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Occorsio, i giovani e il dovere della memoria




Un post di dieci anni fa che conserva una sua indiscutibile attualità

Paride Leporace è l'autore di "Toghe rosse sangue". Pur non essendo un giornalista embedded con le Procure né con il partito dei giudici (anzi, anzi), è stato l'unico a cui è venuta l'idea di dedicare un libro a TUTTI i magistrati uccisi (da mafia, ndrangheta, brigate rosse e nere, e quanti altri). 
Ha sviluppato nel corso della ricerca, e dopo la pubblicazione, una fitta di rete di relazioni umane con i familiari delle vittime. Così Vittorio Occorsio, nipote del giudice ucciso 34 anni fa da Pierluigi Concutelli, gli ha scritto questo messaggio che Paride ha deciso di divulgare. Un messaggio dolce e maturo, sul dovere di praticare il culto dei morti e l'esercizio della memoria. Senza pretesa di riscrivere la storia (come ha fatto in occasione analoga il figlio di Mario Amato) ma pur assumendosi la responsabilità di esprimere un giudizio di ferma condanna dello Stato di cose presenti. 




"Era il 10 luglio di trentaquattro anni fa. Era un Sabato, come oggi. Il sostituto procuratore Vittorio Occorsio, all'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie, veniva ucciso all'angolo di Via Mogadiscio in Roma, dal commando neofascista di Ordine Nuovo. Esecutore, Pierluigi Concutelli. I mandanti, assolti nei processi che seguirono. Indagava sul Piano Solo, sul Sifar, su Piazza Fontana, sull'eversione nera e i suoi collegamenti con la malavita organizzata, i sequestri di persona, la loggia Propaganda 2, e frange di servizi segreti deviati.  In molti mi raccontano di mio nonno, e li ringrazio; ma, salvo per la Giornata della Memoria del 9 maggio, e per l'attività generosa di qualche associazione privata, la stragrande maggioranza delle persone non ricorda. Non sa. La memoria è un argomento difficile. E forse a qualcuno conviene non affrontarlo. Viene lasciato a me, alla mia generazione, un Paese che non ricorda i propri morti. Un Paese effimero. Che vanifica gli ideali di persone che diedero la vita per lo Stato. E che oggi parte dello Stato -forse la parte più importante, cioè la sua cittadinanza- ha dimenticato". Vittorio Occorsio

 Occorsio sr. è, tra le altre cose, il giudice che arresta Valpreda. E nel video di Minoli che allego a questo post il suo collega e amico Fernando Imposimato ricorda come fosse stato tratto in inganno da apparati deviati dello Stato. Ma lo spezzone è pregevole non solo per questo, e perché dà essenzialmente la parola a tutti i protagonisti, ma anche perché con un flash si sforza di restituirci un'immagine a tutto tondo (e non un santino) di un uomo. Con le sue passioni: i viaggi. E le sue paure: l'aereo, per cui con la famiglia arriva in vacanza in Scozia in auto. E alla guida della macchina, andrà incontro alla morte prematura, quella mattina di 34 anni fa. 


LA CRONACA



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