L'avvocato Borrè: Moffa non è esaltato né esibizionista
Spett.le redazione,
scrivo in nome e per conto del prof. Claudio Moffa per richiedere la pubblicazione della seguente rettifica, relativa alle affermazioni contenute nell'intervista rilasciata dal sig. Gabriele Adinolfi e riportata nel Vostro sito.
A proposito di quanto esternato da Gabriele Adinolfi devo far rilevare che se il prof. Moffa, il quale si è limitato a riportare le teorie di storiografi revisionisti (e non negazionisti) e di Finkelstein , fosse davvero un esibizionista dovrebbe sentirsi appagato per (l'ingiustificato) clamore che la sua lezione ha provocato, e invece tutto ciò lo prostra; se fosse un esaltato non temerebbe per la sua incolumità e non darebbe peso alle reiterate aggressioni alla sua reputazione personale e professionale. Ma così non è: il prof. Moffa si sente ingiustamente e violentemente aggredito, minacciato e oltraggiato, e per difendersi ho dovuto dare mandato al sottoscritto per tutelare in sede giudiziaria i suoi diritti costituzionali.
Non sempre si può applicare Sun Tzu quando si tratta di difendere diritti e libertà.
Cordialmente
avv. Lorenzo Borrè
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RispondiEliminaRiospondendo all'intervista di Ugo non ho mai detto che il professor Moffa non sia minacciato. Ho detto che il suo comportamento esibizionistico e' servito a proporre la Loi Gayssot (oggi lex pacifica) anche in Italia. E ho detto che lo avevo preannunciato da quando questo professore (che non e' il primo revisionista in Italia) apparve chiassosamente sul proscenio. Ho detto, e confermo, che gli spontaneismi esibizionistici inseriti in una visione facebook del mondo e quindi della politica, sono autolesionisti e, soprattutto, pericolosi e dannosi per altri che si limitano a effettuare studi storici e non a trasformarsi in improbabili profeti.
RispondiEliminaNon ho detto, non avendo elementi per dirlo, che il professor Moffa sia complice cosciente di coloro che lo minacciano, ma che ne e' risultato un toccasana oggettivo.
Egregio Sig. Adinolfi,
RispondiEliminason convinto che Lei pensi a cose più serie, ma la polemica sui presunti atteggiamenti esibizionistici del prof. Moffa, l'ha iniziata Lei.
Gli si permetta almeno di replicarLe, perbacco!
Devo aggiungere, permero scrupolo di mandato, che il prof. Moffa non è uno storico revisionista, nè si è mai atteggiato a profeta sull'argomento (nè su altri), ma ritiene che in Italia e altrove si possa rivendicare il libero esercizio dei diritti civili.
Se Lei non avesse cose più serie a cui pensare, potrebbe tranquillamente verificare che solo di questo si tratta.
Cordialmente
Lorenzo Borrè
Veramente,avvocato, il professor Moffa, che appunto non e' uno storico ma un "politico", ha preteso di far cagnara su di una corrente storiografica "eretica" e, facendo cagnara sterile, l'ha messa in pericolo.
RispondiEliminaHa seguito un precedente, quello degli Olivier Mathieu che hanno permesso di tacitare i Faurisson. Il format era chiaro fin da allora.
Va aggiunto che il professor Moffa dovrebbe avere una cultura di base leninista e mi stupisco di come non abbia fatto tesoro dell'insegnamento di Lenin sull'infantilismo dell'estremismo spontaneista.
Il professor Moffa si e' rivelato il peggior nemico oggettivo del revisionismo storico; cosa che era evidente da subito per chiunque avesse un minimo di esperienza e di competenza.
Cio' detto, nulla ci esime dal sostenerne la vicenda (cosa da me fatta su noreporter un paio di settimane addietro). Gli autolesionisti ci piacciono pure; perdoniamo un po' meno loro il fatto di essere lesionisti di altre persone e di altre cause.
Ma possiamo passarci su. Il fatto e' che l'intervista che mi ha chiesto Tassinari richiedeva risposte politiche e io le ho date.
1. Sono contro la lex pacifica
2. Ritengo assurdo che si sostenga l'unicita' del sacrificio ebraico
3. Penso che si debba permettere agli storici di lavorare in pace senza danneggiarli con chiasso inutile
4. Ritengo politicamente secondaria la battaglia sul revisionismo
5. Non penso che la si possa combattere e vincere "democraticamente"
6. Non ho bisogno di "bonificare" i fascismi per stare dalla loro parte
7. Tutto questo can-can non sarebbe nato senza le esibizioni del professor Moffa che hanno avuto un effetto boomerang che, purtroppo, mette in pericolo opere altrui.
Che il professor Moffa si sia limitato a rivendicare il libero esercizio dei diritti civili e' solo una bella formula. Quando ci si esibisce pubblicamente si sa che c'e' un ritorno. E i ritorni si valutano prima, perche' non si va in guerra senza aver valutato le armi, se non le si hanno si pensa al riarmo. Non si distrugge invece il lavoro paziente di chi sta facendo, in merito, anche cose notevoli.
Come accaduto in Francia. Ripetere una cosa simile e' a dir poco disdicevole.
Adinolfi solo su una considerazione ha ragione, il professore Moffa non è il primo docente universitario (e non) a cimentarsi nella grande avventura intellettuale dei nostri tempi.Ricordo il professore Antonio Caracciolo della Sapienza di Roma,quello a cui Piero Marazzo voleva far abbassare gli occhi dalla vergogna.Ricordo Ariel Toaff (figlio del rabbino emerito Elio Toaff) che scrisse un libro sugli omicidi rituali, libro ritirato dalla circolazione, poi riammesso in commercio. Tutti autolesionisti ed esibizionisti vero?La cagnara non la fanno loro; la subiscono, ogni qual volta si tocca questo nervo scoperto dei nostri tempi.Mentre si possono scrivere decine di libri, si possono animare mille iniziative in rete e in politica, sono solo delle innocue e grandi seghe mentali, nessuno mai farà la stessa cagnara.Onore e solidarietà al professore Moffa!
RispondiEliminaLa solidarieta' non gliela le nga nessuno, benche' sia egli la causa di quanto accade. In passato - e per tutta la vita - da questa parte non solo si e' mantenuta la solidarieta' ma qualcosa di ben piu' forte per coloro i quali per impulso spontaneistico e per mancanza di freddezza si procurarono e procurarono alla nostra causa danni ingenti se non irreparabili.
RispondiEliminaFigurarsi quando i danni riguardano una causa nobile ma non nostra.
La solidarieta' non ci esime pero' dallo stigmatizzare le responsabilita' di chi, pur venendo da una cultura che la dovrebbe impedire ed essendo ben piu' avanti negli anni, con la sua incoscienza e con il suo esibizionismo si e' fatto pretesto per l'imposizione della loi Gayssot in Italia. Che, se non passera', lo si deve solo al Vaticano e alla sinistra ebraica e non certo agli scodinzolatori bipartisan.
Tutto questo lo si sapeva fin dall'inizio: compiere un'operazione chiassosa e narcisistica che si rivela inefficace e controproducente non ha molte scusanti.
Sempre che si abbia a cuore una causa (nello specifico quella del revisionismo storico) e non si cerchi invece un pretesto per ululare alla luna la propria impotenza come accade sovente laddove si sono definitivamente persi i criteri dell'azione, della costruzione, della strategia e dell'efficacia. Ma questa e' un'altra storia.
P.S. per integrare la nota di cui sopra.
RispondiEliminaNon dissi mai che il professor Caracciolo e men che meno Ariel Toaff avrebbero procurato l'avvento di una loi Gayssot, mentre lo sostenni per il professor Moffa fin dai tempi della prima partecipazione collettiva al suo progettato e boicottato incontro di Teramo di circa tre anni fa.
Ci sara' pure un motivo - analitico ed esperenziale - per il quale ho fatto queste differenze...
"Che il professor Moffa si sia limitato a rivendicare il libero esercizio dei diritti civili e' solo una bella formula".
RispondiEliminaCredo che questa Sua frase spieghi il perchè Lei ritenga, infondatamente, il prof. Moffa un esaltato e un esibizionista: se le garanzie espresse dagli articoli 21 e 33 della Costituzione italiana (senza voler scomodare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo) sono solo una bella formula, allora si comprende perchè chi esercita -su terreni impervi- le prerogative costituzionali, debba essere inquadrato nelle categorie psicopatologiche dell' esaltazione e dell'esibizionismo.
