Se il rosso bruneggia
Viva Mafarka, il forum dell'area di Casa Pound è una miniera di materiali preziosi. Ieri ci ho trovato questo lunghissimo video, un reportage di Current sui nuovi estremismi in Europa. Il segmento italiano (da 23' 20" a 36' 50") è interamente dedicato a Patria socialista, un movimento rigorosamente antifascista, nato nell'ambito dello stile skinhead,
che rappresenta a mio giudizio un fenomeno estremamente interessante. Perché è un fenomeno imitativo ma per quel che ne so, per quanto mi sforzi di ricordare, è la prima volta in cui è evidente che la fascisteria funge da modello. I tre giovani animatori del gruppo sono lucidi e capaci di argomentare le scelte fatte, a cominciare dal nome: il patriottismo nasce a sinistra con la rivoluzione francese (è vero: l'aristocrazia era cosmopolita anche per i numerosi intrecci dinastici), oggi la sinistra solo in Spagna, Germania e Italia ne ha preso le distanze come reazione alla storia nazionale delle dittature fasciste, bisogna ricostruire questo legame. Al discorso "teorico" si accompagna una pratica fortemente stradaiola, rivendicata con una punta di disprezzo per i compagni in giacca e capelli lunghi (evidentemente ingombranti nello scontro fisico): e quindi il corteo diventa una sfilata silenziosa, scandita solo dal rullo del tamburo (avete presente invece la bagaria dei centri sociali che marciano al ritmo del sound system?), aperta da tre bandiere (nera dell'anarchia e delle lotte proletaria, tricolore e rossa con falce e martello) e i militanti in anfibi e mimetica rigorosamente incolonnati. A me viene subito a mente la sfilata solenne per il trentennale di Acca Larentia. Così è per l'iconografia e la grafica con un uso spinto del rosso, del bianco e del nero
L'antifascismo non può che essere militante e i compagni di Patria socialista scelgono di addestrarsi e tanto per dimostrare che fanno sul serio si lasciano riprendere durante gli allenamenti di un'arte marziale che è in realtà una tecnica di difesa personale elaborata da un generale sovietico, lavorando sui colpi ai punti vitali. Il mito fondativo, a questo punto ovviamente, sono gli Arditi del Popolo, cioè il movimento dei reduci della trincea che si organizza sul piano militare per resistere agli attacchi squadristi. Il gioco del calco è spinto all'estremo quando si arriva a scrivere una "Lettera aperta ai militanti di Casa Pound" che imita l'impianto discorsivo un precedente messaggio di Iannone per il divieto della manifestazione del Blocco studentesco e sollecita i "fascisti del terzo millennio" sfidandoli sul terreno del loro immaginario (l'onore, la subalternità al potere, la perdità dello slancio vitalistico). E così va a farsi friggere il tabù che con i fasci non si parla (sia pure sotto forma di esercizio retorico) ma a sinistra nessuno grida allo scandalo. Anche perché i compagni di Patria socialista sono robusti e determinati (e viene da pensare che picchino come fabbri) e non lasciano margini di equivoco sull'appartenenza.
Eppure è strano che nessuno, dei tanti che ciclicamente rilanciano l'allarme rossobruno (Evangelisti è l'ultimo di una lunga serie) abbia notato come i fuoriusciti fascisti che decidono di approdare all'estrema sinistra, nel quadro di un percorso di decantazione e distacco dall'ambiente di provenienza, lo fanno seguendo la traiettoria nazionalitaria.
