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Strage di Bologna: Signorelli da imputato a persona offesa

Uno dei manifesti della campagna di "Giustizia giusta"
per l'anniversario della strage di Bologna

Il professore di filosofia maestro pensatore dell’antagonismo politico di destra figura come persona offesa nell’inchiesta bis sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morte e 200 feriti). Nata nel 2005 dalle emergenze della Commissione Mitrokhin. Signorelli venne accusato di concorso proprio nella strage di Bologna, e anche di essere il mandante degli omicidi Occorsio e Amato. Per questi motivi fu arrestato nel 1980 e scarcerato il 25 luglio 1990, dopo 7 anni di carcere e tre anni di arresti domiciliari,prima di essere assolto da tutte le accuse.

Signorelli si è costituito tramite l’avvocato Gabriele Bordoni come persona offesa “atipica”, dopo gli anni passati in carcere nell’ipotesi che vi sia una verità alternativa. Bordoni assiste come persona offesa anche l’Associazione Enzo Tortora. Persona offesa è anche l’Associazione Vittime della Strage. Per la strage sono stati condannati all’ergastolo Francesca Mambro e Valerio “Giusva” Fioravanti, e a 30 anni Luigi Ciavardini, processato a parte perché nel 1980 aveva 17 anni. Tutti e tre facevano parte dei Nar e si sono sempre dichiarati estranei alla strage. 
Nel 2005, appunto, è stata aperta un’inchiesta bis, in base alle risultanze della commissione Mitrokhin. Un’inchiesta che considera spiegazioni alternative a quelle ratificate dalle sentenze irrevocabili. Al centro di nuovi accertamenti (il fascicolo è contro ignoti) ci sono il terrorismo palestinese e due personaggi: il terrorista internazionale Carlos, conosciuto anche come “lo Sciacallo”, e Tomas Kram, delle“Revolutionaere Zellen” tedesche, esperto di esplosivi e legato 
allo “Sciacallo”, che pernottò a Bologna all’Hotel Centrale nella notte tra l’1 ed il 2 agosto dove alloggiò dando il proprio vero nome.
L'anno scorso, in occasione dell'anniversario della Strage, "Giustizia giusta", l'associazione che fa capo a Paolo Signorelli rilanciò le rivelazioni del presidente emerito Francesco Cossiga, all'epoca dei fatti premier, sui condizionamenti subiti dall'inchiesta fin dalle origini:
Il 4 agosto 1980 Francesco Cossiga, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri, dichiarò in Parlamento che l’attentato alla Stazione di Bologna era un attentato “fascista”, sostenendo che “non da oggi si è delineata la tecnica terroristica di timbro fascista…il terrorismo nero ricorre essenzialmente al delitto di strage perché è la strage che provoca paura, allarme, reazioni emotive e impulsive”. Il 15 marzo 1991 Francesco Cossiga, divenuto nel frattempo per meriti di “servizi” Presidente della Repubblica, affermò davanti al Comitato per i Servizi di sicurezza di essersi sbagliato nel definire “fascista” la strage del 2 agosto e, oltre a presentare le scuse ad alcuni inutili parlamentari del Msi per aver addebitato alla “destra” la strage, sostenne che “il giudizio da me espresso allora fu il frutto di errate informazioni che mi furono fornite dai Servizi e dagli organi di polizia…la subcultura e l’intossicazione erano agganciate a forti lobbies politico-finanziarie”. Il 18 marzo 1991 il nostro redattore Paolo Signorelli (già incriminato e poi prosciolto per la strage) fece sapere attraverso le agenzie di stampa di non accettare le “scuse” di Cossiga ritenendole “patetiche, ridicole e volgari”, aggiungendo che le 85 vittime di un ignobile massacro di popolo esigevano che venisse fatta giustizia. “Il balbettio – aggiunse – di Cossiga a proposito di una subcultura operante sotto le direttive di certe lobbies finanziarie e politiche va trasformato in preciso atto di denuncia e di accusa. Altrimenti si abbia il coraggio di tacere”. Dal 1991 l’invito a parlare viene puntualmente rilanciato ogni anno in occasione della ricorrenza della strage senza che l’esimio esternatore (che pure ci ha magistralmente spiegato il modus operandi dei Servizi da lui diretti al tempo in cui era Ministro di Polizia e recentemente raccontato la sua “ verità” su Ustica e Bologna) nulla dica. La redazione di “Giustizia Giusta” ritiene, dunque, inaccettabile il comportamento omertoso tenuto da Cossiga che oltretutto tenta grottescamente di rilanciare il suo convincimento “innocentista” nei confronti di Mambro e Fioravanti fornendo la spalla alle iniziative di quanti a destra, anche attraverso il comitato “L’Ora della Verità”, cercano di sostenere l’improbabile tesi dello stragismo palestinese a proposito dell’attentato di Bologna, rifiutando di percorrerre altre piste che nel drammatico tic-tac Ustica- Bologna potrebbero ricondurre al Mossad. Il sudario del silenzio che continua a coprire ogni tentativo di ricostruire la strage del 2 agosto ha trasformato il “ragazzino” Luigi Ciavardini nell’unico vero capro espiatorio di una spirale perversa in cui si muovono lobbies di potere, apparati mai deviati e magistrati teorematici. “Giustizia Giusta” si farà ancora una volta promotrice di iniziative forti dirette ad ottenere la rimozione del Segreto di Stato perché si possa giungere a conoscere la verità sulle stragi che con cadenze terrifiche hanno per decenni insanguinato la Colonia Italia. 

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