a seguito degli incidenti scoppiati in coincidenza della “Ponosa Parada” (Parata dell’Orgoglio) la polizia ha arrestato circa 240 persone, per 110 di queste il fermo è stato trasformato in detenzione preventiva (30 giorni). Nel mirino delle autorità sono finite alcune associazioni nazionaliste e/o ortodosse. La più colpita per il momento è Obraz (“Dignità”). Dopo l’arresto del leader Mladen Obradovici, si è passati al fermo dei suoi collaboratori più stretti. L’accusa per Mladen Obradovic è di avere pianificato e coordinato gli scontri del 10 ottobre scorso. Davanti al giudice che ne ha confermato l’arresto Obradovic ha respinto ogni accusa. Al momento nessuno tra i famigliari di Obradovic ha potuto incontrarlo. Su facebook è stato formato un gruppo (http://www.facebook.com/pages/Pravda-za-Mladena-Obradovica/125046500882324) che, rifiutando qualsiasi tipo di manifestazione violenta, chiede verità e giustizia per Mladen Obradovic: quasi 13.000 iscritti in 4 giorni! Per sabato prossimo è prevista una manifestazione per protestare contro la reclusione e la violazione dei diritti delle persone arrestate organizzata dal Movimento Popolare Serbo “Nashi 1389” e dal “Comitato delle madri contro la repressione della polizia”. Il punto d’incontro è di fronte al ministero della Giustizia, poi il corteo proseguirà davanti alle sedi di governo, presidenza e televisione. Se poi vogliamo andare allo stadio sabato sera c’è anche Crvena Zvezda-Partizan che è sempre un bello spettacolo.

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