Omicidio Calore/19 - L'eredità di Ordine nuovo: la fusione di Onan
Lontano dalle piazze e delle sezioni, il tentativo di riunificazione è infatti andato avanti lungo tutto il 1975. Ad affiancare Signorelli è il suo alter ego veneto, un fissato dell’organizzazione e delle misure di sicurezza: Massimiliano Fachini, luogotenente di Freda nelle edizioni di Ar, ma anche consigliere comunale a Padova, fuori dal MSI solo perché nel 1973 Almirante ha sciolto una federazione
incontrollabile. Coinvolto nell’inchiesta su Piazza Fontana, Fachini è riparato a Madrid per un anno, ospite di Delle Chiaie.
Qui prende corpo il progetto unitario: nel 1974 sono decine i rifugiati in Spagna. Mentre i fuoriusciti del MPON non sono inseriti in una rete internazionale e devono arrangiarsi, “Caccola” può mettere a frutto l’intenso lavorio svolto in cinque anni di latitanza e il prestigio guadagnato come delfino di Borghese, che muore proprio nell’estate in cui si spengono gli ultimi fuochi golpisti. Così molti ordinovisti, da Cauchi a Cicuttini, a partire dall’aiuto ricevuto sono risucchiati. Qualcuno, come Vinciguerra, difenderà AVANGUARDIA per anni, dopo l’avvio di un’atipica collaborazione giudiziaria, volta a smascherare i camerati integrati negli apparati atlantici. Altri, come Pozzan, fedelissimo di Freda, mandato in Spagna dal SID e da lì espulso nel 1977, userà la tribuna del processo per la strage di piazza Fontana per denunciarne le collusioni con Viminale e Guardia civil spagnola. La coincidenza che a non godere della protezione degli apparati spagnoli saranno tutti ordinovisti decisi a non riconoscere l’egemonia avanguardista, da Salvatore Francia a Giancarlo Rognoni, alimenterà per anni l’ostilità tra i due gruppi, ben oltre la sopravvivenza delle esperienze organizzative.
Gli “italiani” saranno tra i protagonisti della sanguinosa transizione democratica, partecipando agli scontri con i legittimisti carlisti, agli agguati ai sindacalisti, alla controguerriglia ai danni della resistenza basca. Alcuni si renderanno disponibili per pericolose missioni all’estero, in Francia, ma anche in altri paesi europei per attentati tesi a destabilizzare il regime algerino e in Africa, nelle colonie portoghesi che stanno faticosamente conquistando l’indipendenza. Una definitiva scossa al progetto unitario – accelerato dalle crescenti voci sull’imminente messa al bando di AVANGUARDIA NAZIONALE – la dà l’arrivo a Madrid di un personaggio carismatico sul piano militare ma estraneo all’antico contenzioso tra i due gruppi. È il presidente del FUAN di Palermo, Pierluigi Concutelli, una sfilza di precedenti penali, passato da poco in clandestinità operativa, dopo il rapimento del rampollo di un banchiere salentino, compiuto a luglio da una banda mista di fascisti toscani e malavitosi del profondo Sud, ben presto individuati.
Il basista è il federale missino di Brindisi, segretario particolare dell’onorevole Clemente Manco, il difensore di Freda. I “pentiti” racconteranno poi che Concutelli stava animando il
FRONTE UNITARIO DI LOTTA ARABO-SICULO, una banda post-ordinovista
responsabile di numerosi attentati (a Roma il FRONTE UNITARIO era DI LOTTA AL SISTEMA).
Il processo di fusione – dopo l’incubazione “spagnola” – raggiunge l’acme a settembre, quando in una villa dei Castelli romani si incontrano i dirigenti di AVANGUARDIA e i “quadri coperti” italiani di ORDINE NUOVO: l’unità raggiunta all’inizio dell’autunno non vede
l’inverno ma due mesi bastano a far danni a Roma. Un nucleo unitario tenta di uccidere il leader democristiano cileno Bernard Leighton e la moglie. Solo quando una definitiva sentenza scagiona gli accusati, Vinciguerra, all’epoca clandestino operativo in Italia,
racconterà che l’attentato è stato commissionato dalla polizia segreta cilena a Delle Chiaie, dietro pagamento di 100 milioni e che a sparare è stato Concutelli. Il 2 dicembre, pochi giorni dopo il blitz contro AN, i ricercati Tilgher, Vinciguerra, Giulio Crescenzi, Bruno Di Luia e l’ordinovista Graziano Gubbini, latitante per ORDINE NERO, sono arrestati, grazie a una soffiata, nella base operativa della nascente MILIZIA RIVOLUZIONARIA, in via Sartorio8. Nel successivo week-end dell’Immacolata è in programma a Nizza un incontro di chiarimento chiesto da Graziani, che diffida della spregiudicatezza manovriera di Delle Chiaie. Bastano pochi minuti di franca discussione tra i due per un no inappellabile che sconfessa Signorelli e Fachini. Nelle settimane successive si consuma anche la rottura personale tra Concutelli e Delle Chiaie: di ritorno da una missione in Angola, il leader militare si allontana da Madrid, portandosi per ricordo una mitraglietta americana in dotazione alla Guardia civil. Il tentativo di riunificazione dei due
incontrollabile. Coinvolto nell’inchiesta su Piazza Fontana, Fachini è riparato a Madrid per un anno, ospite di Delle Chiaie.
