Puschiavo scende in campo contro Fini
Fiamma futuro è la minoranza di quello che resta della Fiamma tricolore, la scissione continuista del Msi che a furia di perdere i pezzi nel corso di un decennio (i giovani del Foglio di Lotta che hanno dato vita a Forza nuova e i vecchi extraparlamentari che con Tilgher hanno fondato il Fronte nazionale, Rauti e i suoi fedelissimi che hanno costituito un ectoplasmatico Mis, Iannone e le tartarughine di Casa Pound, Boccacci e la base autonoma romana) si è ridotto a una percentuale omeopatica.
Il suo leader, Piero Puschiavo, è un piccolo imprenditore del Nordest. In gioventù è stato animatore del circuito skin, dando vita al Veneto fronte che ha traghettato, tra alterne vicende giudiziarie, oltre le secche della legge Mancino. Arrivato alla soglia dei 40 anni, aveva deciso di scendere sul terreno politico con la Fiamma tricolore, ma non ha mai avuto particolari fortune elettorali. Anche sul terreno della battaglia interna, è stato penalizzato dall'abilità cavillosa di Romagnoli che ha di fatto escluso la sua componente dall'agone congressuale, assicurandosi così un'inerziale riconferma. Ora, applicando l'antica regola che vuole che uno si qualifichi per i nemici che si sceglie e non per gli amici che si trova, Puschiavo ha deciso di scendere in campo contro Gianfranco Fini. E nel rivendicare un diretto interesse per il patrimonio immobiliare e non solo ideale di quelli che sono stati gli eredi di un Msi in cui non ha mai militato, invita i suoi seguaci, che sono presenti in tutta Italia, a stampare i moduli del Giornale e raccogliere le firme per le dimissioni del presidente della Camera. Ma il reprobo sembra determinato a resistere.
Il suo leader, Piero Puschiavo, è un piccolo imprenditore del Nordest. In gioventù è stato animatore del circuito skin, dando vita al Veneto fronte che ha traghettato, tra alterne vicende giudiziarie, oltre le secche della legge Mancino. Arrivato alla soglia dei 40 anni, aveva deciso di scendere sul terreno politico con la Fiamma tricolore, ma non ha mai avuto particolari fortune elettorali. Anche sul terreno della battaglia interna, è stato penalizzato dall'abilità cavillosa di Romagnoli che ha di fatto escluso la sua componente dall'agone congressuale, assicurandosi così un'inerziale riconferma. Ora, applicando l'antica regola che vuole che uno si qualifichi per i nemici che si sceglie e non per gli amici che si trova, Puschiavo ha deciso di scendere in campo contro Gianfranco Fini. E nel rivendicare un diretto interesse per il patrimonio immobiliare e non solo ideale di quelli che sono stati gli eredi di un Msi in cui non ha mai militato, invita i suoi seguaci, che sono presenti in tutta Italia, a stampare i moduli del Giornale e raccogliere le firme per le dimissioni del presidente della Camera. Ma il reprobo sembra determinato a resistere.
Francamente del PdL berlusconiano (liberal-social-democratico), che niente ha a che vedere con la Destra (non quella di Storace) ed i suoi Valori come di Fini , il degaullista italiano, non mi interessa niente. Facciano loro......si scannino, metaforicamente parlando - anzi scrivendo -, pure. Mi disopiace solamente che Berlusconi abbia mandato avanti i suoi, in questo caso è proprio il caso di dirlo,lacché....
RispondiEliminaMarco Affatigato
Naturalmente non è mia intenzione "insultare" nessuno ...ma se l'azione posta in essere tramite le pagine del Giornale, tesa a raccogliere firme per le dimissioni di Gianfranco Fini, è attivata dall'entourage (se non proprio da lui) berlusconiano non vedo quali interessi abbiano gli uomini/donne di Destra a sottoscriverla....magari ci fosse una petizione tesa a richiedere le dimissioni in blocco di tutti i parlamentari , questa la capirei ....
RispondiEliminaio non firmerò quindi poiché proprio la cosa non mi tange....
Marco Affatigato
E nel rivendicare un diretto interesse per il patrimonio immobiliare e non solo ideale di quelli che sono stati gli eredi di un Msi in cui non ha mai militato, invita i suoi seguaci, che sono presenti in tutta Italia, a stampare i moduli del Giornale e raccogliere le firme per le dimissioni del presidente della Camera. Ma il reprobo sembra determinato a resistere.
RispondiEliminale sconcertanti e insensate dichiarazioni di Puschiavo altro non sono che l'ennesima prova dell'assenza di politica e di progettualità politica dell'area della destra radicale, ridotta elettoralmente a percentuali da prefisso telefonica, scomparsa dal dibattito politico italiano, insensibile ai problemi del popolo italiano, quali il lavoro, la difesa dello stato sociale, la tutela della classi disagiati..
Tranne rare eccezioni, dal 1996 in poi è stato il solito rincorrere Berlusconi e il centro destra nella speranza di ottenere qualche posticino. La storia che è maestra di vita, ha dimostrato i fallimenti di questi pseudo leader della destra radicale oramai lasciati al loro oblio...
giuseppe parente