Piazza, bella piazza
di Giuseppe Parente
Lo sciopero generale dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccanici contro i licenziamenti e gli accordi separati per il rispetto del contratto nazionale di lavoro e per una maggiore democrazia nei luoghi di lavoro, gli studenti medi e universitari come anche gli insegnanti e i ricercatori del mondo della scuola s in agitazione a causa degli tagli spacciati per riforma dal ministro della pubblica istruzione Maria Grazia Gelmini, le notti di guerriglia contro la costruzione di una seconda discarica all’interno del parco nazionale del Vesuvio,la rivolta dei pastori sardi a Cagliari,famiglie mono reddito ridotte alla fame, sono amare fotografie di una cruda realtà, quella di una crisi economica cominciata con l’ingresso in Italia della moneta unica europea,alla quale si è aggiunta un continuo aumento della disoccupazione.
A questo quadro davvero triste si aggiunge l’incapacità di una classe dirigente pronta solo a parlare di riforme del sistema elettorale, della giustizia, esperta di lodi che hanno come unico fine quello di salvare dai processi le più alte cariche dello stato, e di una opposizione, quella di centro sinistra che parla, da anni, unicamente di conflitto di interesse.
Ma per amore della verità, non possiamo non ammettere che il nostro paese vive una fase molto delicata per quanto riguarda l’occupazione, con un evidente e drammatico rischio di peggioramento nel corso dell’ultimo trimestre del 2010.
I dati prodotti sia da Confindustria sia dalla Cgil sulle ore di cassa integrazione indicano la dimensione dell’iceberg, di cui, alcune note imprese quali la Fiat, Eutelie, Omsa e Seves, sono solo la punta.
Desta particolare preoccupazione l’elevato numero di ore e di lavoratori posti in cassa integrazione straordinaria, situazione spesso collegata con la crisi aziendale di carattere strutturale.
Le affollate manifestazioni di piazza per il diritto al lavoro le giuste proteste dei cittadini di Terzigno per il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, sono il chiaro segnale che in una società, come quella Italiana che viaggia verso il baratro, c’è ancora chi dice no e ha voglia di lottare per cambiare lo stato delle cose.
Anche nella città di Napoli, terza città di Italia, esistono ancora tante persone che hanno la forza e il coraggio di dire no a questo stato delle cose.
Nelle stesse ore, in cui i cittadini di Terzigno protestavano vivacemente contro l’apertura di una seconda discarica denominata Cava Vitiello, non curanti delle decisioni prese dai parlamentari del popolo delle libertà riuniti ieri pomeriggio a Roma,a Napoli, nella centralissima via Santa Lucia, davanti agli uffici della regione Campania, il neonato coordinamento Onda d’urto, protesta contro il caro ticket imposto ai cittadini campani dalla giunta Caldoro, per cui per una visita specialistica occorrono ora ben € 20 mentre per un codice bianco sono necessari € 50, come se il debito di bilancio della sanità campana debba essere esclusivamente ripianato dai cittadini campani.
La vicinanza a questa Italia che reclama per il diritto alla salute, per il diritto all’istruzione e al lavoro, la difesa di quel che resta dello stato sociale,senza ombra di dubbio, rappresenta un buon biglietto da visita per questo coordinamento di forze antagoniste. Chi vivrà, vedrà.
Giuseppe Parente
Lo sciopero generale dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccanici contro i licenziamenti e gli accordi separati per il rispetto del contratto nazionale di lavoro e per una maggiore democrazia nei luoghi di lavoro, gli studenti medi e universitari come anche gli insegnanti e i ricercatori del mondo della scuola s in agitazione a causa degli tagli spacciati per riforma dal ministro della pubblica istruzione Maria Grazia Gelmini, le notti di guerriglia contro la costruzione di una seconda discarica all’interno del parco nazionale del Vesuvio,la rivolta dei pastori sardi a Cagliari,famiglie mono reddito ridotte alla fame, sono amare fotografie di una cruda realtà, quella di una crisi economica cominciata con l’ingresso in Italia della moneta unica europea,alla quale si è aggiunta un continuo aumento della disoccupazione.
A questo quadro davvero triste si aggiunge l’incapacità di una classe dirigente pronta solo a parlare di riforme del sistema elettorale, della giustizia, esperta di lodi che hanno come unico fine quello di salvare dai processi le più alte cariche dello stato, e di una opposizione, quella di centro sinistra che parla, da anni, unicamente di conflitto di interesse.
Ma per amore della verità, non possiamo non ammettere che il nostro paese vive una fase molto delicata per quanto riguarda l’occupazione, con un evidente e drammatico rischio di peggioramento nel corso dell’ultimo trimestre del 2010.
I dati prodotti sia da Confindustria sia dalla Cgil sulle ore di cassa integrazione indicano la dimensione dell’iceberg, di cui, alcune note imprese quali la Fiat, Eutelie, Omsa e Seves, sono solo la punta.
Desta particolare preoccupazione l’elevato numero di ore e di lavoratori posti in cassa integrazione straordinaria, situazione spesso collegata con la crisi aziendale di carattere strutturale.
Le affollate manifestazioni di piazza per il diritto al lavoro le giuste proteste dei cittadini di Terzigno per il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, sono il chiaro segnale che in una società, come quella Italiana che viaggia verso il baratro, c’è ancora chi dice no e ha voglia di lottare per cambiare lo stato delle cose.
Anche nella città di Napoli, terza città di Italia, esistono ancora tante persone che hanno la forza e il coraggio di dire no a questo stato delle cose.
Nelle stesse ore, in cui i cittadini di Terzigno protestavano vivacemente contro l’apertura di una seconda discarica denominata Cava Vitiello, non curanti delle decisioni prese dai parlamentari del popolo delle libertà riuniti ieri pomeriggio a Roma,a Napoli, nella centralissima via Santa Lucia, davanti agli uffici della regione Campania, il neonato coordinamento Onda d’urto, protesta contro il caro ticket imposto ai cittadini campani dalla giunta Caldoro, per cui per una visita specialistica occorrono ora ben € 20 mentre per un codice bianco sono necessari € 50, come se il debito di bilancio della sanità campana debba essere esclusivamente ripianato dai cittadini campani.
La vicinanza a questa Italia che reclama per il diritto alla salute, per il diritto all’istruzione e al lavoro, la difesa di quel che resta dello stato sociale,senza ombra di dubbio, rappresenta un buon biglietto da visita per questo coordinamento di forze antagoniste. Chi vivrà, vedrà.
Giuseppe Parente
Non è giusto che siano sempre i malati a pagare per gli sprechi enormi della sanità italiana,credo nessuna regione esclusa. Macchinari costosissimi inutilizzati, raddoppio delle figure di primario in ospedali anche microscopici e così via. Questi dovrebbero essere i tagli da fare. Ma in quel caso si andrebbero a toccare gli interessi, non sempre troppo trasparenti, dei potentati politici ed economici. E allora è più comodo far pagare gli sprechi ai cittadini, tagliando quello che spesso dovrebbe essere aumentato e migliorato.
RispondiEliminagiusta conclusione...ki vivra' vedra'......arricchirli sempre di piu'!!!!
RispondiElimina