Fuori dal cerchio/8 - Morani: Io e il compagno Antolini
A Raffaele Morani mi lega la condivisione di un'esperienza liminare, la passione per il rugby, le origini romagnole. La sua testimonianza di militante comunista impegnato nel dialogo con la fascisteria è utile e preziosa.
Sull'aggressione a Nicola Antolini, scrittore di sinistra pestato dagli antifascisti!!! Uomo libero e mio amico.
“Fuori dal Cerchio” di Nicola Antolini è un libro che mi ha subito affascinato, perché ha un approccio non ideologico al mondo della Destra Radicale,
perché è un libro onesto e di analisi seria di quel mondo, un libro che va contro i luoghi comuni, e perché leggendolo ho scoperto di essere citato da uno degli intervistati, oltre a rendermi conto di aver incrociato l’autore mentre raccoglieva materiale ed intervistava testimoni per il suo libro, tra tutti la presentazione del libro di Valerio Morucci a Casa Pound o la conferenza di Ugo Maria Tassinari e Gabriele Adinolfi pochi mesi dopo a Bologna sulla “Destra Terminale”, eventi ampiamente descritti nel libro ed a cui ero presente. Per questi motivi, invitato da CasaPound ho accettato con molto piacere di presentare insieme a Nicola il libro in due diverse occasioni: a Parma il 09 luglio scorso assieme a Francesca Giovannini, responsabile di CPI dell’Emilia Romagna e a Macerata il 18 settembre con Gabriele Adinolfi. In tutte e due le occasioni, abbiamo incontrato gente molto attenta, ragazzi di CPI o simpatizzanti, curiosi di ogni età o anche militanti della “Destra Radicale” più stagionati, che apprezzavano l’onestà intellettuale di Nicola e del suo lavoro, e che erano veramente interessati a capire come mai due “compagni” come noi due avevano un certo interesse per il loro mondo, questa voglia di scavare a fondo oltre gli stereotipi tanto da scriverci un libro come Nicola o accettare un confronto aperto con loro su vari temi come nel mio caso. In questi confronti non ci sono stati particolari problemi, sebbene a Parma in contemporanea alla presentazione gli antifascisti avessero organizzato un presidio antifascista, il dibattito è sempre stato interessante, sono anche emerse le differenze all’interno di quel variegato e complesso mondo, tra chi è veramente “fuori dal cerchio” e chi all’interno del cerchio preferisce restarci, con le proprie certezze e ritualità, mentre noi due compagni in mezzo a camerati non abbiamo avuto particolari problemi a riconoscere che l’antifascismo, esperienza storica da cui proveniamo, si è esaurita fino a diventare il vero e proprio “mito incapacitante” della sinistra del terzo millennio.
In questi incontri infine, io e Nicola ci siamo finalmente conosciuti di persona dopo esserci incrociati in varie occasioni, secondo me c’eravamo già incrociati 20 anni fa ai tempi della FGCI ad alcune riunioni regionali ma Nicola non ne è sicurissimo, comunque anche io come tutti ho avuto modo di apprezzare la profondità di Nicola, la sua preparazione, la sua onestà intellettuale e la sua passione. Sentire della sua aggressione a Perugia mi ha veramente colpito, perché una persona che conosco e apprezzo è stata colpita per le sue idee, perché cerca il confronto con l’altro da sé, perché quelli che su internet in questi ultimi due anni mi hanno coperto di insulti, a volte anche di minacce, sono passati a vie di fatto, perché l’intolleranza è dura a morire.
Questo episodio sembra una farsa rispetto alle tragedie degli anni settanta, ma anche la farsa può diventare tragedia, per questo è necessario condannare con fermezza quanto è successo ed esprimere a Nicola, all’amico e “compagno socialdemocratico” come lo definisco ironicamente quando ci incontriamo (mentre lui mi apostrofa amichevolmente con la sua tipica parlata emiliana con un “Sei proprio un comunista!”). Non può esserci alcuna giustificazione per quanto è successo, come non vi può essere più alcuna giustificazione o benevola tolleranza per chi, con le buone o con le cattive, in nome dell’antifascismo militante è disposto a togliere agli altri la possibilità di potersi esprimere liberamente. Siamo nel 2010! Ci vuole così tanto a rendersene conto?
