Capotosti: difendo il diritto degli skin di pensare a modo loro
L’ Associazione Culturale Lealtà Azione ha deciso di spostare la data della conferenza su Lèon Degrelle da giovedi 28 Ottobre a mercoledì 3 Novembre. "Questa decisione - spiega un comunicato - espressione della maturità raggiunta dal nostro ambiente, è stata presa dopo il vano tentativo di strumentalizzazione dell’iniziativa da parte dei soliti noti, ma soprattutto per dare, ancora una volta, un segnale distensivo a chi non smette di alimentare il gioco degli opposti estremismi. Ribadiamo inoltre che il fine di questo appuntamento è solo ed esclusivamente di carattere storico e culturale".
Nei giorni scorsi era intervenuta in consiglio provinciale sul tema Roberta Capotosti, presidente della commissione Giovani, sottolineando come "la sola provocazione di questi giorni è la richiesta fatta da Rifondazione Comunista e PD di vietare l’iniziativa, impedendo antidemocaticamente che le nuove generazioni possano crescere non omologate al pensiero marxista ma pensare con la propria testa".
Ho chiesto perciò all'esponente del Pdl, che ha alle spalle una lunga storia di militanza neofascista di approfondire i temi della questione. Ecco il testo dell'intervista
- I giovani di Lealtà azione con grande senso di responsabilità hanno fatto slittare l'appuntamento per svuotarlo di ogni significato politico e restituirlo alla sua dimensione culturale. Ma non pare che l'antifascisteria abbia scelto di apprezzare e valorizzare questo gesto distensivo.
I giovani di Lealtà Azione hanno indubbiamente dimostrato un grandissimo senso di responsabilità che io stessa, al loro posto e nei loro panni, non credo avrei avuto. Hanno evidenziato come da una parte, la loro, la nostra, ci sia limpidezza, buona fede, maturità, lungimiranza, grandezza, mentre dall’altra, quella che si nutre ancora di odio e di tutto quanto sia “anti”, ci sia solo torbidezza, falsità, stupidità, nostalgia di un passato non dignitoso, miseria. Che l’antifascisteria varia abbia “scelto” di non apprezzare e valorizzare lo slittamento di data non mi stupisce. E’ nell’ordine delle cose, di come ormai, da decenni, siamo abituati (ma non rassegnati) a vederle andare. In questo modo non hanno perso l’occasione per dimostrare come, quello della data, fosse un pretesto. Quello che chiedevano, anzi, pretendevano era solo l’ennesimo bavaglio, alla faccia del libero confronto democratico di cui sono soliti riempirsi la bocca, dettato dalla congenita incapacità di accettare che esistano realtà culturali, sociali, organizzative non omologate e piegate al loro pensiero.
- Milano è l'unica grande città d'Italia in cui i tre enti locali sono governati dal centrodestra. Eppure l'estrema sinistra fa il bello e il cattivo tempo sugli spazi e i modi dell'agibilità politica. Possibile?
Purtroppo paghiamo i retaggi di un passato ancora non troppo lontano in cui un intero mondo che governava e/o orientava da dietro le quinte il potere (rappresentato da giornalisti, opinione pubblica, salotti “buoni”, forze dell’ordine, ecc.) agevolava con interventi compiacenti o, peggio, con complice silenzio, l’estrema sinistra. Sgretolare questo sistema, che è vissuto per tanti, troppi anni, sulla paura al contrastarlo apertamente, esponendosi, talvolta con coraggio di fronte alle possibili ritorsioni, talvolta rischiando semplicemente di venire additato come “fascista” o “amico dei fascisti”, non è facile. La politica di palazzo spesso porta, inconsapevolmente, ad allontanarsi dalla politica di marciapiede e a perdere di vista quelle piccole ma sacrosante battaglie ideali che sono il cuore pulsante di chi la Politica non la fa, ma la vive e, soprattutto, la intende in modo alto e nobile, facendola col cuore, non dimenticandosi mai da dove è partito.
Nel mio mondo ideale gli spazi ed i modi dell’agibilità politica dovrebbero essere garantiti a tutti. Libertà di espressione, libertà di informazione, libertà di contro-informazione, libertà di aggregazione, libertà di essere Donne e Uomini che ogni giorno scelgono la parte dalla quale stare. Credo, tuttavia, che i tempi, talune donne e taluni uomini siano pronti per cominciare a ristabilire un giusto equilibrio e a riconoscere meriti anche a chi sta dalla parte opposta all’estrema sinistra.
