Il revival neoceltico tra Madre Terra e piccole patrie
Panoramica società: Domà Nunch l'è on moviment econazional che el gh'ha come sò ultim fin la sovranità de la Nazion Insubra in d'on'òttica de salvaguardia e difesa de la nòstra Terra perchè l'è la Mamma de la nòstra Nazion.
Missione: Sovranità de la Nazion Insubra
Prodotti: Econazionalismo
Giusto ieri, parlando della kermesse milanese per il Capodanno celtico, sottolineavo la presenza di una forte componente spiritualistica nel revival neoceltico che si è sviluppato nel Nord Italia, in un'area contigua alla destra radicale a partire dalla metà degli anni Ottanta, e che ha intrecciato le sue vicende con il boom politico della Lega.
Mi spunta giusto oggi, tra i suggerimenti di facebook, che ha una sua geniale demenzialità, proprio questa associazione econazionalista, espressione di una sintesi non originale del rapporto tra Madre Terra e Piccola Patria in cui sono evidenti le tematiche volkisch del "suolo e sangue", sia pure in una versione matriarcale. Perché, come spiegava Emanuele Paoletti: "Essere celta non significa essere pagano, cioè rivolgersi alle culture ed ai simboli altrui, è necessario piuttosto rivolgersi alla cultura del posto per trovare delle risposte e la Lombardia è un luogo importante per la cultura celtica, che è una cultura celtico-contadina locale, cioè richiede di essere vissuta in loco. La nostra è una cultura matriarcale, la cultura della Dea ovvero la Madre, la Terra” . In questo caso - apprendo dal sito web - abbondantemente bilingue - che il riferimento etnico è agli Insubri, una popolazione insediata in un territorio più o meno corrispondente al medievale ducato di Milano, una scelta identitaria che ovviamente scongiura, ancorando un popolo a uno Stato storico, le più grossolane incongruenze del nazionalismo padanista.
Missione: Sovranità de la Nazion Insubra
Prodotti: Econazionalismo
Giusto ieri, parlando della kermesse milanese per il Capodanno celtico, sottolineavo la presenza di una forte componente spiritualistica nel revival neoceltico che si è sviluppato nel Nord Italia, in un'area contigua alla destra radicale a partire dalla metà degli anni Ottanta, e che ha intrecciato le sue vicende con il boom politico della Lega.
Mi spunta giusto oggi, tra i suggerimenti di facebook, che ha una sua geniale demenzialità, proprio questa associazione econazionalista, espressione di una sintesi non originale del rapporto tra Madre Terra e Piccola Patria in cui sono evidenti le tematiche volkisch del "suolo e sangue", sia pure in una versione matriarcale. Perché, come spiegava Emanuele Paoletti: "Essere celta non significa essere pagano, cioè rivolgersi alle culture ed ai simboli altrui, è necessario piuttosto rivolgersi alla cultura del posto per trovare delle risposte e la Lombardia è un luogo importante per la cultura celtica, che è una cultura celtico-contadina locale, cioè richiede di essere vissuta in loco. La nostra è una cultura matriarcale, la cultura della Dea ovvero la Madre, la Terra” . In questo caso - apprendo dal sito web - abbondantemente bilingue - che il riferimento etnico è agli Insubri, una popolazione insediata in un territorio più o meno corrispondente al medievale ducato di Milano, una scelta identitaria che ovviamente scongiura, ancorando un popolo a uno Stato storico, le più grossolane incongruenze del nazionalismo padanista.
Ho avuto modo di ascoltare una presentazione di questa associazione da parte di Lorenzo Banfi e mi è parsa molto più sensata e misurata rispetto alla Lega Nord.
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