Raffaele Morani
Sull'aggressione a Nicola Antolini, scrittore di sinistra pestato dagli antifascisti!!! Uomo libero e mio amico.
“Fuori dal Cerchio” di Nicola Antolini è un libro che mi ha subito affascinato, perché ha un approccio non ideologico al mondo della Destra Radicale,
perché è un libro onesto e di analisi seria di quel mondo, un libro che va contro i luoghi comuni, e perché leggendolo ho scoperto di essere citato da uno degli intervistati, oltre a rendermi conto di aver incrociato l’autore mentre raccoglieva materiale ed intervistava testimoni per il suo libro, tra tutti la presentazione del libro di Valerio Morucci a Casa Pound o la conferenza di Ugo Maria Tassinari e Gabriele Adinolfi pochi mesi dopo a Bologna sulla “Destra Terminale”, eventi ampiamente descritti nel libro ed a cui ero presente. Per questi motivi, invitato da CasaPound ho accettato con molto piacere di presentare insieme a Nicola il libro in due diverse occasioni: a Parma il 09 luglio scorso assieme a Francesca Giovannini, responsabile di CPI dell’Emilia Romagna e a Macerata il 18 settembre con Gabriele Adinolfi. In tutte e due le occasioni, abbiamo incontrato gente molto attenta, ragazzi di CPI o simpatizzanti, curiosi di ogni età o anche militanti della “Destra Radicale” più stagionati, che apprezzavano l’onestà intellettuale di Nicola e del suo lavoro, e che erano veramente interessati a capire come mai due “compagni” come noi due avevano un certo interesse per il loro mondo, questa voglia di scavare a fondo oltre gli stereotipi tanto da scriverci un libro come Nicola o accettare un confronto aperto con loro su vari temi come nel mio caso. In questi confronti non ci sono stati particolari problemi, sebbene a Parma in contemporanea alla presentazione gli antifascisti avessero organizzato un presidio antifascista, il dibattito è sempre stato interessante, sono anche emerse le differenze all’interno di quel variegato e complesso mondo, tra chi è veramente “fuori dal cerchio” e chi all’interno del cerchio preferisce restarci, con le proprie certezze e ritualità, mentre noi due compagni in mezzo a camerati non abbiamo avuto particolari problemi a riconoscere che l’antifascismo, esperienza storica da cui proveniamo, si è esaurita fino a diventare il vero e proprio “mito incapacitante” della sinistra del terzo millennio.
In questi incontri infine, io e Nicola ci siamo finalmente conosciuti di persona dopo esserci incrociati in varie occasioni, secondo me c’eravamo già incrociati 20 anni fa ai tempi della FGCI ad alcune riunioni regionali ma Nicola non ne è sicurissimo, comunque anche io come tutti ho avuto modo di apprezzare la profondità di Nicola, la sua preparazione, la sua onestà intellettuale e la sua passione. Sentire della sua aggressione a Perugia mi ha veramente colpito, perché una persona che conosco e apprezzo è stata colpita per le sue idee, perché cerca il confronto con l’altro da sé, perché quelli che su internet in questi ultimi due anni mi hanno coperto di insulti, a volte anche di minacce, sono passati a vie di fatto, perché l’intolleranza è dura a morire.
Questo episodio sembra una farsa rispetto alle tragedie degli anni settanta, ma anche la farsa può diventare tragedia, per questo è necessario condannare con fermezza quanto è successo ed esprimere a Nicola, all’amico e “compagno socialdemocratico” come lo definisco ironicamente quando ci incontriamo (mentre lui mi apostrofa amichevolmente con la sua tipica parlata emiliana con un “Sei proprio un comunista!”). Non può esserci alcuna giustificazione per quanto è successo, come non vi può essere più alcuna giustificazione o benevola tolleranza per chi, con le buone o con le cattive, in nome dell’antifascismo militante è disposto a togliere agli altri la possibilità di potersi esprimere liberamente. Siamo nel 2010! Ci vuole così tanto a rendersene conto?
Raffaele Morani
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