L'onda di piena delle tartarughe si infrange sul muro del conformismo
E' stato un fine settimana intenso per Casa Pound, con l'evento clou di Ponte Milvio, tra presentazione di "Nessun dolore", il romanzo di Di Tullio dedicato ai militanti del movimento, e concerto di Zetazeroalfa, ma con appuntamenti importanti anche a Torino (con una serata all'Asso di Bastoni dedicata a Gabriele Sandri) e soprattutto a Bologna, dove era in programma la presentazione del Manifesto politico dell'Estremocentroalto.
Di tutto rispetto i relatori annunciati: con il responsabile culturale di Cpi, Adriano Scianca, avrebbero dovuto discutere del programma poundista il fiduciaro locale di Fini, l'onorevole Raisi, e una delle eminenze grigie della comunità del Mulino, il professor Pasquino. Ma alla fine, mentre nel forum i militanti discutevano animatamente su contiguità e distanze da tenere tra finiani e Pdl, è arrivata la botta a sorpresa. Il moderatissimo e rigoroso intellettuale è venuto meno: dopo un incontro con gli studenti dei collettivi, giovedì mattina, ha ritirato l'adesione "per non legittimare Casa Pound". Una doccia fredda: anche perché il cattedratico, in diverse interviste concesse nei giorni precedenti, aveva reiterato il proposito di rispettare l'impegno preso. La disponibilità del sostituto, il filosofo Stefano Bonaga, assai noto fuori dalle mura della Dotta per i suoi successi sentimentali, è durata lo spazio di un mattino. Già in altra occasione il filosofo si era guadagnato gli strali degli antifascisti, per aver partecipato, il 30 settembre 2008, a una conferenza sul tema «Ribelle o rivoluzionario, una scelta di campo contro il mondo moderno» insieme a Massimo Fini. L'incontro, moderato da Eduardo Zarelli era stato organizzato dall’Associazione Edera, dal Coordinamento Progetto Eurasia e da Meridiano Zero. Stavolta il ravvedimento è stato tempestivo. Evidentemente neanche la rassicurante presenza di un parlamentare ormai popolarissimo nel centrosinistra è servito a superare la conventio ad excludendum. Con i fascisti è proibito parlare. Una brutta pagina, quindi, che testimonia del miserabile stato della libertà degli intellettuali. Il tutto mentre il clamoroso successo di vendite in libreria del romanzo, già alla seconda ristampa in dieci giorni, dimostra invece che la scommessa di un caposaldo dell'editoria mainstream, la Rizzoli, sui giovani ribelli della destra non conforme, si è rivelata vincente. Come dimostra la folla accorsa al concerto, volutamente ambientato nel luogo simbolo dell'insipienza giovanilistica. Un'altra sfida vinta. C'è quindi di che consolarsi a via Napoleone III: perché tra vecchia politica e nuova industria culturale si sa chi l'ha spuntata negli ultimi quindici anni ...
Di tutto rispetto i relatori annunciati: con il responsabile culturale di Cpi, Adriano Scianca, avrebbero dovuto discutere del programma poundista il fiduciaro locale di Fini, l'onorevole Raisi, e una delle eminenze grigie della comunità del Mulino, il professor Pasquino. Ma alla fine, mentre nel forum i militanti discutevano animatamente su contiguità e distanze da tenere tra finiani e Pdl, è arrivata la botta a sorpresa. Il moderatissimo e rigoroso intellettuale è venuto meno: dopo un incontro con gli studenti dei collettivi, giovedì mattina, ha ritirato l'adesione "per non legittimare Casa Pound". Una doccia fredda: anche perché il cattedratico, in diverse interviste concesse nei giorni precedenti, aveva reiterato il proposito di rispettare l'impegno preso. La disponibilità del sostituto, il filosofo Stefano Bonaga, assai noto fuori dalle mura della Dotta per i suoi successi sentimentali, è durata lo spazio di un mattino. Già in altra occasione il filosofo si era guadagnato gli strali degli antifascisti, per aver partecipato, il 30 settembre 2008, a una conferenza sul tema «Ribelle o rivoluzionario, una scelta di campo contro il mondo moderno» insieme a Massimo Fini. L'incontro, moderato da Eduardo Zarelli era stato organizzato dall’Associazione Edera, dal Coordinamento Progetto Eurasia e da Meridiano Zero. Stavolta il ravvedimento è stato tempestivo. Evidentemente neanche la rassicurante presenza di un parlamentare ormai popolarissimo nel centrosinistra è servito a superare la conventio ad excludendum. Con i fascisti è proibito parlare. Una brutta pagina, quindi, che testimonia del miserabile stato della libertà degli intellettuali. Il tutto mentre il clamoroso successo di vendite in libreria del romanzo, già alla seconda ristampa in dieci giorni, dimostra invece che la scommessa di un caposaldo dell'editoria mainstream, la Rizzoli, sui giovani ribelli della destra non conforme, si è rivelata vincente. Come dimostra la folla accorsa al concerto, volutamente ambientato nel luogo simbolo dell'insipienza giovanilistica. Un'altra sfida vinta. C'è quindi di che consolarsi a via Napoleone III: perché tra vecchia politica e nuova industria culturale si sa chi l'ha spuntata negli ultimi quindici anni ...
