L'Italicus e Campanile? Tuti, ma va - 2a edizione
La clamorosa ipotesi sul legame tra strage dell'Italicus e omicidio Calabresi avanzata da Mario Tuti nell'intervista a Pino Casamassima, pubblicata ieri nel blog, suscita controversie e confutazioni, che ripropongo qui.
Un "amico di facebook", Nando Di Benedetto, un quarantenne di sinistra antica, se l'è presa particolarmente a cuore e ha buttato giù di getto, provocatoriamente, un'intervista impossibile tra Tuti e il direttore del "Corriere dello sport" su una fantastica pista calcistica per la strage. Queste le argomentazioni serie del suo dissenso:
Di diverso avviso, per restare in un ambito di persone civilmente impegnate alla ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi, Eugenio Papetti, che su facebook ha fondato una preziosa pagina sul processo in corso a Brescia.
Un "amico di facebook", Nando Di Benedetto, un quarantenne di sinistra antica, se l'è presa particolarmente a cuore e ha buttato giù di getto, provocatoriamente, un'intervista impossibile tra Tuti e il direttore del "Corriere dello sport" su una fantastica pista calcistica per la strage. Queste le argomentazioni serie del suo dissenso:
Questa ipotesi di lavoro mi sembra una teoria fantasy degna di certi fumetti Marvel d'antan. Certo, vero è che nella destra radicale, ma non solo radicale, ho spesso notato delle propensioni a ricostruire i fatti storici, non solo nazionali o della strategia della tensioni, con connessioni e argomentazioni davvero spettacolari, a metà tra la Collezione Urania e la Collezione Harmony, con passaggi così contorti e implausibili da rendere la prima edizione de "La strage di Stato" un fumetto per bambini. Voglio dire, liberissimo ognuno di teorizzarla, liberi tutti di propagarla per un confronto, mica è peccato. Epperò sono perplesso innanzi a questo revisionismo globale sulle stragi. Su Bologna si è detto tanto, e pure troppo. Adesso, dopo le prime allusioni kossighiane nel solito stile, fastidiosamente goliardico, sui palestinesi, si va verso la pista libica (v. Fasanella con Priore). In pratica, la famosa pista internazionale, subito sparata illo tempore dal Sismi (è formidabile, peraltro, questo sforzo dei servizi nostrani di coprire "innocenti", da piazza Fontana in poi). Allo stesso modo, sono alla sedicesima rilettura de "Il segreto di piazza Fontana" di Cucchiarelli, libro agile e comprensibile come doversi ricordare le vicende dei protagonisti di "Beautiful" che incontrano quelli di "Dallas" e si intersecano con le vicende del mitico Palazzo Palladini di "Un posto al sole" (praticamente, Ellroy viene via liscio come Le avventure di Paperinik), e alla fine la matrice, seppur con mille e mille trame, non solo sarebbe anarchica, ma si insiste sulla tesi della bomba che non doveva fare morti perchè nessuno pensava che in banca si sarebbero intrattenuti così a lungo il venerdì. E come, dopo quarant'anni torniamo alle veline di Mazza, Guida e Allegra? Ribadisco: libero ognuno di dire ciò che pensa, anche se indiscutibilmente fantasioso e del tutto implausibile rispetto ai contesti storici del tempo. Ma di questo passo si tornerà a ridiscutere tutto, e magari a dire che il fantomatico anarchico Bertoli non era Gianfranco, ma Pierangelo il cantante, che lanciò una bomba contro Rumor perchè lo zio di Andrea Parodi dei Tazenda era incazzato perchè non gli aveva fatto assumere il figlio invalido al comune di Porto Torres.Pubblicherò nei prossimi giorni, visto la caterva di materiali in giacenza, l'intervista impossibile.
Di diverso avviso, per restare in un ambito di persone civilmente impegnate alla ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi, Eugenio Papetti, che su facebook ha fondato una preziosa pagina sul processo in corso a Brescia.
