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L'Italicus, Campanile e il complotto della Nazionale

L'intervista pubblicata il 31 luglio scorso di Pino Casamassima a Mario Tuti sulla laison sotterranea tra strage dell'Italicus e omicidio Campanile ha avuto numerosi rilanci sul web (a partire dai lanci dell'adnkronos con finestra nell'homepage) in siti di informazione locale (terninrete, reggio24ore), forum (vivamafarka), solo per restare alla prima pagina di google (alla ricerca con le chiavi: tuti, italicus) ma anche insistite e argomentate confutazioni. L'ultima, laconica, è di Adriano Sofri: 



salvo che per Alceste e il suo sciagurato padre, che ce l'aveva con chiunque potesse ridurre la disastrosa opinione che doveva avere di se stesso, e purtroppo più ancora con chiunque gli sembrasse candidato a dargli del denaro. Nell'assassinio di Alceste cose torbide ce ne furono fin troppe. La tesi di Tuti è senz'altro una sciocchezza.  
La più divertente e articolata è quella di Nando di Benedetto, un quarantenne orfano di Enrico Berlinguer e Giovanni Falcone, l'anima più sana e nobile della sinistra moralista, che si è inventato un'intervista apocrifa con Tuti che il direttore del Corriere dello Sport (si tratta di una pista calcistica) non avrebbe avuto il coraggio di pubblicare. Apocrifa e fantasiosa, probabilmente ispirata dalla coincidenza con i mondiali del '74 andati malissimo per l'Italia, ma con evidenti, saldi riferimenti agli elementi processuali reali. Merita assolutamente, da sola, il rilievo di un lunghissimo post: 


