Io, ignorante, tra negazionismo, revisionismo e libertà d'espressione
Io sono uno di quegli "intellettuali" contrari alla legge antinegazionista che non capiscono niente di storia della questione olocaustica, di cui parla il più dotto degli storici italiani di scuola revisionista, Carlo Mattogno, in un articolo pubblicato oggi nel blog di Andrea Carancini : "La recente proposta di Pacifici ha riportato in primo piano, dopo il tentativo abortito della “legge Mastella”, la questione del reato di “negazione della Shoah”. La discussione che ne è seguita è palesemente monca, perché si affrontano da un lato ignoranti presuntuosi e forcaioli che non hanno la più pallida idea di che cosa sia il revisionismo storico, dall’altro paladini della libertà di espressione che non ne sanno parimenti nulla.. Gli uni e gli altri sono però concordi nello svilire il revisionismo a mero “negazionismo”, che ne è una semplice parodia denigratoria".
E' vero, non ho letto nessuno dei ponderosissimi saggi con centinaia di tabelle di supporto che negano l'esistenza dell'Olocausto come progetto intenzionale, confutano l'esistenza delle camere a gas e riducono drasticamente il numero dei morti ma che sarebbe denigratorio e parodistico definire negazionisti.
Dal mio canto, non ho bisogno degli eventuali eccessi propagandistici che pure sono presenti in tutte le storie scritte dai vincitori (tipo la leggenda urbana della saponette): mi è sufficiente per condannare alla radice il nazionalsocialismo quanto è stato fatto contro ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova e avversari politici, prendendo per buono quello che riconoscono per vero i più radicali tra gli stessi revisionisti storici.
Sono invece preoccupato per qualsiasi legge liberticida. Sono stato uno dei pochi che ha preso la parola contro la legge Mancino, per il diritto di "naziskin" e leghisti di pensare razzista. E non ne sono pentito affatto. E quindi continuerò, crogiolandomi sempre nella mia ignoranza, a occuparmi della questione sul piano del metodo e non del merito, con qualche puntata ovviamente quando questi temi incroceranno con il mio campo di attenzione, come è il caso della polemica tra Carancini e don Curzio Nitoglia su revisionismo e nazionalsocialismo . (2-continua)
E' vero, non ho letto nessuno dei ponderosissimi saggi con centinaia di tabelle di supporto che negano l'esistenza dell'Olocausto come progetto intenzionale, confutano l'esistenza delle camere a gas e riducono drasticamente il numero dei morti ma che sarebbe denigratorio e parodistico definire negazionisti.
Dal mio canto, non ho bisogno degli eventuali eccessi propagandistici che pure sono presenti in tutte le storie scritte dai vincitori (tipo la leggenda urbana della saponette): mi è sufficiente per condannare alla radice il nazionalsocialismo quanto è stato fatto contro ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova e avversari politici, prendendo per buono quello che riconoscono per vero i più radicali tra gli stessi revisionisti storici.
Sono invece preoccupato per qualsiasi legge liberticida. Sono stato uno dei pochi che ha preso la parola contro la legge Mancino, per il diritto di "naziskin" e leghisti di pensare razzista. E non ne sono pentito affatto. E quindi continuerò, crogiolandomi sempre nella mia ignoranza, a occuparmi della questione sul piano del metodo e non del merito, con qualche puntata ovviamente quando questi temi incroceranno con il mio campo di attenzione, come è il caso della polemica tra Carancini e don Curzio Nitoglia su revisionismo e nazionalsocialismo . (2-continua)
Chapeau.
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