Peraltro mi sembra che Lei, nel discutere questa vicenda, non vada mai oltre l'assertivo: Tizio è bravo, Caio un po' meno, Mevio è un esaltato (manca solo la figura di Sempronio l' infiltrato).
E sembra di capire che il torto di Moffa per Lei consista non tanto nell'aver detto quello che ha detto (tant'è che il punto 3 del Suo Eptalogo riconosce il diritto di ricerca storiografica), ma che lo abbia detto in pubblico, diventando così un provocatore oggettivo.
Ma l'essenza della democrazia liberale, caro Adinolfi, è (o dovrebbe essere) proprio questa: poter esprimere il proprio pensiero in pubblico; poter tenere una lezione in un'aula; in nessun articolo della Costituzione (nè nel 21 nè nel 33) troverà la specificazione che la libertà di manifestazione del pensiero può essere esercitata solo nel tinello di casa o al bar dell'università. Non a caso l'espressione usata dalla Costituzione è è "tutti hanno diritto di MANIFESTARE liberamente il proprio pensiero".
Il tutto ovviamente nel rispetto dei tre requisiti della verità, della contineza espressiva e dell'interesse pubblico.
Se Lei svuota il precetto costituzionale, applicando categorie lombrosiane al prof. Moffa, allora forse qualcuno potrebbe ribaltare la Sua accusa e dire che sono gli atteggiamenti (e le posture mentali) come i Suoi a fornire il viatico a leggi liberticide.
Visto che viviamo in uno situazione politica dove le mezze ipotesi di qualcuno diventano, per quelli che Lei chiama "scondinzolatori", delle vere e proprie parole d'ordine, non mi stupirei se posdomani, di restrinzione in restrinzione, nel disinteresse generale (e con il controcanto sterile dell' "io l'avevo detto") si passerà alla gerarchizzazione dell'eticità delle idee e dei pensieri: e si potrà così tranquillamente affermare che anche le manifestazioni pubbliche di certi movimenti estremistici non sono altro che raduni di esibizionisti e che come tali vanno condannate (e impedite). Anzi: se non erro misure del genere sono già state adottate:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=32137
Sempre con cordialità
Gentile Adinolfi, dove sarebbe il mio esibizionismo? E non è per caso che lei mi attacca entrando nel coro di chi ha mi diffamato e linciato in questi giorni per suoi problemi di esibizionismo? Guardiamo ai fatti: il 24 settembre salta una lezione di una collega che ha perso l'autobus Roma-Teramo. Mi precipito a fare io una lezione sulla shoah, che certo avevo in mente di fare già da tempo ma a cui avevo rinunciato per esigenze di calendario. La lezione si svolge e termina in assoluta tranquillità: anzi qualche studente mi dice che era troppo moderata. Il video resta sul sito più di 10 giorni senza che nulla accada. Poi il 7 ottobre, in coincidenza con la manifestazione pro-israele e con il lancio dell'ennesimo progetto di legge liberticida, vengo attaccato prima da repubblica e poi dalla solita cronaca-canaglia. Perché sarei un esibizionista? Mi ero esibito bene in precedenza con un master aperto a dissidenti e dissidenze varie e, mi creda, non avevo proprio bisogno di questa che lei chiama una nuova "esibizione". Non lo è stata affatto, è stato l'ennesimo attacco liberticida di Pacifici e del suo giro alla libertà di opinione e di insegnamento in Italia. Una minoranza di (dicono) 35mila persone che vuole imporre la propria visione religiosa di un tragico evento storico a 60 milioni di cittadini italiani. Cordialità, Claudio Moffa
RispondiEliminaPASSO E CHIUDO (per oggi) l'intervallo caffé è terminato.
I fatti, caro avvocato e caro professore, sono molto semplici. L'Italia e' una Repubblica democratica? Si. E infatti e' la democrazia che uccise Socrate e che vieta le ricostituzioni dei partiti fascisti immettendo i reati d'opinione. Bisogna partire di li' e saper controbattere con i mezzi efficaci non con le proteste da consumatori insoddisfatti.
RispondiEliminaDiscutere questa Repubblica e le sue ingiustizie in linea di puro principio e' risibile. Direi che leninisticamente parlando e' suicida. Puo' compiacere solo chi, del tutto impotente, vive solo di gossip e urla e non s'impegna con criterio strategico.
L'esibizionismo, professore, consiste nel chiamare a raccolta un pubblico per propagandare tesi che, pian piano, stavano avendo effetto e che, con il chiasso, si sono improvvisamente arenate.
Cio' accadde a Teramo due o tre anni fa e di li' parti' tutta la vicenda che si e' conclusa con il varo annunciato della Loi Gayssot.
A suo tempo, quando il professore inizio' a comportarsi da esibizionista e da politicamente infantile predissi, e non era difficile, che avrebbe condotto solo a questo. E, spero, non anche alle sin troppo probabili condanne degli storici che vorrebbe sostenere.
Sono stato purtroppo - ma scontatamente - un buon "indovino".
Nessuno dovrebbe concedersi il lusso, per avere gli onori della cronaca, di mettere in pericolo il lavoro e la liberta' altrui. L'esibizionismo, lo spontaneismo, l'infantilismo e la totale assenza di strategia hanno fatto gia' molti danni. Questi si aggiungono. Come da copione. Come i Mathieu hanno frenato i Faurisson. La storiella si ripete, tristemente.
Cio' non m'impedisce di essere solidale con l'autolesionista professor Moffa, senza esserlo con il lesionista professor Moffa.
Ambo le cose sono doverose.
Avvocato, non ci saranno leggi per metterci fuori legge, ci sono gia'.
RispondiEliminaNon solo la Scelba e la Mancino. Chi scrive ha avuto una condanna di sette anni e emzzo per reati d'opinione.
Il punto e' proprio questo: saper combattere queste leggi con criterio politico "militare" invece di servirle con irresponsabile incapacita'
Adinolfi paragonare l'autodidatta e scrittore francese Olivier Mathieu al docente universitario Moffa è come voler paragonare un dilettante allo sbaraglio con un premio nobel.Mathieu (che credo sia morto in giovane età) si rese protagonista di una rissa in diretta televisiva; pensare che sia stato lui a innescare la repressione in Francia è una vera e propria perla!Comunque Mathieu, era molto apprezzato da Leon Dregrelle, mentre lei evidentemente lo considera un provocatore.Concludo Adinolfi dicendole che lei morirà di vecchiaia tranquillamente nel suo letto, continui pure a scrivere di isole che non ci sono, lasci il cimento revisionistico a chi ne ha i titoli e soprattutto il coraggio.
RispondiEliminaAllo stato, con rispetto parlando, non mi sembra che Lei abbia raggiunto grandi risultati su questa strada....
RispondiEliminaE' comunque inutile continuare su questo registro: io parlo di Diritto e Lei di Politica.
Io ho ancora fiducia nella magistratura (e nella sua capacità di far rispettare i principi costituzionali e di salvaguardare i diritti civili del Prof. Moffa ) e Lei, da quel che leggo, no.
Lei si sente autorizzato a delineare profili psicologici, e io aborro questa prassi.
Non potremmo essere più distanti e incomunicanti.
Il tempo sarà Giudice.
Chiedo venia
RispondiEliminaqualcuno mi vorrebbe convincere che dovremmo combattere la Scelba e la Mancino con criterio politico militare votando la Polverini o il Pdl ?
Adinolfi a Moffa va dato atto di non aver fatto altro che fare una lezione portando a conoscenza degli studenti argomentazioni che mai sarebbero state portate avanti da qualsiasi storico appartenente alla storiografia ufficiale. Questo suo gesto non è da considerarsi come gesto politico con finalità di egoistica esibizione, ma come quello di un'accademico che trattando un argomento non fa che ribadire le posizioni, sicuramente non tenute dai colleghi, di alcune personalità revisioniste A CUI NON CI SONO ANCORA OGGI CONFUTAZIONI DI CARATTERE SCIENTIFICO E NON STORICO-POLITICO.
RispondiEliminaIn più non penso che il mettersi a discutere di così controverse questioni possa in nessun modo favorire la reputazione o le possibilità di carriera del professor Moffa (vedasi anche su un piano completamente diverso, forse proprio quello del dilettante in confronto al maestro, lo sviluppo di carriera di Faurisson).
