Gisella Rossi bis
II presidente Cossiga ha una strana concezione dello Stato e di se stesso, una concezione deviata. Forse non si è reso conto della enormità delle sue dichiarazioni londinesi, dell'ombra cupa che gettano su di lui e sul Quirinale. O forse ha voluto lanciare una sfida, confidando nell'impunità. Nell'un caso e nell'altro noi pensiamo che debba lasciare senza indugio la sua carica, o essere indotto a lasciarla, non potendosi più oltre riconoscere in lui il rappresentante della comunità dei cittadini. Luigi Pintor (2.XI.1990)
Francesco Cirillo
le Br come Morucci farebbero bene a non parlare proprio, in quanto a Gallinari potrebbe invece dire tante cose mai chiarite sul sequestro Moro. Che ci sia convergenza di queste due persone con Cossiga lo capisco. Cossiga così come tutta la DC ed il PCI non avevano paura delle BR che sapevano evidentemente come controllare, e con le quali hanno sempre trattato ( vedi sequestro Cirillo, D'Urso, vedi il loro trattamento nelle carceri speciali ) ma del Movimento dell'Autonomia che in quel periodo era molto più forte e più radicato delle BR che invece non godevano di nessuna popolarità. L'obiettivo di questi individui è stato solo quello di distruggere i movimenti che non hanno mai potuto controllare. Si continua a fare brigatologia cercando di confondere le menti ai più giovani. Cossiga resta l'uomo della Gladio, della P2 e degli assassini diretti tramite i servizi segreti, dei carri armati spediti a Bologna, dell'assassinio premeditato di Giorgiana Masi e francesco Lorusso. Per me resta quello con la K e la SS ! e non nutro nessuna pietà per la sua morte che gli è andata anche troppo bene risparmiandogli anche qualche sofferenza che avrebbe ben meritato.
Vittorio Zambardino
E i tg a disegnare un Cossiga eroe anticomunista e anti prima repubblica. Lavaggio delle memorie: le "peggio cose" (Bologna, Masi e soprattutto Caso Moro) del Nostro furono fatte con l'appoggio del pci, che poi lo elesse al Quirinale
Antonio Cipriani
Con Cossiga se ne va un pezzo della storia recente di questo Paese. Ciò che conosciamo e che abbiamo vissuto, ma anche quello che non sappiamo, che è comunque accaduto, e rischia di restare un buco nero della memoria. Perché con lo statista di lunga carriera se ne va anche l'uomo dei misteri, uno degli ultimi, il protagonista innegabile del Doppio Stato, una creatura democratica incompiuta perché nata a sovranità limitata.
Antonio Tisci (segretario provinciale pdl Potenza)
invece di scrivere lettere romantiche ne bastavano tre intitolate: ustica, bologna, gradoli
Nando Di Benedetto
la giornata è sul finire e, purtroppo, Chiambretti è ancora vivo... Nel frattempo, si registra l'epica dichiarazione di Capezzone: "Il Paese perde una voce libera e mai omologata". Te piacesse, eh? Tranquillo: è il motivo per il quale quando creperai tu avrai al più un riquadrino su "Lando".
Paolo Signorelli
Esternatore, picconatore, Zorro o soltanto Boia? Io non lo perdono e non piango cristianamente la sua morte. La mia religiosità, la mia morale , la mia estetica sono altre. E che ci si batti il petto crocifiggendo migliaia di persone in nome di una “laica” Ragion di Stato è a dir poco grottesco. Non gli perdono nulla e non ho nessuna pietà per Kossiga. Costui ha nel tempo ricoperto le più alte cariche istituzionali “non potendo non sapere” quanto andava avvenendo della Colonia Italia. Non gli perdono, in particolare, il comportamento tenuto nel tragico tap-in Ustica-Bologna quando è avvenuto che si commercializzasse il sangue delle vittime criminalizzando gli antagonisti. Ed invece erano loro – i rappresentanti delle istituzioni - lì a tramare, ad architettare, a depistare.
Paride Leporace
Rendo omaggio a Francesco Cossiga. Lo scrive chi da giovane tracciò per lungo tempo il suo cognome con la k e le due esse runiche. Una k che per quanto mi riguarda cadde quando riconobbe al nostro Movimento il ruolo di controparte auspicando una soluzione politica per un periodo molto travagliato.
Giacomo Pacini
Cossiga fu l'unico presidente della Repubblica eletto al primo scrutinio, visto l'incondizionato sostegno che ebbe dal Pci. Lo stesso Pci che, solo un anno prima, aveva votato contro la proposta dei radicali di far dimettere Andreotti per la vicenda Sindona. Ho sempre votato a sinistra, ma la storia non può sempre essere letta in modo manicheo
Davide Gonzaga
Pensieri Su Francesco Cossiga. Certo era K e tutti sappiamo "tutto". In questi anni è stato però l'unico che ha detto qualcosa di serio al di là delle trite frasi di circostanza delle cariatidi al governo e al sottogoverno (vedi opposizione) di quegli anni. Il Cossiga picconatore, invece, mi manca. Punto. Si possono dire queste cose ad un avversario politico? certo che si può! certo!
"C'è la menzogna consapevole, diretta a nascondere, a deformare qualcosa; c'è la menzogna genuina di chi ti fornisce la propria versione dei fatti senza considerare che si tratta di uno sguardo parziale, condizionato da educazione, mentalità, pregiudizi. Alla fine, sulla vita di qualcuno non c'è mai consenso. Nessuna unanimità". [Albert Manguel].
