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Una storia molto personale-1: un attentato fallito

Se è vero il paradosso ecologista (una farfalla batte le ali in Brasile e si scatena la tempesta nel golfo del Tonchino) per cui ogni catastrofe è generata da un piccolo evento su cui se ne incatenano una serie, beh, io posso ricostruire con assoluta precisione la dinamica della mia fascinazione. E poiché c'è ancora gente che si chiede (e mi interroga) sul come e sul perché un notorio ultragauchiste come me si sia tanto ingarellato sulla fascisteria, colgo l'occasione dell'anniversario di turno per chiarire la questione.


L'innesco dell'ordigno è un episodio minore del terrorismo italiano, un fallito attentato "alla libanese" davanti alla Questura di Milano. Un'autobomba abbandonata in via Fatebenefratelli, alla vigilia di Ferragosto, da anarchici insurrezionalisti (un gruppo che opera ancora sotto traccia) non esplode.
Su questo fallimento si innesca, un paio di giorni dopo, il tentativo provocatorio di attribuirne la paternità al fascista di turno. Questa volta si tratta di Walter Spedicato, il "vecchio" di Terza posizione, latitante da 8 anni in Francia (tranne qualche mese dell'82 trascorso in Italia nel generoso e folle tentativo di resuscitare il gruppo ormai schiacciato dalla repressione). Un ignoto telefonista dice di riconoscere nell'identikit il suo volto. In questo caso, però, quel diavoletto del disegnatore della polizia, è il caso di dire, ha fatto i coperchi ma non le pentole.
A mettere in crisi il tentativo di intossicazione è la rigida dieta a cui il latitante si è sottoposto per anni. Dall'ultima foto disponibile in questura è infatti dimagrito di una decina di chili, frutto degli stenti patiti nei primi anni di latitanza, per il suo rifiuto non solo di partecipare al "circo delle rapine" ma anche di godere dei benefici che camerati generosi erano disposti comunque ad assicurargli. Ma a quel punto la storia sarebbe potuta andare avanti per anni: ancora non si sa, e ne sono passati 36, chi ha diffuso identikit ricalcati sulle foto segnaletiche di Giancarlo Esposti (senza barba) e di Cesare Ferri in occasione delle stragi di Brescia e dell'Italicus (1 - continua)

5 commenti:

  1. Anche in questo caso un "identikit" basato su foto segnaletiche .....

    Marco Affatigato

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  2. Ma Tassinari, di Walter che cosa ricorda e che cosa l'ha spinta a cambiare idea sull'ambiente umano, che rappresentava. Gradirei conoscere qualcosa in più del suo percorso politico e umano...è vero che venerava Freda, tanto da essere suo testimone di nozze, quando convolò a nozze con Rita Cardone?

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  3. Semplicemente non conoscevo l'ambiente e me ne sono fatto un'idea, leggendo, studiando, incontrando persone. Tra queste sono convinto che Walter fosse tra le migliori.
    Giudizio evidentemente condiviso da Freda.
    PS: Il suo nick non mi è nuovo...

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  4. Il mio nick non è nuovo forse perché lo ho usato in un altro blog d'area; con questo spero di non deluderla se si riferiva al pseudonimo di un noto magistrato di Trento, che con il nick EPIPHANIUS ha scritto un libro ponderoso di 543 pagine dal titolo eloquente: "Massoneria e sette segrete la faccia occulta della storia"litografia Armoth Trento (negli anni settanta?) Comunque temo che sia passato a miglior vita, ma credo che le orme sue, siano seguite dal figlio e se il sangue non è acqua....Concordo con la stima nei confronti di Walter un bipide superiore in tutti i sensi.

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  5. @ephifanius Walter Spedicato testimone di nozze di Freda? non i pare informazione esatta. Non che sia fondamentale, sicuramente era una gran persona e i rapporti tra i due erano, meritatamente, eccellenti.

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