Qui prende corpo il progetto unitario: nel 1974 sono decine i rifugiati in Spagna. Mentre i fuoriusciti del MPON non sono inseriti in una rete internazionale e devono arrangiarsi, “Caccola” può mettere a frutto l’intenso lavorio svolto in cinque anni di latitanza e il prestigio guadagnato come delfino di Borghese, che muore proprio nell’estate in cui si spengono gli ultimi fuochi golpisti. Così molti ordinovisti, da Cauchi a Cicuttini, a partire dall’aiuto ricevuto sono risucchiati. Qualcuno, come Vinciguerra, difenderà AVANGUARDIA per anni, dopo l’avvio di un’atipica collaborazione giudiziaria, volta a smascherare i camerati integrati negli apparati atlantici. Altri, come Pozzan, fedelissimo di Freda, mandato in Spagna dal SID e da lì espulso nel 1977, userà la tribuna del processo per la strage di piazza Fontana per denunciarne le collusioni con Viminale e Guardia civil spagnola. La coincidenza che a non godere della protezione degli apparati spagnoli saranno tutti ordinovisti decisi a non riconoscere l’egemonia avanguardista, da Salvatore Francia a Giancarlo Rognoni, alimenterà per anni l’ostilità tra i due gruppi, ben oltre la sopravvivenza delle esperienze organizzative.
Gli “italiani” saranno tra i protagonisti della sanguinosa transizione democratica, partecipando agli scontri con i legittimisti carlisti, agli agguati ai sindacalisti, alla controguerriglia ai danni della resistenza basca. Alcuni si renderanno disponibili per pericolose missioni all’estero, in Francia, ma anche in altri paesi europei per attentati tesi a destabilizzare il regime algerino e in Africa, nelle colonie portoghesi che stanno faticosamente conquistando l’indipendenza. Una definitiva scossa al progetto unitario – accelerato dalle crescenti voci sull’imminente messa al bando di AVANGUARDIA NAZIONALE – la dà l’arrivo a Madrid di un personaggio carismatico sul piano militare ma estraneo all’antico contenzioso tra i due gruppi. È il presidente del FUAN di Palermo, Pierluigi Concutelli, una sfilza di precedenti penali, passato da poco in clandestinità operativa, dopo il rapimento del rampollo di un banchiere salentino, compiuto a luglio da una banda mista di fascisti toscani e malavitosi del profondo Sud, ben presto individuati.
Il basista è il federale missino di Brindisi, segretario particolare dell’onorevole Clemente Manco, il difensore di Freda. I “pentiti” racconteranno poi che Concutelli stava animando il
FRONTE UNITARIO DI LOTTA ARABO-SICULO, una banda post-ordinovista
responsabile di numerosi attentati (a Roma il FRONTE UNITARIO era DI LOTTA AL SISTEMA).
Il processo di fusione – dopo l’incubazione “spagnola” – raggiunge l’acme a settembre, quando in una villa dei Castelli romani si incontrano i dirigenti di AVANGUARDIA e i “quadri coperti” italiani di ORDINE NUOVO: l’unità raggiunta all’inizio dell’autunno non vede
l’inverno ma due mesi bastano a far danni a Roma. Un nucleo unitario tenta di uccidere il leader democristiano cileno Bernard Leighton e la moglie. Solo quando una definitiva sentenza scagiona gli accusati, Vinciguerra, all’epoca clandestino operativo in Italia,
racconterà che l’attentato è stato commissionato dalla polizia segreta cilena a Delle Chiaie, dietro pagamento di 100 milioni e che a sparare è stato Concutelli. Il 2 dicembre, pochi giorni dopo il blitz contro AN, i ricercati Tilgher, Vinciguerra, Giulio Crescenzi, Bruno Di Luia e l’ordinovista Graziano Gubbini, latitante per ORDINE NERO, sono arrestati, grazie a una soffiata, nella base operativa della nascente MILIZIA RIVOLUZIONARIA, in via Sartorio8. Nel successivo week-end dell’Immacolata è in programma a Nizza un incontro di chiarimento chiesto da Graziani, che diffida della spregiudicatezza manovriera di Delle Chiaie. Bastano pochi minuti di franca discussione tra i due per un no inappellabile che sconfessa Signorelli e Fachini. Nelle settimane successive si consuma anche la rottura personale tra Concutelli e Delle Chiaie: di ritorno da una missione in Angola, il leader militare si allontana da Madrid, portandosi per ricordo una mitraglietta americana in dotazione alla Guardia civil. Il tentativo di riunificazione dei due
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