19 ottobre 1981: una vendetta fallita
dal libro Guerrieri (Immaginapoli, 2005)
Oramai l’unica attività militare che sembra riservata agli epigoni della guerriglia nera è la vendetta. Un campo in cui i bersagli non mancano. Il 19 ottobre fallisce tragicamente una spedizione punitiva a Milano, organizzata per regolare i conti con Giorgio Muggiani, una figura prestigiosa del neofascismo meneghino. Nell’immediato dopoguerra ha partecipato al trafugamento della salma di Mussolini, ma l’età ha raffreddato gli ardori. Dirigente missino, all’inizio degli anni ‘70 ha dato vita ai Comitati tricolori, uno dei tanti contenitori per la «piazza» anticomunista: vogliono fargli pagare la soffiata che ha mandato in galera Cavallini e i complici per l’omicidio Amoroso. Alibrandi è alla guida: si accorge di essere seguito da un’auto civetta della Digos, avverte Sordi e Cavallini di prepararsi al conflitto a fuoco, arresta l’auto in un incrocio, esce impugnando due pistole, colpisce due agenti, si dà poi all’inseguimento di Epifanio, ferito alle braccia e poi a un fianco. Questi si rifugia in un portone, ma è respinto dal custode perché è in borghese e deve riparare in un altro palazzo. Sordi si avvicina alla vettura per prendere le armi e finisce con due colpi alla testa Bonantuono che rantola. È il suo primo omicidio. Stesso destino per l’altro poliziotto moribondo, Tumminiello, per mano di Cavallini. Missione fallita, ma senza danni per il commando. Il rientro a Roma è immediato: è in programma, due giorni dopo, l’operazione Straullu, il capitano di polizia che si è distinto nella lotta ai Nar.
PS Di Straullu, ovviamente, parleremo dopodomani
Oramai l’unica attività militare che sembra riservata agli epigoni della guerriglia nera è la vendetta. Un campo in cui i bersagli non mancano. Il 19 ottobre fallisce tragicamente una spedizione punitiva a Milano, organizzata per regolare i conti con Giorgio Muggiani, una figura prestigiosa del neofascismo meneghino. Nell’immediato dopoguerra ha partecipato al trafugamento della salma di Mussolini, ma l’età ha raffreddato gli ardori. Dirigente missino, all’inizio degli anni ‘70 ha dato vita ai Comitati tricolori, uno dei tanti contenitori per la «piazza» anticomunista: vogliono fargli pagare la soffiata che ha mandato in galera Cavallini e i complici per l’omicidio Amoroso. Alibrandi è alla guida: si accorge di essere seguito da un’auto civetta della Digos, avverte Sordi e Cavallini di prepararsi al conflitto a fuoco, arresta l’auto in un incrocio, esce impugnando due pistole, colpisce due agenti, si dà poi all’inseguimento di Epifanio, ferito alle braccia e poi a un fianco. Questi si rifugia in un portone, ma è respinto dal custode perché è in borghese e deve riparare in un altro palazzo. Sordi si avvicina alla vettura per prendere le armi e finisce con due colpi alla testa Bonantuono che rantola. È il suo primo omicidio. Stesso destino per l’altro poliziotto moribondo, Tumminiello, per mano di Cavallini. Missione fallita, ma senza danni per il commando. Il rientro a Roma è immediato: è in programma, due giorni dopo, l’operazione Straullu, il capitano di polizia che si è distinto nella lotta ai Nar.
PS Di Straullu, ovviamente, parleremo dopodomani
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