Lunedรฌ, Aprile 21 2025

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Le mani in pasta di La Russa

Antonio Torre รจ figura storica della destra radicale napoletana. Dalla milizia infantile in Terza posizione ai vertici di Forza nuova in cui ha raggiunto il rango di vicesegretario nazionale per poi uscire dal gruppo con l'intera comunitร  di camerati a lui legati.. E' una delle poche voci controcorrente che, sulla querelle che lacera la destra di governo, rifiuta di schierarsi con i berluscones e, dalle pagine di Facebook, riprendendo un articolo del Fatto rilancia le accuse sulle collusioni affaristiche di Ignazio La Russa.

Mafia, soldi e brutti affari di Antonio Torre
Lโ€™inciampo riguarda il ministro della Difesa Ignazio La Russa e uno dei suoi fedelissimi, il deputato Pdl, giร  assessore alla regione Lombardia, Massimo Corsaro, entrambi, ancora oggi, presenti in due societร  assieme a un imprenditore pizzicato a fare estorsioni con gli uomini della โ€˜Ndrangheta milanese.
Lo scenario emerge dalla requisitoria del pm Celestina Gravina che il 16 dicembre scorso, nellโ€™ambito di un processo contro le cosche calabresi, per quellโ€™imprenditore ha chiesto e ottenuto 6 anni di carcere aggravati dallโ€™utilizzo del metodo mafioso.
Facciamo un passo indietro.
รˆ il 18 settembre 2007, quando per la prima volta il pentito Luigi Cicalese inizia a raccontare una storia: โ€œQuella dei tre che truffarono un barโ€.
Due anni dopo, durante la requisitoria, il pm prosegue, puntualizza.
Prima di tutto: โ€œSi tratta del Gibson bar, un bellissimo locale nel centro di Milano in via Castel Morrone, angolo via Ristoriโ€.
Bello, ma soprattutto ben frequentato.
โ€œDai primi anni 2000 รจ diventato il bar di elezione dellโ€™avvocato, ma giร  onorevole Ignazio La Russa che lo frequentava con il suo entourageโ€.
Allora onorevole, oggi ministro della Difesa di Berlusconi e uomo forte allโ€™interno del Pdl, dopo la svolta del predellino in piazza San Babila, anno 2007.
Questa storia inizia perรฒ nel 2002. Racconta di strani rapporti dโ€™affari tra La Russa e alcuni usurai legati a un โ€œpadrinoโ€ della โ€˜Ndrangheta, Giuseppe Onorato da Reggio Calabria, con trentennale presenza sotto la Madonnina.
Mafia e politica.
Anche se, va detto, il ministro della Difesa e lโ€™onorevole Corsaro con lโ€™estorsione โ€œa quei tre che truffarono il barโ€ non cโ€™entrano, ma cโ€™entrano con le societร  legate al mandante di quellโ€™episodio, tale Sergio Conti imprenditore di Brugherio, ex titolare di garage, condannato per estorsione con lโ€™aggravante dellโ€™articolo 7.
In poche parole lโ€™utilizzo del metodo mafioso, perchรฉ per recuperare quel credito dai โ€œtre che truffarono un barโ€, circa 300.000 euro, lui si รจ rivolto a Onorato e ai suoi uomini.
Per i due notabili del Pdl, invece, nessuna responsabilitร  penale, ma certo molta distrazione nello stringere relazioni pericolose.
Di quel bar, il New Gibson, il titolare รจ un milanese brillante.
La Gibson due snc ne detiene le quote fino al luglio del 2003.
โ€œDallโ€™onorevole La Russa โ€“ si legge nella requistoria del pm โ€“ deriva la vicenda che questo bar diventa un poโ€™ il luogo di ritrovo di An e quindi ci sono feste e bella genteโ€.
Il titolare e La Russa entrano in confidenza. Poi, improvvisamente nel 2003, alla gestione societaria subentra una signora romena che cambia denominazione in New Gibson due.