- Nel tuo intervento in consiglio provinciale hai dovuto prendere le distanze anche da un collega di gruppo. Anche nel Pdl c'è qualche difficoltà sul concetto di libertà politica?
Non c’è nessuna difficoltà sul concetto di libertà politica. Il PdL è costituito da donne e da uomini con provenienza sociale, culturale, valoriale, politica assai variegata. I pregiudizi e la mala-informazione dilagano a più livelli, così come in tutta la società anche nel PdL. Tutto qui. Dovere di chi, come me, ha il privilegio di provenire dal MSI e di avere incontrato in venti anni di militanza, tante persone e, soprattutto, di avere ascoltato con il dovuto rispetto, le loro storie, è quello di mostrare anche l’altra faccia della medaglia, di far conoscere la verità su associazioni, iniziative, episodi, fatti storici, fatti di cronaca e di far comprendere che giudicare, senza conoscere, è sempre sbagliato. D’altra parte sono certa che, dopo il mio intervento in consiglio provinciale, il mio collega di gruppo, sull’argomento in questione, si è arricchito ed ora, in analoga situazione, o non interverrebbe o direbbe ben altro.
- Da tempo il "controinformatore" Ferrari disegna improbabili scenari trasversali tra frazioni del centrodestra e frange dell'estrema destra radicale, spesso tirando in mezzo la vostra componente. Che c'è di vero?
Nei tormenti del visionario Ferrari, che da anni svolge, spero inconsapevolmente, il ruolo di mal-informatore di questure e del poco che resta della sinistra extraparlamentare, c’è sempre della mala fede e una ricostruzione grossolana e spesso infamante del nostro mondo. Non ci sono, come più volte da lui asserito, coperture istituzionali di sorta. Ci sono, semplicemente, battaglie di libertà, di difesa della verità (anche di quella storica) e dei diritti che altri vorrebbero negare o vedere negati e, come nel caso della conferenza su Degrelle, riferito alla sottoscritta, di senso di appartenenza.
Questo e non altro, tantomeno interessi di sorta, fa sì che, su alcuni temi o su alcune iniziative ci si esprima in maniera chiara, forte ed inequivocabile. Il fatto poi che la cosa dia fastidio a Saverio Ferrari è un rafforzativo per attestare che si è nella direzione giusta.
- A differenza di altri esponenti politici del tuo partito tu provieni da una lunga militanza giovanile dal basso, a colpi di pennello e colla da manifesti. Una militanza cominciata negli anni del pieno del riflusso. Che cosa avevate di più e che cosa di meno rispetto ai giovani che si affacciano oggi all'impegno politico come gli skin di viale Brianza o i blocchetti di Casapound?
Non sono molto cambiata rispetto a quella che ero venti anni fa, né a livello ideologico, né a livello caratteriale. Sognavo di poter cambiare il mondo ed ora, nel mio piccolo, giorno per giorno, ancora ci provo. In più avevamo chiaro chi fossero i nemici. Stavano chiaramente dalla parte opposta rispetto alla nostra. In più avevamo Esempi ancora vivi con cui confrontarci e che avevano fatto la storia del nostro mondo. Ricordo, con nostalgia, le cene fatte all’Anai con i Reduci della RSI, quando noi giovani eravamo la minoranza e loro, oltre a rappresentare la grandezza, erano la maggioranza. In più avevamo venti anni davanti da pensare migliori di quelli in cui vivevamo. Ma poi…Se avessi venti anni oggi non so, sinceramente, se riuscirei ad appassionarmi di politica fino a decidere di viverla in prima persona, sacrificando amici, famiglia, tempo e svago. Non so se riuscirei a trovare stimoli aprendo i quotidiani dove, sempre più spesso, nelle pagine deputate alla politica, il gossip prende il sopravvento rispetto ai principi. E’ per questo che guardo con simpatia e, talvolta, con ammirazione i ventenni di oggi che, dalla parte giusta, indipendentemente dalle sigle di appartenenza, dimostrano a tutti noi, con il loro impegno, come le radici profonde non gelino mai, così come i Valori e le passioni migliori che ancora incarnano, diano continuità ed immortalità ad un Ideale destinato a sopravvivere alle miserie dei nostri giorni.