Bum! Che, come battuta d'esordio è, lo ammetto, di pessimo gusto. 
Ma, in risposta a quanto hai citato, siamo in grado di riprodurre brani inediti dell'intervista a Mario Tuti che Alessandro, direttore del Corriere dello Sport, giammai ebbe il coraggio di pubblicare:
- In realtà, l'attentato all'Italicus nacque nell'ambiente della Nazionale di calcio -
- Eh, cosa? Ma cosa dici? Come possono dei calciatori aver fatto saltare l'Italikum? [i giornalisti sportivi, si sa, sono sempre un po' approssimativi] -
- Guarda, nasce tutto dalle fratture all'interno dello spogliatoio ai Mondiali in Germania - 
- Manco li cani! -
- Eh, me li ricordo bene... Ora, devi sapere che lo spunto venne fuori quando si seppe che la sera del 3 agosto Ferruccio Valcareggi avrebbe preso quel treno per recarsi dalla zia a Verona -
- E allora? -
- Questo è niente. Si scoprì che a bordo di quel treno viaggiavano, insieme alla rispettive signore, i comunisti polacchi Szarmach e Deyna e, in quarta classe, persino quel negraccio di Sanon, ricordi?, l'haitiano che aveva profanato l'imbattibilità di Zoff. Così, un gruppo di calciatori dissidenti trovò del tritolo negli spogliatoi del San Paolo... - 
- Alt! Come sarebbe a dire all'interno del San Paolo? La solita vulgata antimeridionalista tipica di un certo torbido ambiente che grava tra Torino e Milano -
- No, guarda, mi devi credere, i capi della congiura erano Luciano Castellini e Totonno Juliano, il primo semplice spettatore, il secondo che non solo fu umiliato inutilmente nella finale del '70 quando il Brasile vinceva già 1-4, ma venne portato in Germania a guardare le crucche. A loro si aggiunsero altri virilmente incazzati quali Giuseppe Sabadini... -
- Chi!?
- Cazzo, Sabadini, non te lo ricordi? Ha giocato una vita nel Milan... -
- Boh? Io me ne ricordo uno omonimo, ma giocava nel Catanzaro di Palanca prima e nel mitico Catania di Pedrinho e Luvanor (e del magggico Claudio Ranieri) poi - 
- Ahò, e lui, mica ti sto dicendo cazzate - 
- Cazzo, che finaccia... Vabbè, continua - 
- Al complotto si unirono anche Paolino Pulici e il camerata Re Cecconi -
- Eeeh, nientemeno! - 
- Ma certo. Un asse inedito Napoli-Lazzie-Milan-sponda Granata, contro le scelte conservatrici e cervellotiche del cittì -
- A Tu', ma me stai a cojonà? -
- Boia, ti garantisco che è così. Anche perchè, rifletti: nemmeno tu ti ricordi che eri Sabadini, giusto? -
- Giusto. Beh, anonimo com'era, era il perfetto infiltrato del Comintern -
- Ma che cazzo stai dicendo! Un tenzirten... Un terzintenzalist... ma porca putt..., un comunistone nel Milan allenato da Rocco, mica da Zaccheroni. Come dire che Paolo Di Canio è l'ideologo delle Bierre. 
- Ma per favore! -
- Ecco, i soliti superficiali. Ma tu lo sai con chi divideva casa Sabadini, eh? -
- Ma che me ne fotte... -
- No, dico: ma tu lo sai con chi divideva casa Sabadini? -
- Ma che ne so io! -
- Te lo dico io: con Lamberto Boranga e, tieniti forte, con la zia nubile di Paolo Sollier! - 
- E quindi? - 
- Ma come "e quindi"!? Questi condividevano lo stesso tetto, come nemmeno il Superclan, al soldo di Pecchioli, Ingrao, Ugo Gregoretti e 'a sora Lella. Più che un indizio, e una prova so-li-dis-si-ma! - 
Uh, e quale sarebbe la prossima rivelazione, che Pino Wilson giocava tutte le partite invece di giocarsele? -
- Spiritoso! Ascoltami, piuttosto. Questi che ti ho citato decidono di fare uno scherzo terribile: sganciare il vagone 5 dell'Espresso sotto la galleria, tanto per fare cagare Valcareggi o quanto meno i polacchi o al limite il negraccio haitiano, meglio ancora se attirando qualcuno di questi su una passerella di intercomunicazione urlando "aranciate, coca, birra, panini, acqua minerale!" -
- E quindi? -
- E quindi succede che Castellini e Juliano, verso il 28 di luglio, rubano un carrello di panini a Napoli piazza Garibaldi, per usarlo la sera decisiva. La sera del 3 agosto partono da Roma, ma quella è un'estate caldissima. Per cui, i panini alla cozza e al topo morto preparati dai napoletani - e voglio ricordarti che c'era appena stato il colera - che giacciono a temperatura ambiente nel carrello, dopo cinque giorni sono ampiamente decomposti. Fanno una puzza così oscena che il primo ad abbandonare l'impresa, chi l'avrebbe mai detto, è Re Cecconi, il che demotiva la banda. Però l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Così, sotto la galleria di San Benedetto, un tossico tedesco ha la brillante idea di accendersi una Milde Sorte all'estremità del vagone, proprio accanto al cesso, a tre centimetri dal carrello. I miasmi che da lì sprigionano sono altamente infiammabili, e dunque l'accensione del Ronson usa e getta innesca la terribile esplosione - 
- E che c'entra la Settima Internazionale? -
- Pecchioli sapeva tutto, ma si limitò a diramare un messaggio criptico alle sezioni del partito, che diceva solo "compagni, occhio alle rosette". Se non basta questo a spiegare che il Pci sapeva benissimo e ha voluto sviare... -
- Minchia, che notizia! E com'è che ti hanno dato l'ergastolo? -
- Così, per sport. Io ero il cattivo di turno ed ero già noto alle cronache nerissime -
- Senti, scriverò pure sul Corriere dello Sport, ma tu a me per il culo non mi ci prendi. Tu sei uscito sulle cronache a gennaio '75, quando hai seccato quei due poveri poliziotti a casa tua, quindi quasi sei mesi dopo l'Italikums, con o senza esse - 
- Soliti complottisimi. Sbatti il mostro in prima pagina e boiate del genere- 
- Uh, e che c'entra la storia della innocua traduttrice greca? La Ajello tanto innocua non sembrava - 
- Era innocua. Le toghe staliniste coartarono i testimoni, facendo loro dichiarare che lei aveva detto al telefono frasi del tipo "le bombe sono pronte, il treno ti porterà a Mestre" e così via. Quella invece voleva dire "per trombare siamo pronte. Ah, un treno per Mestre" cioè hai un ciclo che è una vagonata, cosa che ti potrebbe creare disagio in questa serata peccaminosa. Ma lei, pudica e signorile in un periodo in cui il maschilismo tipicamente stalinista imperava, rifiutò di dire come stavano le cose, per non mettere in imbarazzo l'amica che quella sera era afflitta dal ciclo, visto che già era la sfigata della compagnia. Un gesto di delicatezza muliebre, che solo noi combattenti fascisti siamo in grado di comprendere -
E in tutto questo cosa c'entra il colonnello condannato a quattro anni? Era per caso Marzollo? -
- No, macchè Marzollo. Marzullo, il prozio di Gigi. Mar-zul-lo! L'inventore del motto "si faccia una domanda e sia dia una risposta". Ah, quanti verbali davanti al Sid abbiamo riempito con questo meraviglioso attacco... -
- Scusa, ma poi dici che ti avevano mandato a Porto Azzurro, il carcere più figo d'Italia. Ora, a parte che l'unico uomo al mondo che dica di stare bene all'Elba è Giorgio Faletti, ma se davvero ti avessero associato al carcere più figo d'Italia, perchè hai fatto quel bordello incredibile, la seconda agitazione più lunga della storia europea dopo lo sciopero dei minatori di Arthur Scargill ai tempi della Thatcher? -
- Semplice: perchè sono da sempre un fan del povero Luigi Tenco -
- E quindi? -
- Mi era venuto in mente quel verso che faceva "Mi sono rivoltato contro di te perchè non avevo niente da fare". Ganzo, eh? -
- Ma vaffanculo! - 
- Vacci te, e modera i termini! E non mi hai ancora chiesto di Bellini, l'uomo al contempo più trucido e cazzaro della storia d'Italia, ai livelli di Angelino Izzo - 
- Ma non ci penso neanche! Quello spara cazzate pure se gli chiedi che ore sono -
- Ma cazzate concordate. O, ove non concordate, utili.. - 
- ... A chi ci crede. Vero. E quindi? -
- E quindi forza Empoli! -
- E forza Roma! Ma anche forza Lazio, sennò mi perdo il 12% dei lettori -- E tanti saluti a Tassinari, che crederebbe anche alla storia di Naomi Campbell- 
- Cioè? - 
- Che adesso io esco da qui e mi vado a trombare Naomi Campbell - 
- Beh, non voglio eccepire sul fascino, ma ti vedo un po', come dire, ristretto per affrontare un impegno siffatto - 
- Appunto - 
- E dunque? - 
- E dunque niente. Era tanto per trovare una conclusione. Alceste Campanile... Povero ragazzo... Lo lasciassero riposare in pace quei quattro cialtroni di Ellecì, che poi altro non erano che delinquenti comuni, che l'hanno soppresso... -


Ps (umt) - Inconfutabile, invece, un enunciato di Tuti: che quest'anniversario non lo celebra nessuno...

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