Alla base dello strano passaggio di proprietร  cโ€™รจ โ€œla parte oscuraโ€ di quel brillante titolare ormai entrato nelle confidenze dei notabili di An.
Il signore, infatti, รจ gravato da debiti e per questo da tempo รจ in mano agli usurai.
Sul suo libro paga lโ€™elenco degli strozzini รจ lungo: lโ€™ultimo della lista, nota il pm โ€œรจ un tal Ciriello, che perรฒ, non รจ solo perchรฉ nellโ€™affare ha portato dentro Conti, il suo finanziatoreโ€ .
Lโ€™ormai ex titolare del Gibson, perรฒ, grazie โ€œalla sua faccia illuminataโ€ ottiene addirittura lโ€™aiuto dallo stesso La Russa e da Corsaro.
I due notabili di An, infatti, si danno da fare per lโ€™amico e lo aiutano ad aprire unโ€™enoteca. Il locale si trova dalla parte opposta di via Ristori sempre allโ€™angolo con Castel Morrone.
Posto elegante e clientela sofisticata, lโ€™enoteca รจ di proprietร  della Gibson vini srl, societร  costituita nel 2002.
Inizialmente le quote sono divise tra la moglie dellโ€™ex titolare del Gibson, uno degli usurai e lo stesso Conti.
Quasi subito la proprietร  passa in mano a La Russa, Corsaro e allo stesso Conti, neo condannato per estorsione e amico dei boss.
Attualmente lโ€™impresa riporta il medesimo assetto societario. Di piรน: non รจ chiusa, nรฉ fallita, ma semplicemente in liquidazione volontaria.
Da questi rapporti dโ€™affari con il ministro, Conti sembra cavarci poco e quindi cerca altre strade per recuperare il credito.
Alla fine, la migliore porta agli uomini di Giuseppe Onorato.
I primi approcci avvengono tramite un notissimo commerciante di carne legato alla โ€˜Ndrangheta. Attraverso di lui, il messaggio viene recapitato al boss che dร  mandato a Emilio Capone, โ€“ un napoletano molto elegante โ€“, di iniziare il recupero credito. Assieme a lui ci sono i luogotenenti del boss, Vincenzo Pangallo, detto Jimmy e Tonino Ausilio.
Nel mirino della mafia ci finisce soprattutto lโ€™ex brillante titolare del Gibson. Con i calabresi, Sergio Conti stabilisce che il 50% di quel denaro finirร  nelle tasche di Onorato.
Nel frattempo lโ€™ex patron del locale di via Castel Morrone sembra scomparso. รˆ terrorizzato, tanto che per precauzione ha spedito la famiglia in una localitร  segreta. Alla fine, siamo nel 2008, anche lui cadrร  nella rete ordita da Conti.
Lโ€™incontro avviene vicino ai Navigli e lui che ben conosce quegli uomini si fa accompagnare da dodici amici.
Particolare che secondo il pm prova lโ€™aggravante del metodo mafioso utilizzato da Conti. Lโ€™ex garagista cosรฌ viene condannato.
Eppure non รจ finita perchรฉ , nonostante questa condanna, ancora oggi La Russa e Corsaro risultano in societร  con Conti.
Lo sono nella Gibson vini, ma anche in una societร  immobiliare, la Gibson immobiliare, con sede in via Ciro Menotti 11, ad oggi semplicemente inattiva.
Visto come ha stigmatizzato la vicenda della casa di Montecarlo, pretendendo, in nome di nobili e antichi ideali, maggiore trasparenza e accortezza nella gestione degli affari, che ci fa un ministro della Difesa e un coordinatore del Pdl in societร  con un estorsore condannato a sei anni di reclusione?
Dovrebbe forse dimettersi anche lui come ha chiesto a Fini per una vicenda ben meno provata?
O dovremmo forse prenderlo ad esempio entrando in societร  con persone dedite al malaffare?

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