"Avvocato, non ci saranno leggi per metterci fuori legge, ci sono gia'.
Non solo la Scelba e la Mancino. Chi scrive ha avuto una condanna di sette anni e mezzo per reati d'opinione.
Il punto e' proprio questo: saper combattere queste leggi con criterio politico "militare" invece di servirle con irresponsabile incapacita'.”
Non concordo con ephifanius per cui lei Adinolfi non avrebbe il coraggio o le competenze per portare avanti la "battaglia" revisionista, ma penso che probabilmente il prezzo molto alto che ha pagato per la sua esposizione politica la faccia desistere o in un qualche modo le faccia pensare che sia da stupidi portare in superficie temi che sarebbero stroncati dalla grande massa.
D'altronde però non vedo come affrontare la questione sul campo “politico "militare"”, quando l'indignazione levatasi nell'opinione pubblica sia stata così totale.
Sta dicendo in poche parole che si dovrebbero risollevare le sorti del revisionismo con azioni politiche quando i movimenti che potrebbero portare avanti la causa revisionista oggi non hanno sicuramente la forza necessaria ad una tale azione, anche perchè sarebbero subito stroncati a livello mediatico?
In conclusione capisco la sua tesi per cui alzare un polverone del genere non giovi sicuramente alla causa, ma anzi fa si che possa essere messa in pericolo magari con leggi ad hoc, ma allora le chiedo quale sia la soluzione. Aspettare che in Italia si instauri un regime politico per cui la corrente revisionista possa essere elevata a storiografia ufficiale?
Attendendo risposta alle mie domande saluto i contendenti del dibattito
Cordialmente
G.M.
ANONIMO: in Italia conviviamo da quasi settant'anni con leggi liberticide.
RispondiEliminaLe si rendono desuete (e' il caso della Scelba) con l'azione quotidiana e misurata e non con le provocazioni chiassose ed affrettate.
Le provocazioni (vedi le stelle sui negozi ebraici romani) introducono leggi speciali ulteriori come la Mancino.
In quanto al coraggio di condurre la battaglia revisionista il punto non sta affatto qui.
Io ritengo che la partecipazione di ambienti politici catalogati come antisemiti e comunque marginali alla causa revisionista porti danni non agli ambienti suddetti (che anzi al Soistema piacciono cosi') ma alla causa revisionista ed ho documentato come questo e' avvenuto un po' ovunque.
Inoltre ritengo questa causa interessante ma niente affato primaria, perche' non son stato colto dai complessi di accettazione per cui dovrei dimostrare che i fascismi furono buoni.
Comunque essi furono, rappresentarono la causa giusta. Se furono piu' buoni dic ome ce li dipingono e se la storia lo dimostrera' tantom meglio, altrimenti nulla cambia,
I fascisti che s'impegnano nel revisionismo li vedo molto spesso come delle mammolette balbuzienti in cerca di un tepore.
Senza le esibizioni alla Moffa la ricerca storica passa. In Francia stava passando prima di Mathieu (EPIFANIUS: il professor Moffa sara' anche piu' serio di Mathieu ma il suo ruolo e il suo effetto sono i medesimi)tra l'altro ebbe una ripresa fortissima tra gli intellettuali e gli storici dopo l'arresto di Irving (ma la blocco' l'intervento di Ahmadinejad).
Il punto pero' e' un altro. Come ho avuto modo di dire, non esiste a memoria d'uomo una vulgata storica che non sia quella di chi ha forza. Bisogna, per darle spazio, assumere forza e non viceversa. Il contrario nella storia non e' mai esistito.
ROSSO LITTORE: la sua uscita non ha senso. Tra l'altro non solo io non voto perche', squalificato a vita, non voglio la "riabilitazione", ma perche' non votavo neppure prima. In quanto alla Polverini dissi da subito che la ritenevo peggiore della Bonino. Informarsi un pochino no?
AVVOCATO, lei ha fiducia nella Magistratura e io no, ma questo cosa c'entra? La Magistratura applica le leggi che scrive il Parlamento.
Se il Parlamento non scrivera' una Legge Gayssot dovremo ringraziare il Vaticano e la sinistra libertaria, non i Magistrati. Se la scrivera' dovremo ringraziare chi ha creato l'evento perche' venisse scritta, danneggiando cosi' la causa che vorrebbe difendere. Ovvero il professor Moffa qui, come gli Olivier Mathieu altrove.
In quanto ai "risultati ottenuti su questa strada" bisogna vedere di cosa lei stia parlando.
Sia pero' chiaro che non ho mai preteso di fare la rivoluzione da solo perche', a differenza di molti, ho coscienza dei miei limiti e dei limiti posti alle mie azioni. Ma la politica, non diversamente da altre attivita' umane, quali la guerra, gli affari, lo sport, si fa avendo questa coscienza e, soprattutto, quella delle conseguenze nefaste di azioni che rispondono a dei presupposti utopici e che ignorano la natura umana.
Gia' il pretendere che la democrazia dia spazi di liberta' e che la Magistratura li garantisca mi da' la misura del pericoloso irrealismo in cui corre questo reality.
E il fatto stesso che si passi cosi' tanto tempo a polemizzare in un blog con le mie osservazioni attesta quanto sia stata efficace l'azione propagandistica del revisionismo.
Riuscitissima nel farlo criminalizzare, ridotta come dibattito ai margini estremi di una sottocultura.
L'evidenza e' feroce!
Rosso Littore ha detto...
RispondiEliminaChiedo venia
qualcuno mi vorrebbe convincere che dovremmo combattere la Scelba e la Mancino con criterio politico militare votando la Polverini o il Pdl ?
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Ehhhhhh! Mi sa di sì! Praticamente qui qualcuno sta dicendo che si deve combattere in privato e se si sta muti è anche meglio. Poi si va ad elezioni e si vota Alemanno e Polverini(i sottoposti di Pacifici). Insomma una strategia (quella di Adinolfi) che viene proposta come una grande novità ma che è di antica memoria. Il tutto può essere esplicitato senza vergogna alcuna ...tanto problemi non ce ce sono. Ci si fa scudo con il glorioso passato per nascondere l'inglorioso presente.
Paola
Adinolfi la sua mentalità curialesca la rende simile al generalissimo Franco in Spagna, la cui preoccupazione principale era quella di mandare a letto presto i giovani, perché non si occupassero di politica. Vedo che continua nelle sue masturbazioni, con grandi seghe mentali e non risponde alle contestazioni. E' semplicemente assurdo imputare al compianto Olivier Mathieu, giovane ingenuo forse ma sicuramente onesto intellettualmente, la responsabilità della legge Gaysot. In Francia vi è la presenza della più potente lobby sionista europea paragonabile a quella statunitense,ecco la vera responsabile, avrebbe fatto a pezzi anche Carla Bruni se osasse tanto. Comunque non risponde a tono, reputa Mathieu un provocatore, mentre Leon Degrelle lo stimava moltissimo. Imputare la "cagnara" scatenata a chi fa il suo dovere di docente, è incomprensibile. Scenda dall'astratto al concreto, pendiamo tutti dalle sue labbra, spieghi lei che è un grande stratega cosa devono fare i revisionisti. Comunque la magistratura non applica la legge,la magistratura per gli amici la interpreta, mentre per gli avversari la applica, vedi sentenza di Montecarlo!
RispondiEliminaPaola: non so da dove deduca questa mia "startegia". D'altronde si sta riuscendo in perfetta tradizione destrterminale a rovesciare la frittata. Non sono stato intervistato come rappresentante del revisionismo storico ma sulla mia valutazione politica di quanto accade.
RispondiEliminaDunque la sua domanda fuoriesce in pieno dal contesto.
Epiphanius: lei ha un debole per gli slogan e per le frasi ad effetto. Poco conta che non significhino assolutamente nulla o che esprimano cotenuti diametralmente opposti al reale.
Alle contestazioni, mi spiace per lei, ho risposto, a tutte. E' proprio questo che le fa perdere la calma e l'induce a far baccano nel blog con qualche punta di inacidimento che per mancanza di valentia scade nel volgare.
