Omissioni significative
Un maestro di liberalismo. Così nei giorni scorsi i "coccodrilli" dei quotidiani hanno commemorato Egidio Sterpa, deputato per una ventina d'anni, dal Pli a Forza Italia. Nessuno ha ricordato, a partire dal buco di "Wikipedia", che era stato il primo ministro della Repubblica (sesto e settimo governo Andreotti) proveniente dai ranghi del neofascismo più intransigente. Quello che agli inizi degli anni Cinquanta vede alla sbarra Julius Evola (del tutto estraneo ai fatti) insieme agli scapestrati esponenti della corrente giovanile missina che praticava attentati dimostrativi sotto la sigla della "Legione nera". Sterpa era stato tra gli arrestati in un blitz che decapitò il gruppo di Imperium, mandando in galera da Erra a Rauti, da Gianfranceschi a Graziani allo stesso Sterpa.
Oggi invece il Foglio gioca di sponda sulla riscoperta, da parte del "Secolo d'Italia" di Luciano Lucci Chiarissi, riportato in libreria da "Settimo sigillo" col suo "Esame di coscienza di un fascista". Il pezzo, splendido, è di Alessandro Giulì, autore del saggio "Il passo delle oche", il pamphlet di antropologia politica che massacra il gruppo dirigente di An. Giulì è di robusta formazione tradizionalista e ha avuto il tempo da ragazzino di militare nella più colta e sofisticata formazione della destra radicale romana, "Meridiano zero" diretta da Rainaldo Graziani e Francesco Mancinelli. Ebbene Giuli richiama, con grande sensibilità, la riflessione di Lucci Chiarissi su piazzale Loreto "tragedia nazionale". Avrebbe dato però maggior valore al tutto se avesse ricordato anche che il "fascista rosso", il "fondatore dell'Orologio" era stato il capo del commando che nel primo anniversario di piazzale Loreto aveva occupato gli studi della radio nazionale per trasmettere "Giovinezza" in onore del Duce.
Anche in tempi di "revisionismo spinto", di destra egemone e di "banalizzazione del male", quindi, certe piccole storie minori che puzzano di zolfo restano nel dimenticatoio
Oggi invece il Foglio gioca di sponda sulla riscoperta, da parte del "Secolo d'Italia" di Luciano Lucci Chiarissi, riportato in libreria da "Settimo sigillo" col suo "Esame di coscienza di un fascista". Il pezzo, splendido, è di Alessandro Giulì, autore del saggio "Il passo delle oche", il pamphlet di antropologia politica che massacra il gruppo dirigente di An. Giulì è di robusta formazione tradizionalista e ha avuto il tempo da ragazzino di militare nella più colta e sofisticata formazione della destra radicale romana, "Meridiano zero" diretta da Rainaldo Graziani e Francesco Mancinelli. Ebbene Giuli richiama, con grande sensibilità, la riflessione di Lucci Chiarissi su piazzale Loreto "tragedia nazionale". Avrebbe dato però maggior valore al tutto se avesse ricordato anche che il "fascista rosso", il "fondatore dell'Orologio" era stato il capo del commando che nel primo anniversario di piazzale Loreto aveva occupato gli studi della radio nazionale per trasmettere "Giovinezza" in onore del Duce.
Anche in tempi di "revisionismo spinto", di destra egemone e di "banalizzazione del male", quindi, certe piccole storie minori che puzzano di zolfo restano nel dimenticatoio
Mi spieghi meglio perchè, secondo quanto scrivi, il ricordare che Lucci Chiarissi è stato il capo del commando che aveva occupato gli studi della radio nazionale darebbe più valore alla riflessione di Giulì?
RispondiEliminaP.S. In rete si trova l'articolo di Giulì?