Ho letto attentamente, due volte. Conosco la vicenda di Alceste Campanile, giovane militante di Lotta continua di Reggio Emilia ucciso in circostanze "misteriose". I collegamenti che fa Tuti mi possono sembrare "accettabili", ma inaccettabile è l'idea che il Pci collaborasse con i servizi segreti. Questa domanda ti rivolgo, caro Ugo.La mia risposta è stata questa:
Pecchioli rifonda i servizi nel 77 con Cossiga. E'un fatto riconosciuto. Oggi Priore e Fasanella (anche se ne parlo non ne ho ancora letto il libro e devo decidermi a farlo) ci dicono che esisteva all'epoca una camera di compensazione internazionale dove i servizi dei due blocchi si incrociavano per definire questioni di comune interesse. Sono i dispositivi del governo invisibile, per usare la fortunata espressione di Galli. Che poi il Pci abbia condiviso le peggiori sozzerie dei servizi deviati non ci credo neanche io. E comunque io sono una persona semplice e tendo a pensare che piuttosto che con i grandi complotti, certe storie andrebbero spiegate con le piccole miserie umane, le avidità, le ambizioni di carriera. Come dimostra il rovinoso incidente giudiziario del capo dei Ros, l'ultimo allievo di Dalla Chiesa, condannato come narcos per aumentare la produttività del repartoNella pagina di facebook sul processo di Brescia Alessandro Smerilli, che non ho il piacere di conoscere ma che suppongo ex militante di Lotta Continua, contesta alle radici gli enunciati di Tuti:
Questa storia del "biglietto" ricorda l’altro fantomatico "biglietto" con il nome dell'autore della strage di Brescia che Vinciguerra afferma in possesso di Tuti, cioè na' strunzata senza nome. Mi ricordo di una trasmissione televisiva condotta da Corrado Augias in cui comparve il padre di Alceste Campanile, un poveraccio col parrucchino, innamorato delle sue tesi che ripeteva a onta di riscontri contrari e di sentenze già passate in giudicato. Ricordo che Marco Boato, anch’egli ospite della trasmissione, che pure avrebbe potuto avere dei legittimi risentimenti circa le insinuazioni calunniose di Vittorio Campanile, lo esortò a non esporsi a inutili e perdenti querele e alla fine della trasmissione lo stesso Augias si scusò pubblicamente con le persone tirate in ballo da Campanile che non era lucidissimo, pregandole di risparmiarlo. Quanto a Tuti, dica piuttosto chi lo spinse a uccidere, con Concutelli, Ermanno Buzzi. In aula Fumagalli ha affermato di aver salutato Buzzi, mentre veniva trasferito nel carcere di Novara, e di averlo trovato tranquillissimo e ostentante una svastica d'oro. Buzzi aveva scritto a Lotta Continua denunciando di essere vittima di una presunta congiura del PCI. Rispondemmo con disprezzo e la cosa mi dispiacque, mi sarebbe piaciuto un atteggiamento interlocutorio perché la "controinformazione" del PCI era in mano a giornalisti confusionari e casinisti. Mi viene in mente in particolare Ibio Paolucci. Riguardo la strage dell'Italicus, Zani si espose a gravi rischi di cattura pur di scrivere un volantino di smentita sulle responsabilità di "Ordine nero ", io personalmente credo che non c'entri e non sappia chi abbia messo la bomba. C'è stata una regia occulta, probabilmente la stessa che programmò la strage di Brescia e la esecuzione del colpevole designato: Giancarlo Esposti. Nel 1999 un criminale comune con un passato di militanza estremista in Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, confessò di essere l’autore dell’omicidio di Alceste Campanile, avvenuto 24 anni prima. Aveva agito insieme a Roberto Leoni, capetto della sede di Avanguardia nazionale di Reggio Emilia. Due colpi di pistola, con due pistole diverse. Un omicidio estemporaneo. Avevano sorpreso Campanile che faceva l’autostop e lo avevano voluto “punire” per il suo passaggio a Lotta Continua dalla organizzazione neofascista Fronte della gioventù. Nel 2007 è stato condannato a 22 anni di carcere con sentenza definitiva.Appena finito di pubblicare il post, neanche condiviso su twitter e facebook, leggo nella mia pagina personale di fb un messaggio di Giacomo Pacini che, nel ribadire i dubbi sulla stazione di Bologna, respinge le ipotesi di Tuti, ricostruendo così la vicenda:
Nel novembre 1974 alla polizia di Reggio Emilia giunse una informazione fiduciaria secondo la quale Franco Sgro (la "famosa" fonte di Almirante e Covelli), le informazioni su un possibile attentato ad un treno in partenza da Roma Tiburtina e sulla presenza di esplosivi nello scantinato dell'Istituto di Fisica di Roma, le avrebbe apprese ascoltando una conversazione proveniente dall'appartamento di un tal Pietro Formentini, gia militante dell'estrema sinistra e amico di Dario Fo e Franca Rame e che, a Roma, avrebbe abitato proprio sopra la casa di Sgro. Formentini, scriveva sempre la nota giunta alla questura, sarebbe stato in passato fidanzato con una donna di cognome Santucci e, in effetti, Sgro nella sua segnalazione a Covelli aveva parlato di una certa Liliana Santucci come persona che custodiva l'esplosivo all'Isituto di Fisica. Tuttavia, durante il processo venne accertato che Formentini abitava "semplicemente" nelle vicinanze di Sgro e che quella nota non era altro che un collage messo insieme raccogliendo qua e la notizie pubblicate dai giornali. Insomma, un anonimo scritto da qualcuno che, evidentemente, ce l'aveva con Formentini..... Sempre in quell'anonimo, inoltre, si citava, come dice Tuti, il professor Ennio Scolari indicandolo come persona amica di Formentini e pure lui a conoscenza di presunti retroscena sull'Italicus. Scolari, che da tempo soffriva di depressione, in effetti, si suicidò poco prima di essere chiamato a testimoniare, ma dopo aver mandato al Tribunale una lettera in cui diceva di non sapere assolutamente nulla della vicenda. La questione Campanile viene fuori, perchè durante il processo per l'Italicus si sparse la voce che l'autore dell'anonimo in questione fosse il padre di Alceste, anche se, pure di questo non c'e' mai stata prova.
Ah, dimenticavo di presentarvi Pacini. Ricercatore storico, esperto di guerra fredda e strategia della tensione, ha recentemente pubblicato due volumi importanti per chi si occupa di queste storie: su Gladio e sull'Ufficio Affari riservati
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