Già un anno fa Francesco Mancinelli affrontava, col suo solito piglio brillante e provocatorio, la questione, in occasione di una delle prime uscite pubbliche di Patria socialista, la presentazione del libro sulla legione romana degli Arditi del popolo. L'editorialista del Fondo sottolineava l'originalità del fenomeno di mimetismo sinistra-destra (mentre si è perso il conto dei casi contrari: del resto anche i fascisti del terzo millenio attingono al patrimonio immaginifico della sinistra extraparlamentare d'antan. Si veda, ad esempio, il fortunato slogan di Casa Pound "Riprendiamoci tutto" che è la crasi di due slogan post' -68: "vogliamo tutto" e "riprendiamoci la città", quest'ultimo headline della stagione più violenta ed aggressiva di Lotta Continua:
Manifestazioni di memoria collettiva e riti simili al “presente!!!” dei giovani dirimpettai delle formazioni della destra radicale romana, nelle date degli anniversari di militanti caduti negli anni 70; look fortemente militarizzati ed aggressivi , cultura di strada , palestre ed arti marziali, stile di vita improntati alla militanza ed alla vita comunitaria, ricerca e recupero dell’egemonia nelle curve degli stadi, un ritorno al controllo patologico del territorio, insomma una immedesimazione ed un inseguimento quasi spasmodici dei fondamentali antropologici dell’estrema destra, che stanno rendendo oggi i sinistri radicali, del tutto simili ai “concorrenti” del neo-fascismo radicale metropolitano. I compagni si stanno “fascistizzando” ? E guarda caso proprio ora che i giovani radical-fascisti stavano meta-politicamente riscoprendo, la loro originaria “Sinistra Tentazione” ? Cosa sta succedendo?
Questi temi mi interessano molto. All'università ho fatto una tesi di laurea su Ernesto Massi e il socialismo nazionale. I c.d. fascisti di sinistra e i transfughi che chiamati da Togliatti passarono da destra a sinistra ...
RispondiEliminaEmiliano Pepe
Qui, però, Emiliano, il fenomeno è molto più postmoderno, giocato cioè sul terreno della rappresentazione, dell'immagine e dell'immaginario. Comunque interessantissimo.
RispondiEliminaInteressante. Ugo. Davvero.
RispondiEliminaPer una cosa: pensa a un reportage analogo, su un qualsiasi movimento della fascisteria, in cui si ritraggono i militanti che si addestrano paramilitarmente, simulando anche aggressioni con il pugnale. Quanto durerebbe suddetto movimento alla luce delle immagini presentate?
Chiudendo la "polemica", Ugo, mi piacerebbe conoscere il tuo parere su Kémi Seba (lo spezzone successivo a quello di Patria Socialista), che personalmente mi piace molto.
Io ho ascoltato solo i primi cinque minuti ma mi pare assolutamente non classificabile come movimento di destra. Posso dire una cappellata ma in estrema sintesi, se in America il nazionalismo nero si potesse classificare lungo l'asse giacobino destra-sinistra, beh è chiaro che la Nazione dell'Islam è la destra e l'ultimo Malcom X (Malik al Shabazz) e le Pantere nere la sinistra, e questo leader panafricanista mi sembra molto più legato a Malcolm che a Farrakanh.
RispondiEliminaQuanto all'altra osservazione, per una volta viva la faccia. Mentre ogni volta che volano due schiaffi è un pianto greco e un'esportazione della colpa generalizzata, questi hanno il coraggio di far vedere che fanno quello che dicono. Chapeau.
Interessante il percorso intrapreso da Patria Socialista, ma per non rimanere un gruppuscolo militante di base occorra che si dotino di un impianto teorico più forte.
RispondiEliminaMaurizio Neri
Sì, il calco è evidente ma rozzo. Si richiamano palesemente a Casapound negli ammiccamenti pesanti alla storia patria, c'è tuttavia una differenza di fondo degna di nota (oltre, ovviamente, alla "pregiudiziale ideologica"): il loro retroterra è skin e tale resta, Casapound è andata nettamente oltre nella rielaborazione non solo estetica, come vorrebbero certi minimizzatori di professione, della propria storia, che è la storia del cosiddetto "neofascismo" presa e messa sotto la lente d'ingrandimento. Una analisi in continua evoluzione. Patria Socialista sarebbe un movimento interessante se: a) mollasse l'auto-referenzialità e i miti preconfezionati, decidendosi una buona volta a fare autocritica, cosa che il modello da loro palesemente scopiazzato, ovvero Casapound, fa già da tempo; b) mollasse l'apparato da carrozzone paramilitare e l'annessa estremizzazione del concetto (in sé pur buono) della "difesa del territorio".