Caro Tassinari,
RispondiEliminaa proposito di storie che non possono essere raccontate: nessuno (neppure lei - che pure è probabilmente lo scrittore più competente sul fenomeno passato e presente della destra estrema) parla mai di un "fatto" che avvenne più o meno a ridosso della strage di Piazza della Loggia (a inizio maggio scoppiò una bomba davanti alla casa di un senatore) e che a piazza della Loggia potrebbe essere collegato: la vicenda delle bombe di Savona. Al di là dei nomi(che non usciranno mai) non si riesce neanche a sapare da dove venivano queste bombe: da ON milanese (ma Zani l'ha sempre negato)? Dai neofascisti della mia città, Brescia (ma a novembre, quando a Savona scoppiarono la gran parte delle bombe, non erano già in galera)? Da qualche cane sciolto di ON toscana? Dalla Spagna, dove in quel periodo c'erano Francia e (credo) Rognoni? Ai NAR o, comunque, ai romani, magari per reagire all'imborghesimento del MSI e degli ambienti di Sterpa e dintorni? O le bombe di Savona sono state un frutto avvelenato della riunione di Cattolica? O, invece, tutto va fatto risalire a qualche esaltato savonese? Ma, in questo caso, è possibile che a Savona scoppi una mezza dozzina di bombe in meno di 20 giorni con due morti, chissà quanti feriti, un attentato a un treno fallito per puro caso per opera di quattro neofascisti che a Savona erano conosciuti da tutti? E' credibile? E perché in trent'anni e passa sono andati a finire sotto processo (o, almeno, si è saputo qualcosa su) praticamente tutti gli attentati collegati al neofascismo (compresi quelli che non hanno fatto vittime) meno quello di Savona? Che cosa c'è che non si può dire? Cordialmente, Piero Ariosto
Il nome di Egidio Sterpa reduce della RSI ed impegnato giornalisticamente nelle pubblicazioni di destra dei primi anni di vita del MSI è ampiamente citato e ricordato nel bel libro "Gli orfani di Salò" di Antonio Carioti: il libro descrive molto bene la vita della giovane destra nei primi anni del dopoguerra. Emblematico anche il sottotitolo: IL "SESSANTOTTO NERO" DEI GIOVANI NEOFASCISTI NEL DOPOGUERRA 1945 - 1951.
RispondiEliminaPurtroppo uno degli aspetti parzialmente negativi dell'era del Web 2.0 è dato dal fatto che molti scrivono, ma molto spesso hanno letto molto poco.Quindi il nome di Egidio Sterpa lì per lì a molti non ha detto granchè. Non per piaggeria permettimi, concludendo, Ugo Maria un plauso al tuo librone, ormai anche per me cult, Fascisteria.
Giuli e' una di quelle persone che reputo veramente pericoloso, perche' purtroppo intelligente. Era al liceo con me, media del nove, grande passione per la filosofia, uno con cui addirittura la "dirigenza rossa" della scuola non negava di parlare, qualcuno in disparte lo considerava quasi amico e silenziosamente lo stimava. Ma fuori di li' dismessosi del ruolo di intellettuale, c'e' chi ha avuto la sfortuna di incontrarlo con altri camerata e ne ricorda le botte.
RispondiEliminaPer antonio.
RispondiEliminaNon c'è niente da fare: sotto sotto, gratta gratta, se sei vagamente "fascista", non puoi essere che un picchiatore.
Se in Italia non si fossero consumate tragedie a causa di questo modo di pensare, voi "compagni" ci fareste sbellicare dalle risate!
Scusate il ritardo ma ho una cat6astrofe tecnologica in corso, con il portatile in coma profondo e grossissime difficolta di cllegamento.
RispondiEliminaA Stefano: se clicchi sulla parola Il foglio è attivo il linlk con l'articolo di Giulì. Leggendo ti renderai conto che lui esalta l'atteggiamento di chi non ricerca vendetta per p.le Loreto. E' evidente che questa scelta acquista maggior peso se a compierla è stato uno degli ultimi fascisti di Salò a deporre le armi.
Ad Ariosto: Sì, Savona è una storia inquietante. Anche perché si colloca su un punto di non ritorno. Oltre gli ultimi spasmi della strategia della tensione, quando si consumano le ultime manovre del partito atloantico del golpe e prima del colpo di testa di Tuti che simbolicamente segna il primo episodio di "lottarmatismo" di destra.
E' chiaro che la realtà è sempre più complessa degli schemini di noi imbrattacarte ma qui veramente siamo nella vaghezza più assoluta, essendo evidentemente le varie ipotesi l'una alternativa all'altra e nessuna con un minimo di suffragio oggettivo.
scusate il ritardo ma ho avuto problemi di collegamento
RispondiEliminax antonio: se clicchi nel post sulla parola "il foglio" ti collega all'articolo di giulì, che esalta appunto la mancanza di spirito di vendetta come segno distintivo nobile. Da più valore a questa evoluzione proprio il fartto che Lucci Chiarissi sia stato rtra gli ultimi reduci di Salò a dep'orre le armi.
x ariosto: Savona è un mistero e se ne parla pocco perché succede proprio quando si sono consumati gli ultimi conati del partito atlantico del golpe e ancora non è apparso sulla scena il Giovanni Battista della lotta armata in "nero", Mario Tuti. Quindi, già se ne sa poco poi l'evento è poco classificabile: ultimi fuochi di strategia della tensione o primi fuochi della seconda fase?
la macumba continua: ho scritto il secondo commento perché il primo era scomparso :-))))
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