Su Degrelle non volevo tornare per eleganza, tuttavia se lei avesse letto il mio intervento si sarebbe acorto che ho scritto che coloro che, anche prezzolati, furono incaricati dai servizi per rendere sospetta e poi imbavagliare la ricerca storica truffarono (volgaremnete, in senso di denari) Degrelle. Il quale cambio' ben presto opinione su di loro. E questo non lo so per sentito dire. Ma, santi numi, perche' deve per forza insistere su questa strada inzaccherante? Si fidi o mi scriva personalmente c'e' gia' troppo fango per renderlo ulteriormente pubblico.
Che in Francia ci sia una potente lobby sionista non vi e' dubbio. Tuttavia fin quando la ricerca fu sostenuta dalla sinistra libertaria, in buona parte ebraica, essa non pote' nulla.
Cosa possono fare i revisionisti storici? Studiare e pubblicare. Trasformarli, in mancanza di armi, in armi politiche per gli ambienti marginali serve solanto a far mettere loro la museruola.
Il problema, caro Epiphanius, in queste prese di posizione, come gia' ho detto piu' volte, e' la totale incapacita' da parte di alcuni di assumere iniziative e d'immaginare la politica altrimenti da un ghetto piagnucolante o una via da portaborse. Fortunatamente esistono ancora uomini in grado di evitare ambo le cose.
E soprattutto di evitare di danneggiare le cause e il lavoro degli altri per il solo piacere di sentirsi fichi allo specchio.
In quanto alle obiezioni, cui ho risposto costantemente e che sono oramai ripetitive, esse non hanno volutamente tocato il punto principale.
Questo e' che quando, anni orsono, ci fu una sorta di chiamata nazionle per un convegno a Teramo con il professo Moffa io predissi allora che questo signore avrebbe avuto - forse inconsapevolmente - come unico ruolo quello di far interdire il revisionismo storico e che non andava sostenuto in questa sciagurata operazione.
Ognuno era ed e' libero di valutare questa mia convinzione - e la sua operazione - come vuole.
Tuttavia quello che e' certo e' che
a) ho detto questo, da subito, per il professor Moffa e non per i convegni o le conferenze con i vari Mattogno
b) oggi i fatti mi stanno dando purtroppo ragione.
Poi ognuno e' libero di ribellarsi ai fatti, all'evidenza o di dimostrare che l'evidenza e' un'altra.
Sarebbe cosa piu' onorevole e dignitosa, ROSSO LITTORE, PAOLA, EPIPHANIUS, se, per argomentare, evitasse di fare accuse a vanvera e di far uscire un livore che, quand'anche fosse soggettivamente giustificato, tradisce nervosismo e, quindi, risulta meno efficace.
Cosa, questa, che se assunta comporta maggior efficacia per cause piu' significative ed anbiziose di questa schermaglia da blog. E, qundi, assume un valore anche di consiglio operativo.
Benche' oggettivamente superfluo mi sembra divenuto necessario ricaptolare il mio pensiero che viene sovente distorto.
RispondiEliminaIn primis ho tenuto a sottolineare l'utopia democratica che si nasconde dietro l'ipotesi che si possa far venir meno un'oligarchia dominante attaccandone il dogma. E' sempre l'opposto che si verifica, e' una volta che l'oligarchia dominante e' corrosa (internamente e dall'azione altrui) che cadono i suoi dogmi. Cosi' come il Muro di Berlino e' caduto quando e' venuto meno il comunismo sovietico e non viceversa.
Si puo' concordare o meno con questa mia convinzione "strutturale" cui pero' sarebbe bene obiettare con precedenti storici e non con pii auspici.
E diamo per ipoteticamente buono che io abbia torto (diciamo, per essere larghi, che si tratta di un periodo ipotetico di II tipo benche' io lo ritenga del III).
In tal caso, ovvero se l'azione revisionistica ha un valore politico, bisogna concepirla in modo strategico. Chi, isolato e disarmato, pretende di combattere puo' far guerriglia o lotta partigiana. Se chiama all'insurrezione di piazza o allo sciopero generale va al suicidio. Se poi qualcuno, dopo, in tutt'altro modo, vincera', egli diverra' Martire postumo della Rivoluzione. Se.
Intanto restano i danni che ha arrecato ai guerriglieri (nello specifico i revisionisti).
Tempo fa su rai storia hanno ritrasmesso lo speciale per il trentennale delle fosse ardeatine. Trombadori, che era a capo delle azioni militari dei GAP, accuso' gli alleati di aver chiamato allo scoperto le cellule partigiane romane troppo presto causandone cosi' lo scompaginamento.
Il mio pensiero si riassume a queste due considerazioni (piu' una terza nei confronti di chi per sentirsi fascista e per difenderne la causa sente il bisogno di apparire buono).
Sarebbe il caso di obiettare a queste e non di menar il can per l'aia a casaccio.
Per il resto, ribadisco, tutta la solidarieta' all'autolesionista professor Moffa, insieme a tutta la critica - partita in tempi non sospetti - al professor Moffa chiassoso e lesivo.
Volevo dire la mia da "destroterminale".
RispondiEliminaSul fatto di causa, la risposta data dal prof. Moffa mi pare sufficiente per capire come una fatto accaduto giorni e giorni prima sia stato strumentalizzato al momento opportuno dai soliti noti.
Esibizionismo? Lo fu quello del Caracciolo? Lo fu quello del Toaff? Lo fu quello del Pallavidini? Lo fu quello di quel professore dell'istituto artistico di Via di Ripetta a Roma di cui non ricordo il nome?
Tutti esibizionisti, tutti auto e/o lesionisti del lavoro dei revisionisti?
Mi sembra che si voglia negare il fatto che un potentissimo gruppo di potere vuole eliminare alla radice ogni possibilità di attacco al fondamento unico del proprio potere. A prescindere dal chi, dove, come, quando.
Direi anzi che l'accusa di esibizionismo mi pare bizzare laddove diventa invece squadrismo mediatico andare su un furgoncino a braccio teso sotto Palazzo Venezia. Allora s'invocò l'inasprimento delle sanzioni contro il rigurgito fascista cosi come oggi lo si chiede per il rigurgito negazionista. Non si ebbe l'uno, non si avrà l'altro, grazie forse proprio all'intervento dei "fratelli minori".
A mio avviso il merito del Prof. Moffa è quello di aver smosso le acque e posto all'attenzione collettiva la possibilità di contestare una sedicente verità oggettiva. Senza di lui non avremmo scoperto che un Casini ha tirato fuori per una volta gli attributi schierandosi. Senza di lui non avremmo avuto le dichiarazioni della signora Polverini che hanno chiarito alcuni dubbi. Senza di lui non avremmo avuto la presa di posizione del Vaticano che, letta alla luce anche del documento del sinodo sul medio oriente, pone Santa Madre Chiesa finalmente e pesantemente di traverso al progetto degli eletti.
Insomma credo che l'azione, il cui esito era forse sperato, ma non previsto, sia encomiabile e positiva.
O forse dobbiamo aspettare che come manna dal cielo, piova qualche atto politico a favore di queste tesi? E da parte di chi? Le tesi revisioniste come possono essere divulgate al grande pubblico se non con atti clamorosi? Limitandosi ai pochi, purtroppo, adepti delle formazioni avanguardiste? E quando si affitta!?!?
Il caso Moffa secondo me ha aperto quello spiraglio nel quale inserirsi e cercare di scardinare il sistema. O aspettiamo che fra un treno e l'altro per i campi o un 27 gennaio e l'altro certe verità escano fuori da sole per magia?
Certo non è una battaglia "politica" prioritaria, infatti la sta combattendo un "non-politico", ma è una battaglia giusta e tanto basta per sostenerla.
E non già in base ad articoli di una costituzione che non riconosco, ma in base a un principio di verità e giustizia.
Ho già espresso il mio pensiero sulla "quaestio" revisionismo, ma dando sempre anche la mia mia piena, assoluta ed incondizionata solidarietà al Prof. Moffa .
RispondiEliminaPero'a parte il " tema specifico ", che è come giovare a campana su un campo minato, posso riportare un episodio del tutto simile in un periodo di trasformazione del tutto simile.
Tra il 1992-1993 , in piena tangentopoli, in piana smobilitazione dell'area marxista, in pieno effetto post-caduta del muro, Gabriele Adinolfi ci allarmo' ( intendo i gruppi della destra rtadicale romana) sulle possibili ripercussioni di una deriva estrema neo-skin, o radical-razzista, o da stadio/strada, o chiamatela come volete.