Teodoro Buontempo
Francesco Cossiga avrebbe potuto dare ancora molto alla politica italiana e la sua scomparsa rappresenta una perdita per tutti noi: pur nella diversità delle opinioni politiche, non si può non ammettere il Paese aveva ancora bisogno di lui. Cossiga, a suon di picconate, cercò di dar vita a una Seconda Repubblica, che segnasse una netta discontinuità rispetto al sistema decadente della fine della Prima Repubblica, e di questo gli va dato atto. Ci mancheranno molto la sua
intelligenza, la sua forza e la sua ironia.
Adriana Castelli
E' morto Cossiga, ma il pensiero va a Giorgiana Masi a Francesco Lo russo e ai tanti compagni uccisi dalla forze di repressione di un paese che non è mai riuscito a divenire una vera democrazia. Cossiga era il ministro degli interni. Giorgiana Masi aveva 19 anni quando venne ammazzata dalla polizia a Roma, il 12 maggio 1977. Cossiga in Parlamento negò l'evidenza dei fatti e dei filmati affermando che la polizia non sparò in quella occasione. L'unica colpa di Giorgiana era quella di aver partecipato ad un corteo per celebrare una delle più grandi vittorie della laicità del nostro Paese, era il terzo anniversario della vittoria del NO al referendum sul divorzio. L'allora ministro degli interni, che o incontreremo di nuovo a proposito della P2, dell'affair Moro, di Gladio, aveva vietato ogni corteo nel Lazio. Il corteo non era autorizzato... la polizia poteva sparare. Nonostante ci fossero filmati e soprattutto una foto, dove si vedevano poliziotti in borghese, o forse sarebbe meglio dire camuffati da manifestanti, le indagini non approrano a nulla, vane furono pure le proposte di istituire delle commissioni di inchiesta. Secondo l'ex presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga pronunciate sull'accaduto confermerebbero come "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico... " In quegli anni Cossiga si scriveva in altro modo, con la K e la doppia SS dei nazisti. Che Giorgiana Francesco e gli altri compagni riposino in pace. G.D'A.
Ugo Artiaco
Cossiga, l'ultima intervista a un sito cattolico: "L'unico giovane è Andreotti. Io? Ho 82 anni, devo essere felice di tornare lassù. Dove vorrei incontrare Moro"...
"Cossiga ha lasciato lettere alle quattro più alte cariche dello Stato. In ognuna si sparla delle altre tre" (Spinoza)
Cossiga ha saputo svolgere egregiamente il suo ruolo:
RispondiEliminaPrima, come difensore inflessibile della 'prima repubblica', ha commesso sacrifici umani dedicati alle sue divinità d'oltremanica, d'oltreoceano e del levante (Moro); ha attaccato Andreotti (che traditore!) per aver svelato l'esistenza di Gladio; istigato le forze dell’ordine a compiere azioni di provocazione e di repressione armata contro cittadini che esercitavano diritti sanciti dalla costituzione e dalle leggi, ecc.
Dopo, non appena col marasma del 1989-1991 i suoi mandanti sono diventati ancor più padroni della situazione, non ha esitato a picconare quella ‘prima repubblica’ per la difesa della quale era pronto a lanciare bombe a mano nelle sezioni del PCI. Distruggendo la mangiatoia politica dov'era cresciuto e pasciuto, ha spianato la strada proprio a quel contorsionista verbale molisano che egli stesso ha definito analfabeta, oppure a quel governatore di Bankitalia a cui, ha detto sempre Cossiga, non avrebbe affidato le chiavi di casa. Ma la posta valeva il prezzo: traghettare l'odiata 'prima repubblica' dei Degasperi-Togliatti-Nenni (di cui sir Francis si fregiava di essere amico) alla soave e moderna età della ‘seconda repubblica’ dei Berluska-Dini-Prodi-Dalema-Amato-Berluska-Prodi-Berluska (di cui sempre sir Francis si fregiava di essere amico), con sovrappiù la soddisfazione di eliminare il cinghialone di Sigonella, oramai inviso ai mandanti di sir Francis.
Omertoso su terrorismo, Moro, Ustica, Bologna, bombe sui treni e altrove, ‘suicidati’ di stato, l’amico Gelli, ha diffuso a piene mani depistaggi e disinformazione come un vero professionista laureato a Langley. E tutto per avere oggi un simile risultato. Perciò, non sorprende che ci sia così tanta gente che lo beatifica.
Ognuno pianga i morti che si merita.
Magistrale questo commento, che sottoscrivo in pieno!Dei morti di solito si parla sempre bene, si trascurano le ombre, si esalta qualche sprazzo di luce. Mi sembra che Insabato lo abbia già scritto, a proposito della strage della stazione di Bologna, chiese scusa pubblicamente, per aver dichiarato solennemente in Parlamento che la bomba era fascista, attribuendo l'errore a una falsa rivelazione avuta dagli organi di polizia (o servizi segreti non ricordo bene) perché non ha fatto nomi e cognomi, perchè qualche zelante toga rossa (esempio Salvini, Casson) non ha aperto una rigorosa indagine sui depistatori? Poteva essere un cuneo, per aprire un varco nella diga di omertà che permane!
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