Alemanno, Borghezio, Boccacci e quel solstizio insieme
Nel post dedicato alla morte di Oggero di Carmagnola, ricordavo il rapporto che legava, un quarto di secolo fa, il non ancora onorevole Borghezio all'ambiente della destra radicale piemontese e in particolare alla sua componente ordinovista. Francesco Mancinelli scava dallo straordinario pozzo di San Patrizio della sua memoria questo aneddoto che conferma la testimonianza di Murelli. Aggiungendoci il suo carico da dieci ...
Era l'estate del 1986 di Francesco Mancinelli
Ricordo perfettamente la presenza di Mario Borghezio, nel radudo in occasione del solstizio d'estate a giugno 1986 a Tarquinia, organizzato " trasversalmente " da alcune raltà dell'area laziale tra cui Movimento Politico Occidentale, Centro Studi tradizionali di Viterbo e militanti del Fronte della Gioventù di Colle Oppio e Terni, in cui parteciparono le sigle del Nord Italia tra cui Orion e Ideogramma (una rivista milanese del circolo Ramelli, una realta movimentista milanese, ndb). Presenti all'occasione per un paio di giornate anche Gianni Alemanno che utilizzò la festa per "rastrellare/selezionare " abilmente quadri extraparlamentari e collaboratori alla Sua personale battaglia di costruzione "del suo personale ed esclusivo potere ".
Borghezio in quell'occasione, oltre ad un notevole spessore e conoscenza sulle dinamcihe politiche e istituzionali del nazional-socialismo, intervenne in una commissione interna sull 'autodeterminazione dei popoli che puntava proprio alla causa dell'Islam in funzione anti-occidentale.
Eravamo tuttvia nel 1986, e a parte il fronte Nazionale francese che già mieteva consensi, la destra radicale italiana non era stata colpita dalla contro-rivoluzione "di azione e pensiero" iniziata a ridosso della caduta del muro grossomodo nel 1992. Erano i primi tentativi di ricostruire un network, dopo la dissoluzione dei primi anni 80', ed esisteva ancora un effetto culturale derivato dagli anni 70' che non aveva permesso ad es. " il deviazionismo " e la radicalizzazione contro gli extra-comunitari.
Non esisteva ancora Berlusconi leader, le derive nazional-populiste, gli skineads e la Lega partiva allora. Paradossalmente proprio lo spessore culturale e gli immaginari della destra radicale nordista funzionarono da detonatore della radicalizzazione leghista sul territorio.
Era l'estate del 1986 di Francesco Mancinelli
Ricordo perfettamente la presenza di Mario Borghezio, nel radudo in occasione del solstizio d'estate a giugno 1986 a Tarquinia, organizzato " trasversalmente " da alcune raltà dell'area laziale tra cui Movimento Politico Occidentale, Centro Studi tradizionali di Viterbo e militanti del Fronte della Gioventù di Colle Oppio e Terni, in cui parteciparono le sigle del Nord Italia tra cui Orion e Ideogramma (una rivista milanese del circolo Ramelli, una realta movimentista milanese, ndb). Presenti all'occasione per un paio di giornate anche Gianni Alemanno che utilizzò la festa per "rastrellare/selezionare " abilmente quadri extraparlamentari e collaboratori alla Sua personale battaglia di costruzione "del suo personale ed esclusivo potere ".
Borghezio in quell'occasione, oltre ad un notevole spessore e conoscenza sulle dinamcihe politiche e istituzionali del nazional-socialismo, intervenne in una commissione interna sull 'autodeterminazione dei popoli che puntava proprio alla causa dell'Islam in funzione anti-occidentale.
Eravamo tuttvia nel 1986, e a parte il fronte Nazionale francese che già mieteva consensi, la destra radicale italiana non era stata colpita dalla contro-rivoluzione "di azione e pensiero" iniziata a ridosso della caduta del muro grossomodo nel 1992. Erano i primi tentativi di ricostruire un network, dopo la dissoluzione dei primi anni 80', ed esisteva ancora un effetto culturale derivato dagli anni 70' che non aveva permesso ad es. " il deviazionismo " e la radicalizzazione contro gli extra-comunitari.
Non esisteva ancora Berlusconi leader, le derive nazional-populiste, gli skineads e la Lega partiva allora. Paradossalmente proprio lo spessore culturale e gli immaginari della destra radicale nordista funzionarono da detonatore della radicalizzazione leghista sul territorio.
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