Ricordo che in quell'occasione, fu organizzata meticolosamente, dopo i disordini di Rostock, una trappola mediatica ad opera di G. Ferrara, coinvoilgendo i militanti del Movimento Politico ed indirettamente la formazione del Fronte Nazionale di F. Freda.
Chiamarono pubblicamente in trasmissione il Prof. Sergio Gozzoli a sostenere le ragioni del "revisionismo storico", in contradditorio con il solito G. Bocca, e contemporaneamente dettero a Fini, nella stessa trasmissione, la possibilità di dare una immagine diversa della destra, di cominciare a riscattarsi insomma dal "male assoluto" : occasione colta al volo qualche tempo dopo, come tutti sappiamo.
In quei mesi si ingigantirono eventi, fu creato un effeto mediatico ad hoc, su scontri inter-razziali, piccole schermaglie da trada, risse, e lo skineheads " nano" venne raffigurato dietro una lente di ingradimento come un gigante troll incontrollabile.
Il paradosso fu, che senza volerlo, S. Gozzoli, Freda e il Movimento Politico furono utilizzati indirettamente come " l' alibi assoluto " per il Decreto Mancino, altra aberrazione paternalistico-giuridica che ha distrutto intere classi dirigenti di militanti antagonisti.
Gabriele, ad onor del vero, fu uno dei pochi a fiutare in anticipo "il trappolone" mediatico , l'odiens su certi temi, su certi look, su ceret dinamiche, presagendo quello che sarebbe arrivato poco dopo con il Decreto Mancino, che sciolse d'autorita il Movimento Politico, incrimino il Fronte Nazionale ed altri gruppi della Destra Radicale. Solo Meridiano Zero, ebbe segui' l'intuizione di auto-sciogliersi due settimane prima.
E' assolutamente ovvio che la legge sul negazionismo se la faranno, la faranno " da destra " ( figlia storica di ogni tradimento nazionale) , e purtroppo utilizeranno il pensiero non-conforme anche di sinistra per allarmare mediaticamente su una presunto rigurgito di un feroce anti-semitismo , che in Italia neanche nel periodo delle leggi razziali è mai veramente esistito.
Un saluto cordiale a tutti e cerchiamo di collaboarre, e "capirci" tutti senza "fraintenderci".
Adinolfi, credo che si possa rendere pubblica questa mia testimonianza a favore del defunto Olivier Mathieu, che a suo dire non merita rispetto, per cause che intuisco dal suo scritto, sono relative alla sua affidabilità. Mi giunse, molti anni fa, per posta un suo libro dal titolo "Les Amourettes Storia di Amato Donati" Editions "Testa di pignatta" 1975, scritto in lingua francese.In allegato due righe, ove vi era una cortese richiesta di contribuire alle spese di stampa e di spedizione.Praticamente prima mandava i libri a domicilio, poi chiedeva un contributo, non credo che uno, se disonesto, agisca in questo modo, caso mai giusto il contrario.Per notizia non mandai manco una lira, perché non avevo il suo indirizzo.Altri ne sono sicuro avranno truffato Leon Degrelle.Poiché entrambi sono morti credo che se ne possa parlare tranquillamente in pubblico.Circa il suo impegno revisionista, esorto tutti a guardare, l'aggressione da lui subita da parte di una squadra di "eletti", in diretta televisiva su youtube. Credo che lo si debba alla sua memoria, che riposi in pace!N.B. Sono al corrente che su Wikipedia vi è la notizia che non era vera la notizia della sua morte, però io credo che sia effettivamente passato a miglior vita, non era tipo da morire di vecchiaia nel suo letto, ma soprattutto inchiodato in uno squallido silenzio, perdurante da troppi anni!
RispondiEliminaIl problema è che laddove c'è un progetto, e serve il pretesto, se il pretesto non glielo dai, lo trovano o lo creano.
RispondiEliminaE' un dato di fatto assodato ormai no?!
Ed allora le cose sono due, o alzi la voce e ti giochi tutte le tue carte fino all'ultimo, vada come vada, o stai in silenzio sperando in un non ben definito prodigio.
Qui non si tratta di scelte politico-partitiche, ma di una constatazione dello stato di fatto: da chi oggi può venire un atto concreto a favore della verità storica e della sua diffusione?
Chi oggi avrebbe il coraggio di minare alle fondamenta il castello (d'argilla) costruito su una sedicente verità storica?
Nell'Italia del 28/10/2010 anno LXXXVIII si mette a tacere perfino la legittima rivendicazione del nostro meridione di vedere riconosciutà una verità storica "altra", che economicamente non porterebbe alcun danno. Figuriamoci a mettere a repentaglio un verità che nei decenni ha fornito e fornisce ancora miliardi di euro?
Che l'argomento sia spinoso mi sembra che siamo tutti d'accordo.
RispondiEliminaEd e' vero, come dice Francesco, che molte ferite sono aperte e sappiamo tutti (anzi voi tutti meglio di alcuni di noi) cosa vuol dire "costruire prove finte per togliere di mezzo gli scomodi".
Una tattica che i guardiani usano spesso.
Detto questo
Se non impariamo ad usare le loro armi (leggi, giustizia, e documentazione) non potremo andare da nessuna parte.
Quando il Prof. Moffa apre bocca ed esprime un giudizio...lede qualche legge ? viola la costituzione ?
NO
e allora di cosa stiamo discutendo ?
Oppure vogliamo stare sempre giorni e giorni a parlare di MSI, di golpe, di Almirante e di altri argomenti avvicenti che pero non risolvono i problemi.
Il paragone con il muro di berlino e' alquanto bizzarro per chi conosce la storia dell'Unione Sovietica.
Quello era un regime ed una storia alla fine...
che aveva le sue problematiche geopolitiche, militari, energetiche, storiche, ambientali.
Qui si sta parlando di dogmi...di radici altro che gelate ma SEDIMENTATE.
Non scherziamo via.
Se qualcuno spera che tutto imploda su se' stesso allora stiamo lustri.
Che poi sia "strategicamente" errato innalzarlo a battaglia principale sono pure d'accordo, e su questo concordo con Adinolfi
ma definire chiassoso l'atteggiamento del Prof. Moffa mi sembra un po' troppo da "guru".
E poi non ho capito Moffa, Mattogno e coloro che esprimono le loro idee in tal senso danneggerebbero la battaglia di chi in particolare ? Non ho capito di chi ?
Ma avete visto che perfino la Chiesa e' andata contro la richiesta di legge ?
Sara' stata una finzione o quello che volete e
Questo non stara' a significare nulla ma se dobbiamo tutti imbavagliarci allora
chiudiamo tutti i blog, tutti i siti, tutte le conferenze...e andiamo a giocare a zecchinetta.
RL
caro Adinolfi, una precisazione: la magistratura, oltre ad applicare le leggi, può anche sindacare sulla loro costituzionalità, rimettendo la valutazione alla Corte Costituzionale. Una legge ordinaria che impedisse di esternare i risultati di una ricerca storiografica non ammettendo la possibilità di provare la verità di quanto si afferma, sarebbe in palese contrasto con la Costituzione.
RispondiEliminaPie illusioni??? Può darsi, ma come avvocato non posso non coltivarle.
Peraltro, in altro contesto, ho già avuto modo di riconoscere che è in atto un (apparentemente) inesorabile processo di svuotamento delle libertà civili che riduce il gioco democratico a mero proceduralismo e in cui il diritto di manifestare (e di esprimere il proprio pensiero) viene svuotato della natura stessa di diritto, dato che l'attuale contesto vede l'individuo costretto ad arretrare di fronte alla violenza e alla prepotenza altrui, e dove la stessa giustizia del caso concreto rischia di essere il risultato di una contrapposizione di forze, in cui il più debole è destinato inesorabilmente a soccombere.
Detto questo, ribadisco che il ragionamento con cui inchioda Moffa alla croce mi sembra un po' debole (ma può essere che abbia compreso male io); da quel che leggo sembra che Lei riconosca legittimità al revisionismo storico e che sia lecito l'approfondomento storico su qualsaiasi tema, ma che dei risultati della ricerca possano parlarne -peraltro non pubblicamente, ma in riunioni carbonare- solo gli addetti ai lavori (qualifica sulla cui attribuzione Lei sembra voler rivendicare, per sè, una sorta di potestas).