Quanta tristezza nel vedere intellettuali così poco coraggiosi ostaggio di chi vive, oggi, fuori tempo massimo e solo nella sua testa, una storia di 30 anni fa...
RispondiEliminaComunque l'incontro a Bologna si è tenuto lo stesso. Ed è stato interessante. Visto che ero nel pubblico, i ragazzi di CPI mi hanno chiesto di dire anch'io la mia. E così in un nanosecondo da spettatore mi sono ritrovato relatore ad una conferenza sull'ECA con Adriano Scianca come mi era già capitato in passato. Devo dire che è stata la mia prima volta da quando, venerdì scorso, sono stato eletto al direttivo di SEL della provincia di Ravenna.
RispondiEliminaA chi vive nella nostalgia e si appella all'intolleranza, la miglior risposta è continuare e sempre continuare a parlare e ragionare.
dal sito http://staffetta.noblogs.org/ il blog del nodo sociale antifascista bolognese
RispondiEliminaDopo la pasquinata e la farsa, sempre più in basso…
Alla presentazione del manifesto politico di CasaPound alla Sala dell’Angelo, dopo il rifiuto di Gianfranco Pasquino e poi di Stefano Bonaga, il rimpiazzo dell’ultim’ora è stato il solito Raffaele Morani, ex segretario del PRC di Faenza e oggi di Sinistra Ecologia e Libertà, collaboratore abituale di CasaPound con poche idee, ma tutte confuse.
Morani il 9 ottobre 2009 ha partecipato al dibattito organizzato a Roma da CasaPound su «Che Guevara mito e simbolo della destra militante». Fra il 2007 e il 2008 ha propagandato in ogni modo il volume innocentista di Andrea Colombo sulla strage di Bologna, Storia nera. Bologna: la verità di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti: un volume di cui oggi si vedono, a soli tre anni dalla pubblicazione, tutte le imprecisioni, gli errori, le faziosità. Ha firmato appelli a favore del Blocco studentesco e di CasaPound. E corre non appena ci sia un buco da coprire…
Morani, Sansonetti, Colombo (ex portavoce del PRC al Senato) sono esempi di quel ceto dirigente di partiti sedicenti «comunisti» e «antifascisti» che, quando il pacifista Bertinotti benediceva la Folgore come «terza carica dello Stato», hanno pensato di interpretare tutti quanti il ruolo di «statisti» imparziali ed equanimi. E ora continuano, per non confessare a se stessi che sono poveri opportunisti finiti nel cesso della storia.
È quel ceto dirigente «di sinistra» a cui si deve lo sciagurato voto favorevole sui CPT (oggi CIE) di Rifondazione comunista e Verdi nel 1997, le vergognose concessioni collaborazioni e/o dialoghi con la destra neofascista e stragista, le aperture pubblicitarie agli stereotipi della cultura sessista dominante, le arrendevolezze deliranti su lavoro, precariato, rifinanziamenti alle guerre, scuola, ambiente. Già, poche idee, ma tutte confuse.