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Roberta Capotosti è nata a Milano nel 1971. Si occupa di politica fin da giovanissima, come militante del Movimento Sociale Italiano, dirigente provinciale del Fronte della Gioventù, dirigente nazionale del FUAN e, successivamente, di Azione Giovani. Aderisce ad Alleanza Nazionale e poi al Popolo della Libertà fin dalla loro costituzione. Eletta al Consiglio di Zona 10 nel 1997, al Consiglio di Zona 2 nel 1999 e nel 2006. In particolare, nel 2006, con 580 preferenze, è la consigliera circoscrizionale più votata del centro-destra su tutta la città di Milano. Attualmente ricopre il ruolo di Presidente della Commissione Cultura del Consiglio di Zona 2. Eletta nel 2009 alla Provincia di Milano, va a ricoprire il ruolo di Presidente della Commissione Sport, Tempo Libero, Politiche Giovanili e Idroscalo dell’Ente. Fa parte della Consulta Pari Opportunità dell'UPI (Unione Province d'Italia). E' Vice Presidente del CISEM, Centro Innovazione e Sperimentazione Milano, l'istituto di ricerca della Provincia di Milano.
Solo una tifosa di degrelle, una neorexista (dicesi anche clerico-fascista) può immaginare che prc e pd siano impegnati a diffondere il pensiero marxista...
RispondiEliminacosa ci sarà di interessante e di bello in questa intervista non si sa...
RispondiEliminaTra l'altro, l'intervistata si scaglia contro l'antifascismo mentre ribadisce di essere quella di vent'anni fa. Allora sarà il caso di intendersi: libera lei di essere fascista, libero io di essere antifascista.
Che poi a Milano determinati ambienti siano protetti dalle istituzioni solo l'intervistata (e l'intervistatore) non lo vedono
"Determinati ambienti" protetti dalle istituzioni?
RispondiEliminaCaro Giovanni, prova a fare una semplice manifestazione o ad attaccare un manifesto di quei "determinati ambienti" e vedrai come siamo protetti dalle istituzioni...
Si chiede l'autorizzazione per una manifestazione mesi prima e a meno di 24 ore, puntualmente, non ti fanno fare un metro...
Giovanni, non so chi tu sia, ma mi sa che sei un po' prevenuto...
Miki
A ci voleva una bella leccata di culo alla consigliera pasionaria nera! Uno spot elettorale penoso! Siamo in campagna elettorale aperta e senza esclusione di colpi. Tra poco si vota ed ecco la solidarietà agli skin e ad altri gruppi non allineati mentre prima avevano addirittura paura di foto compromettenti se si fossero presentati a qualche iniziativa pubblica organizzata dalla destra radicale. Ora che hanno il terrore di perdere le poltroncine (vedi i risultati elettorali delle ultime regionali, il fratello del ministro è stato eletto per un pugno di voti)rispuntano all'orizzonte e si ripresentano alle commemorazioni, si prodigano a trovare sedi a prezzo politico usando i negozi di proprietà dell'Aler!( CASE POPOLARI per intenderci). Prima c'era solo il ministro della difesa e della guerra e il sommo cavaliere ora che han bisogno di voti si ricodano dei ragazzi in nero.....Troppo tardi, a maggio preparatevi ad andare a casa e a cercarvi un posto di lavoro che ovviamente avete sempre negato ai camerati perchè era sconveniente politicamente!
RispondiEliminaEcco l'ennesimo "eroe da testiera" che vomita su questo blog sentenze senza appello non firmandosi con il proprio cognome (ammesso che Gianni sia il vero nome). Il tono del tuo post è decisamente sgarbato ma, d'altra parte, la buona educazione è merce rara al giorno d'oggi. Ti ringrazio per l'appellativo di "pasionaria nera" che non mi dispiace affatto! Parli generalizzando e, come tutti quelli che generalizzo, finisci per fare una pessima figura, perdendo un'occasione preziosa per stare zitto. Accusi al plurale quando io, in questa intervista, ci ho messo faccia e firma, dimostrando di non conoscere la mia storia personale e politica. Io rispondo per me, per quello che ho fatto, per quello che sono. Non ho mai avuto paura di foto compromettenti e mi sono sempre presentata alle iniziative pubbliche della destra radicale, quando le ho ritenute interessanti e/o quando ho avuto il tempo di andarci. Non ho nessuna paura di perdere la mia poltrona nè, d'altra parte, ho un attaccamento così forte per la stessa, posto che in consiglio provinciale ci sono entrata dopo 20 anni di militanza senza nulla chiedere, senza nulla avere. Anche alle commemorazioni ci sono sempre andata non pubblicizzando la partecipazione perchè sono e restano un fatto privato. L'ignoranza e l'aggressività sono tipiche, spesso, degli omunculi. E, siccome non voglio cadere nella generalizzazione di cui sopra, diciamo che ho riscontrato entrambe le caratteristiche nel tuo intervento per arrivare alla conclusione che sei un omuncolo. Evidentemente il risentimento e le frustrazioni che covi dentro di te ti portano ad usare male il cervello.