Ecco, mi sfugge un passaggio del Suo argomentare: perchè accusare il prof. Moffa di esibizionismo e di esaltazione, se lui si è limitato a riportare quello che dicono questi storiografi (ai quali Lei sembra dare credibilità e autorevolezza)?
Avrà comunque capito che il mio è l'intervento di un impolitico (e prendo in prestito il termine da Thomas Mann) che crede nell'obiezione civile e che si colloca al di fuori dei contesti politici cui Lei accenna, ambienti politici e subculturali che sono, assieme alla pavidità e al disinteresse dei più, gli effettivi responsabili della criminalizzazione di qualsiasi pensiero deviante rispetto all'Ortodossia.
Dare la croce al prof. Moffa non è però corretto, così come non lo è il paragonarlo al più volte citato Mathieu (che, chiedo venia, non so chi sia).
Utilizzando questo Mathieu come figura retorica, e per farle capire cosa io pensi del nostalgismo e del neofascismo, si potrebbe accusare qualcun altro di essere stato, nei primi anni 90, il Mathieu del progetto politico che ispirava la rivista "O. e R." e che è responsabile di aver ricacciato nel tunnel del (neo)fascismo una generazione che si affacciava finalmente a nuove tematiche, libera da miti incapacitanti e da letture superficiali, e si potrebbe rinfacciare a questo qualcuno che così facendo ha oggettivamente galvanizzato gli
ectoplasmi di una sottocultura che non è riuscita che a generare subsubcultura e che costituisce proprio il fattore principale della neutralizzaione di qualsiasi pensiero critico.
Si potrebbe rinfacciargli, con la stessa gratuità che Lei usa per Moffa, che questo processo ha poi oggettivamente generato soggetti politici che -fuoriusciti dall'alveo in cui si sono formati, ma permeati ancora dell'antidemocraticità e della prepotenza che ristagna nel neofascismo- sono diventati i più zelanti doberman della polizia del pensiero.
A ognuno le sue colpe, allora.
Importante articolo, politicamente parlando, di Angelo d'Orsi, uscito sul Fatto di oggi (p. 22) sulla questione negazionismo/revisionismo, E DEL TUTTO CONTRARIO AD UNA LEGGE ANTINEGAZIONISTA.
RispondiEliminaAvvocato Borre, intendo richiamare la sua attenzione (ma anche degli altri) sul tanto vituperato Olivier Mathieu da Adinolfi, che lo dipinge a fosche tinte. Troverà materiale sulla rete a iosa,sul giovane autodidatta e brillante scrittore, schierato in campo revisionista in Francia e in Belgio, con tutta la esuberanza della sua giovane età.Guardi l'aggressione subita in diretta televisiva da una squadra di eletti su youtube, è il giovane con gli occhiali e un filo di barba, che chiede un minuto di silenzio alla memoria dei milioni di morti tedeschi, dopodichè si scatena la bagarre.Era pubblicamente apprezzato da una icona sacra dell'area come Degrelle, se Adinolfi ha qualche elemento negativo a suo carico lo dica tanto i due sono entrambi defunti da anni.L'unico suo difetto era l'esuberanza giovanile, certo all'epoca aveva una trentina di anni...il suo denigratore a trenta anni cosa faceva?I giovani da sempre scandalizzano i vecchi!
RispondiEliminaEpiphanius.
RispondiEliminaUn giorno se ha abbastanza stomaco le presenterò
a) chi, come primo rappresentante di Degrelle ha a lungo ospitato il signor Mathieu così sentirà dic hi si tratta e come si è comportato
b) chi era in trasmissione con il signor Mathieu e che ha rischiato di essere linciato (lui non il signor Mathieu) così saprà com'è andata a telecamere spente, visto che proprio insiste a voler che il fango emerga.
Il signor Mathieu, tra l'altro non è morto, la notizia della sua morte era un falso.
Per il resto evidentemente dovrò fare ripetizioni. A 30 anni ero solo latitante con una condanna pendente, allora, di 10 anni e 1/2 non ero invece così eroico da sorbire condanne pecuniarie pagate da altri.
Nella prossima vita saprò come si conquista la considerazione altrui...
Avvocato,
RispondiEliminaconcordo pienamente con il finale del suo ultimo intervento. Del resto l'articolo che ha suscitato in Tassinari la richiesta dell'intervista partiva proprio da questa considerazione.
Adinolfi ho recepito con tristezza profonda il messaggio circa le miserie umane di Olivier Mathieu.Mi rallegro che sia ancora in vita, anche se avevo anticipato la notizia circa le voce che il suo decesso fosse una finzione. Che dire le miserie umane, sono di tutti, nessuno ne viene risparmiato, bisognerebbe interpellare lui a tal proposito.Anche sui latitanti a Londra e in Francia poi in Spagna se ne sono sentite di tutti colori e nessuno proprio nessuno ne viene risparmiato,lei compreso, poi se diamo retta a Vincenzo Vinciguerra, l'intera area dovrebbe suicidarsi, non senza prima aver eliminato i capi.Per tornare a tema il professore Claudio Moffa non è Olivier Mathieu simile paragone lo ha usato lei e non io; comunque concludo affermando con cognizione di causa che Mathieu è una vero talento letterario, io lo paragono a Louis Ferdinand Celine, sono sicuro che lascerà' una ragguardevole eredità alla cultura internazionale, per il suo indiscusso genio artistico.
RispondiEliminaCitazione: "Nel trambusto, il professore ha l'aria di godersela un mondo. Conta le citazioni del suo nome su Google: "Il giorno dopo quella famosa lezione, precipitarono da 20 mila a 5.700; oggi sono 28 mila"".
RispondiEliminahttp://blog.panorama.it/italia/2010/10/19/claudio-moffa-le-strane-lezioni-del-professore-che-nega-lolocausto/
Al seguente indirizzo potrete leggere le opinioni espresse da Adinolfi(Metapolis) in merito alle vicende occorse al prof. Moffa nel 2007:
RispondiEliminahttp://www.pcosta.net/pol/showthread.php?&tid=345773&t=&start=80
Adinolfi è pesante ripetersi, ma lei continua a tergiversare:il paragone tra il professore Claudio Moffa e Olivier Mathieu lo ha fatto lei, non io.Per quanto attiene il secondo bisognerebbe dare la possibilità al Mathieu di replicare, spesso l'area è ammorbata da effluvi ammorbanti, le miserie umane sono di tutti e non solo di Mathieu! Poi risponda senza ricorrere a sofismi, ha i titoli accademici il docente universitario si o no? Perché difende Carlo Mattogno che è un valido ricercatore , ma sempre un autodidatta rimane e non il professore? Le ho già ricordato che il secondo è un ex militante di sinistra, mentre il primo ha pubblicato libri (interessantissimi) per le edizioni di AR di Freda.Solo chi è affetto da miopia mentale non capisce la differenza; uno è certamente più spendibile dell'altro, che viene bollato come neonazista. Con un marchio del genere non vai da nessun parte.Concludo con una breve considerazione:lei Adinolfi, ha una straordinaria capacità di spaccare il cappello in quattro, ha sbagliato mestiere, doveva fare il leguleio!
RispondiEliminaA questo punto credo che sia necessario che Adinolfi si decida a fare chiarezza sulla figura di Olivier Mathieu
RispondiEliminaEgregio signor Adinolfi,
RispondiEliminanon è assolutamente vero che i fatti stanno dando ragione alle sue "profezie".
se lui avesse avuto ragione il prof. Claudio Moffa, che merita massimo rispetto e solidarietà, sarebbe già stato allontanato dalla sua cattedra universitaria e magari in Italia ci sarebbe una "legge Gayssot" e tutto ciò doveva avvenire ...se lei, signor Adinolfi avesse avuto ragione, ben prima della fine del 2008 !
Ad oggi grazie al coraggio, all'onestà intellettuale ed alla forza caratteriale del nostro Professore, non solo tantissima gente ha potuto comprendere chi in Italia vuole il bavaglio e non rispetta la Democrazia, ma le stesse tesi revisioniste sono molto più conosciute, apprezzate, meditate e difese.
Con chiunque mi trovi a parlare, mi sento dire che la libertà di espressione non si tocca! e che i sionisti hanno tirato troppo la corda.
E' il suggerimento a non esprimersi che secondo me è pienamente funzionale agli interessi sionisti, che sguazzano nell'ignoranza del revisionismo da parte di tanta brava gente.