RispondiEliminaQuesti ci provano, ma in definitiva si parlano addosso. L'unico buon colpo che ad oggi han fatto è una fetta di Castelvecchi, grazie ad alcuni amichetti 'intellettuali' ben inseriti. Non attirano nessuno se non le stesse mosche che girano da sempre attorno al loro mondo, che è il mondo della Rash di San Lorenzo, che già è una realtà a sé stante; Patria Socialista ci ha messo del suo, basta fare un giro su indymedia per constatare quanta simpatia coaguli attorno a sé in ambito San Lorenzo... quartiere che ha le sue tradizioni ed anche, perchè no, il suo onore conquistato sul campo in tempi passati. E che di conseguenza, e forse suo malgrado, ha anche i propri equilibri, spesso così poco cristallini.
Aggiungo che lo spartiacque supremo, tanto per cambiare, è sempre lo stesso: l'antifascismo.
RispondiEliminaLaddove Casapound ha mollato l'anticomunismo prima ancora di nascere.
Succede quello che appunto sottolineò Francesco un anno fa ossia che la crisi totale della sinistra più radicale, in termini ideologici, rappresentativi, aggregativi, sta spingendo questi ad imitare forme, stili, idiomi tipici della destra radicale, della "fascisteria", che in questo momento storico, sebbene non suffragata da voti elettorali, riscuote comunque molto consenso, soprattutto fra i giovani e nelle periferie ossia nei luoghi preferiti di aggregazione della sinistra.
RispondiEliminaIl fenomeno è interessante da un punto di vista antropologico, tuttavia inquietante perchè getta qualche ombra sul futuro della politica in alcune realtà urbane come, ad esempio, Roma, dove lo scontro fisico o l'atto intimidatorio a suon di molotov o bombe carta sta tornando ad essere molto frequente.
Convengo con la chiosa dell'anonimo, la pregiudiziale antifascista rende il progetto ideologicamente già morto in partenza, ma foriero di cattivi presagi.
Aggiungo inoltre che la disputa, tutta interna alla sinistra radicale, per la palma del più antifascista non farà altro che gettare benzina sul fuoco. Patria Socialista, Rash, Militant e reti antifasciste metropolitane varie cercano ribalta solo e soltanto contro il fascista.
Lasciare "Anonimo" in effetti è brutto, mi chiamo Francesco, i due interventi antcedenti a quelli di Gianguido sono miei. E' un mio errore, non mi ero firmato per distrazione. Mi scuso, saluti.
RispondiEliminaInteressanti pensieri Ugo, come sempre, ma mi permetto un paio di considerazioni.
RispondiElimina- Fenomeni del genere sia a livello estetico che politico sono presenti "a nord" almeno dall'89. Divertente vedere come dopo un po' si sfaldano automaticamente tra salti della barricata, svolte mistiche ed eroina.
Come cantava Cliff Richard "The harder they come..."
- Leggevo su Indy che dopo i video degli esercizi ginnici, gli organizzatori dei corsi hanno preso le distanze da quanto detto dagli speaker di PS.
- Il look militare non è nulla di nuovo anche negli ambienti di sinistra. La mimetica e riferimenti guerrofondai sono intrinsechi ad una serie di gruppi hardcore/OI! che negli anni '90 hanno identificato il "camo", il nero, ecc, come qualcosa che separa dai "traditionals", spesso visti come ambigui. Il fatto che adesso nell'ambiente skin di destra si stia tornando ad un look original battezza i signori di Patria Socialista come i bonhead del 2000.
Sullo stesso tema si faccia riferimento a gruppi come gli Erode, gruppo dichiaratamente comunista pur se non privo di senso dell'umorismo, che nonostante le bandiere rosse e la militanza con testi come "Stalingrado", "Europa" e "Tempo che non ritorna" sembrano riassumere quell'estetica rosso-bruna a cui accenni.
http://www.youtube.com/watch?v=jKLkVqqzFw4
http://www.youtube.com/watch?v=uzhgTR-p8ug
Emiliano tu fai riferimento al gruppo di Ruinas o di Pensiero Nazionale, ma erano altri tempi.
RispondiEliminaIL fatto e' che si snaturano molto di piu gli antifa ad intingere nella fascisteria che viceversa.
dobbiamo essere molto onesti.
certe correnti sinistre sono sempre esistite nell'Area.
ma che il movimento fosse opposto non e' mai esistito...
Complimenti ad Emiliano per la tua ottima tesi.