RispondiEliminaEcco l'ennesimo "eroe da testiera" che vomita su questo blog sentenze senza appello non firmandosi con il proprio cognome (ammesso che Gianni sia il vero nome). Il tono del tuo post è decisamente sgarbato ma, d'altra parte, la buona educazione è merce rara al giorno d'oggi. Ti ringrazio per l'appellativo di "pasionaria nera" che non mi dispiace affatto! Parli generalizzando e, come tutti quelli che generalizzo, finisci per fare una pessima figura, perdendo un'occasione preziosa per stare zitto. Accusi al plurale quando io, in questa intervista, ci ho messo faccia e firma, dimostrando di non conoscere la mia storia personale e politica. Io rispondo per me, per quello che ho fatto, per quello che sono. Non ho mai avuto paura di foto compromettenti e mi sono sempre presentata alle iniziative pubbliche della destra radicale, quando le ho ritenute interessanti e/o quando ho avuto il tempo di andarci. Non ho nessuna paura di perdere la mia poltrona nè, d'altra parte, ho un attaccamento così forte per la stessa, posto che in consiglio provinciale ci sono entrata dopo 20 anni di militanza senza nulla chiedere, senza nulla avere. Anche alle commemorazioni ci sono sempre andata non pubblicizzando la partecipazione perchè sono e restano un fatto privato. L'ignoranza e l'aggressività sono tipiche, spesso, degli omunculi. E, siccome non voglio cadere nella generalizzazione di cui sopra, diciamo che ho riscontrato entrambe le caratteristiche nel tuo intervento per arrivare alla conclusione che sei un omuncolo. Evidentemente il risentimento e le frustrazioni che covi dentro di te ti portano ad usare male il cervello.
RispondiEliminaRoberta Capotosti
Ho pubblicato io la replica di Roberta Capotosti perché c'è un bug che le impedisce di pubblicare commenti ...
RispondiEliminaCaro (o cara) Miki,
RispondiEliminain effetti sono un pochino prevenuto.
Però quello che non mi piace (e sono sicuro che su questo sarai d'accordo) è l'ipocrisia e quindi non ho mai creduto a scemenze come la memoria condivisa. Roberta Capotosti è orgogliosa della sua memoria, io della mia. Le faccio solo notare che io, sotto il fascismo, non avrei fatto parte di nessun consiglio provinciale. E' quello che Vittorio Foa osservò a Giorgio Pisanò, che nella vituperata (da lui) repubblica antifascista fu senatore per vari anni. Sotto il fascismo Foa se ne fece otto e mezzo in galera (per reati d'opinione: e se avesse incontrato Degrelle sarebbe finito nei campi). Una differenza non da poco, non ti pare?
Io non mi scandalizzo se gli hammer milanesi hanno la loro sede in un appartamento dell'aler, se rispettano le leggi. Lo stesso vale, spero, anche per un centro sociale di sinistra, sempre che rispettino le leggi anch'essi.
Poi, ripeto, ognuno si tiene la propria memoria e i propri valori, nel rispetto reciproco, se possibile. Però, permettimi, un minimo di condivisione ci deve essere: e francamente (sempre al bando le ipocrisie...) io con i negazionisti e i razzisti non posso condividere nulla
Dimenticavo: sono uno storico. Ho firmato contro l'ipotesi di legge Mastella nel 2007 e firmerei adesso contro l'ipotesi di legge Pacifici. Per un semplice motivo: il giudice e lo storico fanno due mestieri diversi. Quindi Moffa era libero di invitare dove voleva Faurisson, ma non in università e non a spese del contribuente. Su questo (paradossalmente, ma non troppo) sono d'accordo con quanto scritto da Gabriele Adinolfi (vedi che non sono prevenuto?): il narcisismo, malattia senile del leninismo...
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