Meno male che la Santa Sede ha preso posizione, in realtà me lo aspettavo pure, ed è da tempo che vado sostenendo la grande opera di contenimento dell'arroganza sionista da parte della sola Chiesa Cattolica in Occidente...
come giustamente osserva Gianguido ..la Chiesa si è schierata a favore della Libertà ! ed ora indietro non si torna !
hanno voglia a girar romanzi per distorcere la figura di PIO XII, i cattolici ricordano benissimo le infamanti accuse subite dal mondo talmudista, e la contarietà dei sionisti per la conversione del gran rabbino Zolli al cattolicesimo.
qualcuno che si chiama Horst Mhaler che ha ben compreso che la fine del "dogma shoòà" avverrà grazie alla Chiesa Cattolica, che ancora oggi conserva un grande potere e conta su centinaia di milioni di seguaci...
ancora vorrei capire come si fà a dire che la guerra del 2006 tra Hezboallah e l'esercito israeliano ( PESANTEMENTE SCONFITTO ! )fù una farsa..a meno che non si voglia impedire il tramonto del mito dell'invincibilità di Thashal che però è crollato anche a seguito della codardia dei "centurioni israeliani" che non sono neppure riusciti ad espugnare Gaza ed a sconfiggere Hamas.
( mi sbaglio o lei sosteneva questa versione della vicenda ? )
Non riesco davvero a capire sulla base di quali elementi si può sostenere che Ahmadinejàd abbia danneggiato la causa revisionista..con la conferenza del 2006...( ma non solo ) se quella conferenza è stata apprezzata dai maggiori revisionisti mondiali come Faurisson e da i più convinti politici anti-sionisti come David Duke ...
ce li fornisce questi elementi per favore ??
Da notare in fine che tra le persone che insieme a lei nel 2007 "suggerivano pubblicamente" di non esporsi con il prof Moffa c'era Giuliano Castellino..che in questi giorni ( stando a notizie circolanti in Rete e non mi pare smentite ) ha preso una chiara posizione a favore del varo di una "legge" sul modello Gayssot.....
poi è arrivato l'Alt della Santa Sede.
W LA LIBERTà !
saluti
Daltanius
Mi rallegro con Daltanius; in attesa che Adinolfi si degni di replicare. Ma voglio tornare alle accuse mosse, dal predetto sia al professor Moffa che al redivivo e resuscitato Olivier Mathieu, della cui resurrezione mi compiaccio.Ho visto una decina di volte il filmato su youtube, circa l'aggressione subita da Mathieu; ripeto che gli "eletti" tentavano di colpire quasi solamente Olivier, non so che cosa sia successo a luci spente; ci illumini lei, soprattutto citi chi è colui il quale rischiava di essere linciato oltre a Mathieu.Per tornare ad Olivier,io ho portato la mia modesta testimonianza a suo favore,certo non sufficiente per delineare il personaggio, tuttavia è un strano modus operandi se fossero vere le miserie umane messe in giro di disonestà.Strano uno scrittore che manda in giro per l'Europa a sconosciuti, i suoi libri,per poi chiedere un modesto contributo alle spese di stampa e di spedizione, senza indicare la cifra, lasciando alla generosità del lettore l'importo da inviare.Non mi sembra che il suo comportamento sia quello di un lestofante. Il professor Moffa si difende da solo per chiara fama e singolare perizia nelle sue ricerche. Adinolfi lei ha preso una sonora cantonata, chi ne esce con le ossa rotte da tale polemica è lei solo lei, mentre sia il professore Moffa che Mathieu restano dei benemeriti sul fronte della grande avventura intellettuale dei nostri tempi.Ribadisco il giudizio positivo, che fu anche di Leon Degrelle, su Mathieu, un genio artistico di valore elevatissimo!
RispondiEliminahttp://www.aldogiannuli.it/?p=1234
RispondiEliminaSignori,
RispondiEliminaNon ho capito assolutamente nulla, o non molto, di ciò che raccontate su questo sito. Forse anche perchè l'ho appena letto molto velocemente. Semplicemente, sono io Olivier Mathieu,e devo dire che la persona "Olivier Mathieu" di cui state parlando(sia in "bene" sia in "male"), non la riconosco come essendo me stesso. Non permetto, se consentite, a nessuno di parlare nel mio nome. La notizia della mia morte è stata pubblicata nel 2006 da un piccolo giornale francese. Si trattava di uno scherzo, probabilmente. Una bufala. D'altra parte, ho subito negato la veridicità della notizia (per fortuna!) in un mio libro. Lo stesso giornale, un anno fa, ha riconosciuto il suo errore. Per conto mio, posso e voglio soltanto dire che ho su Internet il mio sito ufficiale, che si chiama e che troverete cliccando su Google la parola (anzi, le tre parole senza spazio tra di esse): livrerobertpioche. Sono ovviamente disponibile per parlare con chiunque, in francese o in italiano (ne ho una padronanaza completa, in tal modo l'italiano può essere considerato la mia seconda lingua) purchè sia in modi intelligenti e garbati. Non merito né tanta infamia, né probabilmehte tante lodi. Troverete sul mio sito i numerosi libri che ho pubblicato in questi ultimi anni, in particolare i miei romanzi alle "éditions des petits bonheurs" dirette da Jean-Pierre Fleury, Dottore in Sociologia dell'Università di Nantes (Francia). Credo che piuttosto divagare chiacchierando su di me su di un blog (e dando, purtroppo, una vera infinità di notizie del tutto false), l'unico modo e serio ragionevole è di leggere i libri di uno scrittore per sapere cosa scrive, dice e pensa. Distinti saluti. Olivier Mathieu.
Quindi ribadisco, scusandomi poi per due sbagli tipografici nella mia precedente letterina, che l'egregio Signor Adinolfi dà, di eventi che risalgono (insisto sul punto) a più di 20 anni fa, una versione che ha il diritto di avere ma di cui posso dire, visto che ne fui io il protagonista, che non corrisponde del tutto alla verità. Poi, alcune persone che parlan tanto di me su questo sito danno delle informazioni spesso false o comunque distorte. Ringrazio, se vogliamo, chi mi dà del genio letterario, ma noto che danno delle notizie spesso superate su di me e ribadisco soprattutto che prima di giudicare uno scrittore (parlo di me stesso), bisognerebbe averlo letto. E ribadisco che sono disposto a parlare con chiunque (robertpioche@hotmail.com), senza nessun pregiudizio ideologico, pur insistendo sul fatto che mi auguro che tali dialoghi siano all'insegna della libertà, della sincerità, della verità, quindi al di fuori di vecchi schemi ideologici (quali che siano) pesanti o superati. Intendo semmai parlare di vita, di letteratura, di arte, e proprio di superamento di ogni tipo di schieramento cieco.
RispondiEliminaRISPOSTA AL SIGNOR ADINOLFI
RispondiEliminaEgregio Signor Adinolfi, io non credo di conoscerLa. Ci siamo già incontrati? Non credo. Abbiamo mai parlato insieme, io e lei? Non credo.
Quali sono le Sue fonti per parlare di me e di eventi che risalgono a più di 20 anni?!
Perchè parla di me al plurale?
Sarebbe contento, Lei, se io parlassi di Lei du Internet, pubblicamente, evocando "gli Adinolfi" ?
RISPOSTA AD EPIPHANIUS
Il Signor Epiphanius procede, dichiarando che fui "molto apprezzato da" (e poi cita una persona defunta da più di dieci anni).
Ancora una volta, anche qua, quale sono le fonti del Signor Epiphanius, o del Signor Adinolfi? Non ci vorrebbe un pochino più di senso critico? Cioè, proviamo a riflettere : persone da mai mai conosciute vengono a parlare di... me su Internet, affermando cose o false, o superate, che risalgogono a più di 20 anni... E danno informazioni frammentarie.
RISPOSTA AI SIGNORI ADINOLFI e EPIPHANIUS.
Poi, abbiami i Signori Adinolfi ed Epiphanius che stanno a parlare per sapere se sono "serio" oppure no... Uno dichiara che sarei un "giovane ingenuo"... Magari uno prova più o meno a difendermi, ma quasi quasi fa più danni che altro. D'altra parte, si torna a ribadire que sarei satato apprezzato da persone che ho conosciuto personalmente e con cui ho quindi avuto delle relazioni intellettuali che hanno portato a diversi risultati, a volte a delle rotture (cosa che sembrano ignorare quelli che parlano di me)...
RISPOSTA AL SIGNOR ADINOLFI
Egregio Signor Adinolfi, mi faccia sapere "di chi si tratta" il Signor Mathieu...
Egregio Signor Adinolfi, mi faccia sapere come mi sarei comportato...
Egregio Signor Adinolfi, mi faccia sapere come mai non sono stato linciato io... Chi dunque è stato linciato allora? Me lo faccia sapere. Forse si tratta di un "complotto"?...
Egregio Signor Adinolfi, mi faccia spaere "come sono andate le cose a telecamere chiuse"....... Poi magari legga la biografia della mia vita, scritta da Jean-Pierre Fleury (Dottore in Sociologia dell'Università di Nantes). O magari la legga prima. Tale lettura consente di non parlare a vanvera di eventi (che risalogono a 20 anni) e di cui Lei ha per forza una visione distorta, basandosi sulla testimonanzia altrui...
CONCLUSIONE
C'è molto caos in questo "dialogo" tra i Signori Adinolfi ed Epiphanius. Un caos che, certo, è abituale nel mondo moderno in generale, e in certi ambienti in particolare...
Il Signor Adinolfi (che, ribadisco, non credo di aver mai incontrato : e non so chi sia) ce l'ha visibilmente con me. per motivi che non so. Se ha delle "accuse" contro di me, aspetto tranquillamente di sapere cosa, da lui...
Il Signor Epiphanius, invece, credo che sia un pochino (ma soltanto un pochino) meglio informato su di me. Però, le sue informazioni o notazioni sono a volte inesatte, e sempre datate. Risalgono a troppi anni fa. Bisognerebbe che Lei si potesse aggiornare, Signor Epiphanius... Non mi "giudichi", in particolare in modo letterario, solo e soltanto perchè Pinco, Caio o Pinco Pallino hanno detto qualcosa su si me, decine di anni fa.
Giudichi semmai, Signor Epiphanius, col Suo cervello, col Suo gusto...
E adesso ho finito di rispondere. Anche se ho risposto nel modo più conciso possibile. Concluderò dicendo però che ciò che conta nella vita è (la penso così) l'arte, la letteratura, l'onestà intellettuale. Onestà intellettuale che è ben difficile raggiungere. Onestà intellettuale che è la cosa che più manca a TUTTI gli ambienti (dovrei dire a tutti gli ambienti UMANI), che siano di "destra" o di "sinistra", "estremisti" o di "centro".
Noto con piacere che risponde al vero anche che la notizia della morte di Olivier Mathieu fosse infondata, proprio come avevo sostenuto.
RispondiEliminaCosì come corrisponde al vero tutto quello che ho affermato. E, en passant, confermo che ho incontrato Mathieu sia a Parigi sia a Bruxelles, dove mise lungamente radici.
E qui mi fermo. Non è di certo via forum che mi metto a fare piazzate.
Né sono stato morso dal demone della democrazia.
Resta da stabilire solo una cosa, se il signor Mathieu abbia agito, sabotando e inficiando la causa revisionista con sventatezza, esclusivamente per esibizionismo e per mancanza di criterio, o se abbia altre colpe. Ciò però è solo una questione morale: politicamente, oggettivamente, contano i disastri che si fanno.
Quindi diamogli pure il beneficio del dubbio e censuriamolo – moralmente - solo per altri comportamenti.
Certo una cosa fa riflettere: il signor Mathieu non doveva essere animato da una passione così forte visto che è sparito dalla circolazione da quasi una ventina d'anni, dopo aver - diciamo involontariamente – portato un prezioso contributo al varo della Loi Gayssot.
Fa riflettere ancora, o meglio fa porre quesiti, il fatto che sia riapparso ora e qui.
Riapparizioni improvvise in piena “crisi mediterranea” potrebbero lasciar perplessi.
Non voglio sostenere per forza che ciò rientri in ordini di scuderia. Certo è che oggi va di moda un razzismo Wasp occidentalista che strizza l'occhio alle destre estreme e che, per inquadrare quei sentimenti in un quadro alantista e filo-israeliano, ha bisogno come efficace contrappeso complementare di un antisemitismo di paccottiglia che per come si esprime e si manifesta, mina ogni credibiltà verso quelli che non vogliono finire tra gli occidentalisti. Ridicolizzati, diventano inermi. Come accadde, a suo tempo, agli storici revisionisti in Francia.
Ancora una volta questi comportamenti così utili allo zio Sam non dipendono necessariamente da un ordine di scuderia, ma in ogni caso conducono in vicoli ciechi e a conseguenze preoccupanti.
Si pensi al professor Moffa, che non credo affatto sia coscientemente manipolato; ha comunque finito col sostenere la “rivoluzione” egiziana degli angloamericani e, tramite un percorso analitico che non condivido minimamente, è giunto ad esaltare Obama.
Di riffa o di raffa con questi che Lenin avrebbe definito “infantilismi politici” si finisce sempre lì.
Così, torno al mio ragionamento iniziale.
E qui, come preannunciato, chiudo.
Non ho alcuna intenzione di mettermi a fare botta e risposta con individui che hanno già dimostrato tutto quello che c'era da dimostrare.
Parlo con eguali, con simili, con avversari e volentieri con sconosciuti.
Il resto non m'interessa.
Ma, Signor Adinolfi, Lei capisce cosa dice? Lei ha sostenuto che la notizia della mia morte sia infondata? Ma scusi, sono responsabile se un giornale francese ha pubblicato tale notizia nel 2006? Ma se l'ho negata io due mesi dopo averlo saputo, in un mio libro? Che colpa avrebbe Lei se un giornale pubblicasse la notizia della Sua morte? Aggiungo e ribadisco che lo stesso giornale ha confessato l'errore fatto!
RispondiEliminaSecondo Lei, c'è stato un incontro tra di noi?. Può darsi ma, visto che risale a più di 20 anni fa, non me lo ricordo. Ma poi leggo : "Resta da stabilire solo una cosa, se il signor Mathieu abbia agito, sabotando e inficiando la causa revisionista con sventatezza, esclusivamente per esibizionismo e per mancanza di criterio, o se abbia altre colpe. Ciò però è solo una questione morale: politicamente, oggettivamente, contano i disastri che si fanno".
Ma io, caro Signore, non ho "sabotato" mai niente negli ambienti diversi (l'ambiente revisionista per pochi anni, tutto sommato) che ho frequentato in vita mia! Ho conosciuto un ambiente che, da 20 anni, ho deciso di non frequentare più, per motivi miei personali, e per dedicarmi alla mia attività di scrittore. Punto.
"Quindi diamogli pure il beneficio del dubbio e censuriamolo – moralmente - solo per altri comportamenti".
Ma scusi, caro Signore, ma chi è Lei per giudicarmi "moralmente"? E prete Lei? E' moralista? "Censuriamolo!" E dunque un censore, Lei? In nome di quale morale parla?
Io la "morale" degli ambienti revisionisti, l'ho vista : e anchio preferisco non dire nulla, poichè sono cose che non fanno onore ad alcuni, e sarebbero meglio rimanessero nall'ombra.
Ma poi cosa vuole con i suoi "ordini di scuderia"? Mi sta accusando di essere un agente di non so chi, un infiltrato, un provocatore? Io un agente dello Zio Sam? Ma Lei sragiona? Tutti i miei libri dimostrano che non condivido per nulla l'occidentalismo. Sono uno scrittore, un uomo libero, libero da condizionamenti, compresi i cndizionamenti inerenti agli ambienti che, visibilmente, Lei (e non io) frequenta. Punto. Finale. Chi vuole legga i miei romanzi. Tutto lì. Sono "riapparso" qua? Ma quando mai sono sparito? Pubblico due libri ogni anno da quindici anni, caro Signore. Ho un sito ufficiale su Internet. Lei lo chiama sparire? Scusi, avrò il dirito, trovando per caso su Internet questo blog in cui vengo citato decine di volte, di rispondere?
Chiunque darebbe ragione ad Olivier Mathieu! Che ne sa l'Adinolfi di cosa ha fatto o non fatto Mathieu per due decenni? A me questa polemica interessa poco. Ma ho letto alcuni libri del Mathieu: libri di una grande serietà, scritti con un talento notevole.
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